Il miracolo resta incompiuto. Dopo aver lasciato sul proprio cammino una scia di vittime illustri (Italia, Croazia, Brasile), la debuttante Danimarca delle meraviglie si ferma all'ultimo ostacolo. Neppure l'ennesima grande prestazione della 'Sabrina Porini del nord', ovvero Hanne Frandsen, sempre all'altezza quando si tratta di difendere la propria porta, serve più di tanto. Il titolo mondiale sfugge alle ragazze di Morten Holmen e finisce nella bacheca delle loro grandi rivali (quando si parla di handball): la nazionale di Norvegia.
Primo successo di sempre per le 'tipe da spiaggia' vichinghe, rappresentanti di un paese di grandi tradizioni nella pallamano 'indoor', ma che ha cominciato a fare sul serio in ambito 'beach' solo da poco tempo. I risultati ad ogni modo cominciano ad arrivare: un terzo posto alcuni anni or sono, il trionfo europeo accarezzato e sfuggito per un soffio nella mitica (per noi italiani) e sfortunata (per loro) finale di Larvik contro le azzurre, ed ora questo successo, frutto dell'ampiezza del movimento a Oslo e dintorni (che ha consentito di supplire alle assenze di Linn Jørum Sulland, Marit Malm Frafjord ed Anja Edin) ma ancor maggiormente di una buona preparazione, dello spirito di gruppo, e del talento di giocatrici quali Arnhild Holmilmo, Iselin Klev, Betina Riegelhuth - pronta anche a debuttare tra breve nella nazionale 'indoor' - e del portiere Ingrid Ødegård, riscattatasi ampiamente dopo aver perso la battaglia contro la Porini agli Europei della scorsa estate.
Tutte 'veterane' che sulle sabbie (e sulle esperienze) di precedenti sconfitte hanno costruito un castello solido e vincente, che hanno fatto bene lungo l' intero arco del torneo ed alla fine meritato un successo che porta ad una situazione paradossale: la Norvegia ora assai lontana dal tetto del mondo in tutte le categorie 'indoor', sia maschili che femminili (proveranno a rimediare fra un mese Nora Mørk, Amanda Kurtovic e le altre ragazzine terribili della talentuosa nazionale juniores), è invece regina nel mai (o forse semplicemente non ancora) troppo considerato beach handball ...
Nell'attesissima finale, il primo merito dell'allenatore Eskil Berg Andreassen e della sua compagine è stato quello di impedire le partenze a razzo che hanno spesso fatto la fortuna della Danimarca, brava a mettere in difficoltà le avversarie sin dalle prime battute. Questa volta le norvegesi hanno subito messo le cose in chiaro, con una bella parata della Ødegård in apertura ed Iselin Klev che mette a segno la rete inaugurale.
Le danesi rispondono e l'equilibrio continua fino al 6-6 poi, per quanto la Frandsen si sforzi di mantenere la Danimarca in partita, Klev ed Ane Brustuen operano un break decisivo e portano la loro squadra sul 12-6. Due punti di Lise Knudsen pongono fine alla siccità offensiva danese, e le ragazze in divisa bianca provano a rientrare, ma riescono solo ad avvicinarsi sul meno due. Il 18-14 messo a segno da Iselin Klev da posizione difficile e la successiva respinta di 'saracinesca Ingrid' sul tentativo disperato della Knudsen sigillano il trionfo norvegese nel primo parziale.
La seconda frazione parte con la squadra in svantaggio decisa a dare il tutto per tutto. Due prodezze della Frandsen, inframezzati da una piroetta vincente di una delle sorelle Laursen, sono un buon segno, ma purtroppo per loro il momento magico della Danimarca si esaurisce presto.
E contemporaneamente inizia quello di Arhnild Holmilmo, autentica mattatrice del parziale e dell'incontro. Dopo la 'tradizionale' rete d'apertura norvegese della Klev, la ragazza di Levanger - che solitamente porta i colori del Nordstrand Oslo, ma tra breve porrà fine alla sua carriera - comincia il suo show personale, con due rigori realizzati che, combinati ad una simile opportunità fallita dalle danesi, permette alla Norvegia di mettere il naso avanti (6-4). Penalizzata - almeno secondo il proprio allenatore, visibilmente irritato con i direttori di gara - da qualche decisione arbitrale (leggasi: tre rigori contro di fila), la Danimarca riesce a resistere fino all'otto pari, poi la ditta 'Arnhild & Ingrid' sale nuovamente in cattedra e tra efficaci parate e piroette vincenti scappa fino al 14-8.
Le successive reti dell'inarrestabile Holmilmo (quattordici punti all'attivo) rintuzzano ogni tentativo di rimonta avversario e sul 18-10, score favorito pure da scelte offensive infelici su cui pesano nervosismo ed inesperienza delle danesi, i giochi sono fatti. Lise Knudsen e compagne appena dimezzano lo svantaggio, ma il punteggio finale del tempo (20-16) è impietoso. La medaglia d'oro va alle norvegesi, che festeggiano saltando, ballando e cantando sulla sabbia, mentre le danesi possono soltanto augurarsi che, come accaduto alle loro 'cugine', questi mancati successi siano in realtà primi passi sulla strada che nel lungo periodo le condurrà al trionfo.
Nella finale per il bronzo il Brasile si impone sull'Ucraina in due set. Il primo è equilibrato e caratterizzato da errori su entrambi i fronti, oltre che dalle buone prestazioni dei portieri Olesya Semenchenko e Jerusa Dias. Le imprecisioni offensive delle est-europee condannano però l'Ucraina alla sconfitta, seppur con il minimo scarto. L'equilibrio regge anche nella ripresa, almeno fino al 7-6 per il Brasile, poi la Dias fa ottima guardia tra i pali ed il parziale che ne consegue (6-0) regala definitivamente il terzo posto - stesso risultato di Cadice 2008 e dei World Games 2009 di Taipei - alle sudamericane mentre, proprio come agli Europei di Larvik, le ucraine falliscono all'ultima occasione il loro assalto al podio.
Finale 1/2 Posto:
* NORVEGIA-DANIMARCA 2:0 (18:14, 20:16)
Finale 3/4 Posto:
* BRASILE-UCRAINA 2:0 (10:9, 15:8)
Finale 5/6 Posto:
* TURCHIA-CROAZIA 2:0 (20:14, 20:19)
Finale 7/8 Posto:
* ITALIA-UNGHERIA 1:2 (11:13, 15:13, 3:7)
Finale 9/10 Posto:
* GIAPPONE-SPAGNA 0:2 (8:18,12:14)
Finale 11/12 Posto:
* CINA-NUOVA ZELANDA 2:0 (20:13, 13:12)
Semifinali
** BRASILE-DANIMARCA 1:2 (10:14, 19:8, 4:5)
** NORVEGIA-UCRAINA 2:1 (8:17, 16:7, 10:8)
Counter StatsPrimo successo di sempre per le 'tipe da spiaggia' vichinghe, rappresentanti di un paese di grandi tradizioni nella pallamano 'indoor', ma che ha cominciato a fare sul serio in ambito 'beach' solo da poco tempo. I risultati ad ogni modo cominciano ad arrivare: un terzo posto alcuni anni or sono, il trionfo europeo accarezzato e sfuggito per un soffio nella mitica (per noi italiani) e sfortunata (per loro) finale di Larvik contro le azzurre, ed ora questo successo, frutto dell'ampiezza del movimento a Oslo e dintorni (che ha consentito di supplire alle assenze di Linn Jørum Sulland, Marit Malm Frafjord ed Anja Edin) ma ancor maggiormente di una buona preparazione, dello spirito di gruppo, e del talento di giocatrici quali Arnhild Holmilmo, Iselin Klev, Betina Riegelhuth - pronta anche a debuttare tra breve nella nazionale 'indoor' - e del portiere Ingrid Ødegård, riscattatasi ampiamente dopo aver perso la battaglia contro la Porini agli Europei della scorsa estate.
Tutte 'veterane' che sulle sabbie (e sulle esperienze) di precedenti sconfitte hanno costruito un castello solido e vincente, che hanno fatto bene lungo l' intero arco del torneo ed alla fine meritato un successo che porta ad una situazione paradossale: la Norvegia ora assai lontana dal tetto del mondo in tutte le categorie 'indoor', sia maschili che femminili (proveranno a rimediare fra un mese Nora Mørk, Amanda Kurtovic e le altre ragazzine terribili della talentuosa nazionale juniores), è invece regina nel mai (o forse semplicemente non ancora) troppo considerato beach handball ...
Nell'attesissima finale, il primo merito dell'allenatore Eskil Berg Andreassen e della sua compagine è stato quello di impedire le partenze a razzo che hanno spesso fatto la fortuna della Danimarca, brava a mettere in difficoltà le avversarie sin dalle prime battute. Questa volta le norvegesi hanno subito messo le cose in chiaro, con una bella parata della Ødegård in apertura ed Iselin Klev che mette a segno la rete inaugurale.
Le danesi rispondono e l'equilibrio continua fino al 6-6 poi, per quanto la Frandsen si sforzi di mantenere la Danimarca in partita, Klev ed Ane Brustuen operano un break decisivo e portano la loro squadra sul 12-6. Due punti di Lise Knudsen pongono fine alla siccità offensiva danese, e le ragazze in divisa bianca provano a rientrare, ma riescono solo ad avvicinarsi sul meno due. Il 18-14 messo a segno da Iselin Klev da posizione difficile e la successiva respinta di 'saracinesca Ingrid' sul tentativo disperato della Knudsen sigillano il trionfo norvegese nel primo parziale.
La seconda frazione parte con la squadra in svantaggio decisa a dare il tutto per tutto. Due prodezze della Frandsen, inframezzati da una piroetta vincente di una delle sorelle Laursen, sono un buon segno, ma purtroppo per loro il momento magico della Danimarca si esaurisce presto.
E contemporaneamente inizia quello di Arhnild Holmilmo, autentica mattatrice del parziale e dell'incontro. Dopo la 'tradizionale' rete d'apertura norvegese della Klev, la ragazza di Levanger - che solitamente porta i colori del Nordstrand Oslo, ma tra breve porrà fine alla sua carriera - comincia il suo show personale, con due rigori realizzati che, combinati ad una simile opportunità fallita dalle danesi, permette alla Norvegia di mettere il naso avanti (6-4). Penalizzata - almeno secondo il proprio allenatore, visibilmente irritato con i direttori di gara - da qualche decisione arbitrale (leggasi: tre rigori contro di fila), la Danimarca riesce a resistere fino all'otto pari, poi la ditta 'Arnhild & Ingrid' sale nuovamente in cattedra e tra efficaci parate e piroette vincenti scappa fino al 14-8.
Le successive reti dell'inarrestabile Holmilmo (quattordici punti all'attivo) rintuzzano ogni tentativo di rimonta avversario e sul 18-10, score favorito pure da scelte offensive infelici su cui pesano nervosismo ed inesperienza delle danesi, i giochi sono fatti. Lise Knudsen e compagne appena dimezzano lo svantaggio, ma il punteggio finale del tempo (20-16) è impietoso. La medaglia d'oro va alle norvegesi, che festeggiano saltando, ballando e cantando sulla sabbia, mentre le danesi possono soltanto augurarsi che, come accaduto alle loro 'cugine', questi mancati successi siano in realtà primi passi sulla strada che nel lungo periodo le condurrà al trionfo.
Nella finale per il bronzo il Brasile si impone sull'Ucraina in due set. Il primo è equilibrato e caratterizzato da errori su entrambi i fronti, oltre che dalle buone prestazioni dei portieri Olesya Semenchenko e Jerusa Dias. Le imprecisioni offensive delle est-europee condannano però l'Ucraina alla sconfitta, seppur con il minimo scarto. L'equilibrio regge anche nella ripresa, almeno fino al 7-6 per il Brasile, poi la Dias fa ottima guardia tra i pali ed il parziale che ne consegue (6-0) regala definitivamente il terzo posto - stesso risultato di Cadice 2008 e dei World Games 2009 di Taipei - alle sudamericane mentre, proprio come agli Europei di Larvik, le ucraine falliscono all'ultima occasione il loro assalto al podio.
Finale 1/2 Posto:
* NORVEGIA-DANIMARCA 2:0 (18:14, 20:16)
Finale 3/4 Posto:
* BRASILE-UCRAINA 2:0 (10:9, 15:8)
Finale 5/6 Posto:
* TURCHIA-CROAZIA 2:0 (20:14, 20:19)
Finale 7/8 Posto:
* ITALIA-UNGHERIA 1:2 (11:13, 15:13, 3:7)
Finale 9/10 Posto:
* GIAPPONE-SPAGNA 0:2 (8:18,12:14)
Finale 11/12 Posto:
* CINA-NUOVA ZELANDA 2:0 (20:13, 13:12)
Semifinali
** BRASILE-DANIMARCA 1:2 (10:14, 19:8, 4:5)
** NORVEGIA-UCRAINA 2:1 (8:17, 16:7, 10:8)
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