lunedì 31 maggio 2010

Champions League - Finale. Commenti nel dopo-partita

Parlano Gislasson, Omeyer, Lund, Pascual, Barrufet e Nøddesbo

** Alfred Gislasson, allenatore del THW Kiel: 'Non riesco ancora a prendere bene coscienza di quel che siamo riusciti a fare. Ci vorranno diversi giorni per rendersene conto. E 'stato qualcosa di incredibile e di molto difficile da descrivere, perché abbiamo superato una grande squadra. Il Barcellona ha giocato in maniera eccezionale, e sono convinto che ci incontreremo di nuovo in un'altra finale.

"Siamo stati fortunati perchè nei momenti-chiave della partita sono venuti fuori anche giocatori come Anic e Lund, che fino ad allora non avevano contribuito molto. Lo stesso Zeitz oggi ha segnato quasi tutto (quel che ha tirato). Il pubblico della Lanxess Arena ci ha aiutato molto nella rimonta'.

'So cosa prova il Barcellona, so quanto è duro, come ci sente quando si perde una finale. Io ci sono passato l'anno scorso. Mi dispiace molto per David (Barrufet) perché è un grande uomo ed un grande sportivo'.

** Thierry Omeyer, portiere del THW Kiel: 'E' stata una grande partita, con un grande ambiente. Nella prima parte non abbiamo giocato bene ma nella seconda, con il sostegno dei tifosi, siamo cresciuti e siamo riusciti a vincere. E' emozionante essere i vincitori della prima Final Four di Champions League di sempre. E' qualcosa di veramente grande. Giocare di fronte a 20.000 tifosi per due giorni consecutivi è stata un'esperienza bellissima'.

** Borge Lund, terzino destro del THW Kiel: 'E' qualcosa di assolutamente surreale. Abbiamo sofferto per quasi tutta la partita e alla fine ce l'abbiamo fatta. Siamo riusciti a portare a casa la Coppa dopo che abbiamo cominciato a far funzionare le difesa, e il portiere ha fatto molto bene. Adesso sono entrato nella storia (in qualità di il primo norvegese a vincere a la Champions League, ndr), ma lo avrei fatto anche in caso di sconfitta, come il primo a perdere tre finali di seguito. Certo entrarci in questo modo è preferibile ...'.



** Xavier Pascual, allenatore del Barcellona Borges, si è rifiutato di accampare l'arbitraggio come scusa, e ha detto che 'Il Kiel ha meritato la vittoria sul campo, e io mi devo congratulare con loro. Certo che con così tanti tifosi è più facile vincere; tutti vorremmo avere una tifoseria come questa, non soltanto oggi ma in tutte le partite'.

'Sono contento del lavoro della squadra. Abbiamo fatto un ottimo primo tempo, che ci ha permesso di rimanere sempre avanti nel punteggio. Poi nel secondo tempo, abbiamo sbagliato molti tiri e questo ha permesso di Kiel di riportarsi in partita. Ci aspettavamo la difesa 5-1 su Rutenka, e siamo riusciti a farvi fronte bene in quanto siamo riusciti a procurarci numerosi tiri da posizione favorevole. Li abbiamo sbagliati per merito di un Omeyer particolarmente ispirato, e questo ha definitivamente consentito al Kiel di rientrare. Non credo che fosse necessario chiamare un time-out prima (di quando l'ho fatto)'.

Infine il coach 'prodotto della casa' blaugrana si è congratulato con l'EHF per il modo in cui hanno organizzato un evento 'importantissimo per il nostro sport. Si è trattato di uno spettacolo incredibile'.

** David Barrufet, portiere del Barcellona Borges: 'Abbandono la pallamano triste per non essere riuscito a conquistare un ottavo titolo europeo, ma contento perché ho trovato molti amici e ottimi ricordi. La mia vita è sempre stata legata al balonmano, e continuerà ad esserlo. Sarò sempre a disposizione della pallamano spagnola quando avrà bisogno di me. Oggi abbiamo giocato una partita completa fino al 45° minuto. Da quel momento abbiamo sbagliato molti tiri, Omeyer è stato efficacissimo, e pure la fortuna non ci ha assistito in quanto abbiamo più volte colpito i pali avversari e loro ne hanno subito approfittato per farci molto danno in contropiede'.

** Jesper Nøddesbo (Barcellona Borges) ha giocato molto bene, ma il suo bottino personale non ha addolcito molto la pillola amara della sconfitta: 'Non è facile spiegare cosa sia andato storto. Direi che nel secondo tempo abbiamo giocato un po' con il freno a mano tirato, senza dare tutto. Così il Kiel è tornato in partita, e di conseguenza noi siamo diventati più nervosi. Ma non è stata tutta colpa nostra, anche Omeyer si è dimostrato molto bravo a chiuderci lo specchio della porta'. Il pivot danese dovrebbe a breve rinnovare il contratto con il suo attuale club, e sarà inoltre di ritorno nella nazionale del suo paese, impegnata a Giugno in amichevoli ed incontri di qualificazione ai Mondiali 2011.
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Champions League. 'Tiro incrociato' sul 'galletto' Omeyer.

La quasi-rissa scatenata al termine della finale dall'atteggiamento provocatorio dell'istrionico fuoriclasse francese ha fatto perdere la pazienza perfino a David Barrufet. E pure coach Gislasson stigmatizza l'accaduto.

Che Thierry 'Titi' Omeyer, estremo difensore del THW Kiel e della nazionale francese pigliatutto, sia un grandissimo portiere è cosa risaputa, e nella finalissima di Champions League appena trascorsa ne ha fornito ulteriore dimostrazione, dapprima evitando con le sue prodezze il crollo definitivo della squadra tedesca nei lunghi momenti di difficoltà, poi contribuendo in maniera decisiva alla rimonta che ha fruttato loro la conquista del trofeo.

'Titi' ha avuto i primi scambi di convenevoli con Rutenka,
un altro che se c'è da riscaldare l'ambiente non si tira mai indietro ...

Nemmeno i suoi atteggiamenti poco simpatici (eufemismo) sono però una novità, dalle esultanze plateali e 'sboronesche' che si concede dopo molte (buone) parate a sguardi ed atteggiamenti provocatori nei confronti negli avversari, di cui ha per esempio fatto sfoggio anche nel primo tempo del match contro il Barcellona, quando, ritardando in modo plateale una rimessa avversaria, lanciava occhiatacce di sfida all'indirizzo Victor Tomas. O nelle ripetute reazioni 'non molto composte' (eufemismo) ai fischi arbitrali contrari.

Poi ha avuto qualcosa da dire con Victor Tomas

Tutto parte del gioco, per carità, anche perché in questo sport - come in tanti altri - forse contano più l'efficacia ed il numero di trofei vinti che la classe (non) dimostrata sul campo. Ieri sera, però, al termine del grande happening di Colonia, il buon (??) Titi è andato un po' sopra le righe. Mentre i suoi compagni giustamente festeggiavano il ritorno del THW sul tetto d'Europa, il nostro non ha trovato niente di meglio da fare che precipitarsi verso gli avversari e continuare a provocarli, scatenando una reazione che rischiava di rovinare un fine settimana di grandissima pallamano con una maxi-rissa finale. Per fortuna non si è arrivati a tanto.


Almeno sul campo, perché nei forum spagnoli era tutto un florilegio di 'simpatici commenti' dedicati ad Omeyer da tifosi del Barcellona, ma anche del Ciudad Real e di altre squadre. Se reazioni 'a caldo' del genere da parte di tifosi non sorprendono più di tanto, il vero 'termometro' della portata degli atteggiamenti del francese sta nelle parole di David Barrufet, persona misurata, allergica ad eccessi e guasconate, che in due decenni di onorata carriera si è guadagnato stima e rispetto da parte di amici e - in modo ancor più significativo - avversari (non era raro vedere persino tifosi confessi di Real Madrid e / o Balonmano Ciudad Real rendere omaggio al portiere catalano, tanto in passato come negli ultimi tempi).

E si è infine reso protagonista di un agitato dopo-partita.
Ecco il 'galletto' circondato da minacciose maglie blaugrana

Ieri sera la carriera di Barrufet è terminata ... cercando di impartire lezioni di classe al suo collega, di spiegargli, al termine della 'scampata rissa', come certi atteggiamenti ... non s'hanno proprio da fare. La polemica è continuata nel dopo-partita, dove il portiere blaugrana ha dichiarato che Omeyer 'oggi ci ha mostrato un lato di lui che non conoscevamo. E' un grande portiere, ma anche uno tra i giocatori più anti-sportivi che abbia conosciuto durante tutta la mia carriera. Questa sera ha vinto la Champions League, ma ha perso il nostro rispetto come uomo di sport'. E rincarando la dose 'Ci ha provocato per tutto l'incontro, e questo lo posso capire. Non capisco invece i suoi gesti alla fine della partita. E' venuto di corsa verso di noi provocandoci di continuo, per cui molti miei compagni sono 'andati a cercarlo'. E' stato vergognoso. Quando abbiamo parlato successivamente, mi ha detto ... che lui non aveva fatto nulla! Mi sembra imperdonabile. Ma il tempo metterà ciascuno al suo posto'.

Barrufet 'rimprovera' il francese per i suoi atteggiamenti

Oltre che dall'insolitamente spazientito Barrufet, critiche significative al 'galletto' sono arrivate dal suo stesso allenatore (di club) Alfred Gislasson: 'Che Titi (Omeyer) abbia provocato alcuni giocatori non è una buona cosa. Chiedo scusa al Barcellona per quello che ha fatto. Ha perso per un attimo la testa, forse perché era molto eccitato'.

L'Omeyer che ci piace é quello che dimostra
tutte le sue qualità tra i pali, che si dedica a giocare
come sa lui e non a sceneggiate varie ...

E Omeyer? L'imputato ... si è alzato in piedi ed ha abbozzato una sua difesa attribuendo, nelle interviste del dopo-partita, il suo atteggiamento agli 'eccessi di adrenalina' ed alla 'pressione' accumulata nel corso dell'incontro, e chiedendo scusa. Parole che alla fine rendono parzialmente onore al francese, per quanto chiamare in causa pressione ed adrenalina ci sembra una soluzione facile facile, presa a basso costo al 'supermercato delle scuse'. La pressione, in partite del genere, grava fortissima sulle spalle di tanti, ma ben pochi reagiscono a quella maniera, peraltro in modo del tutto gratuito. La speranza è che la lezione sia servita ed il (lo ribadiamo) grande fuoriclasse transalpino ci risparmi nuovi show del genere in futuro. Spesso saper vincere è ancora più importante che saper perdere.
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Europei Femminili - Qualificazioni. Classifiche Finali


Classifiche definitive di tutti e sette i gironi di qualificazione alla fase finale degli Europei femminili di Danimarca e Norvegia del prossimo Dicembre. Ricordiamo che si sono qualificate le prime due squadre di ogni gruppo, e che il sorteggio dei quattro gironi della fase finale avrà luogo ad Odense (Danimarca) intorno alle ore 17 di sabato prossimo, 5 Giugno 2010.

Cliccare sulle immagini per ingrandire.


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domenica 30 maggio 2010

Champions League Finale: Kiel - Barcellona 36-34

Il THW Kiel è campione d'Europa. Proprio come ieri, i tedeschi si sono resi protagonisti di una grandissima rimonta nell'ultima parte dell'incontro, e se nel primo caso la vittima era stata il Ciudad Real, anche oggi a bocca asciutta, dopo avere assaporato per lungo tempo il gusto della vittoria, è rimasta una squadra iberica, il Barcellona ha cui non è bastato un grandissimo David Barrufet (al quale per altro ha risposto da par suo 'il solito' Thierry Omeyer, per l'ennesima volta tanto decisivo nella sua bravura quanto irritante in certi atteggiamenti).

Catalani avanti praticamente per tre quarti dell'incontro, ma sopraffatti dalla maggiore grinta e determinazione dei 'padroni di casa' usciti alla distanza, e ancora una volta spinti da un pubblico eccezionale, per tornare sul gradino più alto della massima competizione continentale.

La Germania così conquista uno storico 'triplete' in pochi giorni: giovedì il Gummersbach vincitore della Coppa Coppe, ieri il TBV Lemgo in EHF Cup, ed oggi il Kiel dei campionissimi - da Jicha a Narcisse, da Zeitz allo stesso Omeyer naturalmente - a completare l'opera.



Come nel match di ieri i primi minuti sono spettacolari, anche se stavolta sono i rispettivi attacchi a partire con l'intensità giusta. Le difese non riescono a prendere le misure con le buone, e allora ci provano con le cattive, tanto che ben tre giocatori (Jernemyr, Ahlm, Nagy) finiscono presto sulla panca dei puniti, e nel quarto iniziale Juanin Garcìa è già andato tre volte a segno dai sette metri.

I rigori della piccola grande ala sinistra spagnola contribuiscono alla buona partenza dei blaugrana, forse non travolgenti come ieri - d'altronde il rivale è ben diverso - ma pur sempre capaci di portarsi sul 10-7. Saric ed Omeyer sembrano insolitamente fuori forma però, e vengono entrambi sostituiti. Con buoni risultati almeno per il Barcellona, che trova un David Barrufet determinato a lasciare il segno nell'ultimo atto di una straordinaria carriera: la sua prestazione aiuta gli uomini di Xavi Pascual ad allungare fino ad un promettente 15-10 al diciannovesimo, spingendo Gislasson a chiamare un necessario time-out, con il Barça all'ottantotto percento di efficacia al tiro ed i suoi intorno al cinquanta.

Thierry Omeyer oggi è in versione 'diesel'. Dopo un inizio lento, torna in campo e comincia a calibrare. Se poi ci si mettono anche Jicha, Klein e Zeitz dall'altra parte del rettangolo di gioco, per i tedeschi diventa facile riaprire i giochi, portandosi sul 15-17 ai cinque dall'intervallo. Successivamente l'estremo difensore del Kiel fa un po' di teatro ritardando una rimessa avversaria, ma ogni tanto sembra che nella pallamano ci sia una sorta di 'Lodo Omeyer' per cui al portiere francese viene consentito un po' tutto ...

Meno bene va a Borge Lund quando decide di risolvere a 'sportellate' il derby scandinavo con Jesper Noddesbo; i relativi due minuti affibbiati al norvegese lasciano le zebre in inferiorità numerica fino alla conclusione del tempo. Per loro fortuna, il tiro di Igropulo a fil di sirena si stampa contro il palo. E' forse un segno del destino: sotto 'soltanto' di tre (17-20) all'intervallo, il Kiel rimane comunque ancora in gioco.

Al ritorno in campo Omeyer continua la sua progressione con nuove, mirabolanti parate, di cui i suoi compagni non approfittano più di tanto. Una sola rete su cinque possessi per il Kiel, soprattutto a causa di quella frenesia che, per esempio, porta Jicha a cercare un'impossibile soluzione da quasi metà campo, mentre c'erano ben altre e migliori alternative per finalizzare un contropiede. Juanin Garcia punisce due volte (entrambe dai sette metri) le imprecisioni offensive delle 'zebre', e con un altra rete dell'ottimo Noddesbo si ritorna sul più cinque per Il Barça, e sul time-out per il Kiel. Una buona circolazione di palla in attacco e la scarsa capacità avversaria di trovare la via della porta (con Zeitz e soprattutto Jicha come eccezioni) sembravano indirizzare la coppa sulla via del Mediterraneo.

Ma ecco che, proprio come il giorno precedente, i campioni (anche futuri, secondo logica ...) di Germania trovano la forza di reagire e ribaltare la situazione. Il motore della riscossa è ovviamente la saracinesca umana del Kiel, che aveva appena salvato la squadra dal tracollo definitivo, ma anche la nuova difesa mista su Rutenka fa il proprio dovere mandando in crisi la manovra blaugrana in un ultimo quarto disastroso per i catalani. Con un veloce 3-0, opera di Zeitz, Narcisse e di un contropiede di Lundström dove si può cogliere tutta la grinta e la rabbia dei tedeschi, il Kiel è già a metà della 'remontada', e i suoi ventimila tifosi circa tornano a ruggire.

Né l'ennesimo (giusto) rigore trasformato da Juanin né una doppietta di Noddesbo - a Barcellona farebbero un errore STRATOSFERICO se dovessero lasciarlo partire - mettono il Barça al riparo; il Kiel è ormai diventata una perfetta macchina da guerra, dove riesce a segnare ... perfino Borge Lund (!!). Omeyer continua il suo show. Danijel Saric, ritornato al posto di un Barrufet a cui non si può chiedere di tenere il campo per tre quarti d'incontro, continua a non prenderne una, e si arriva agli ultimi dieci minuti con i catalani che sentono il fiato sul collo: solo 29-28 per gli uomini del presidente Laporta, che le telecamere inquadrano sempre più preoccupato.

Ne ha ben donde: Christian Zeitz pareggia sorprendendo una difesa quasi paralizzata, Omeyer neutralizza Sarmiento (non esattamente decisivo oggi) ed Henrik Lundström porta il THW avanti per la prima volta. Una sequenza micidiale che, oltre a costringere Xavi Pascual a chiamare time-out con colpevole ritardo, fa esplodere la Lanxess Arena, ma non basta: adesso c'è da aprire un gap che possa mettere al sicuro la vittoria di cui ormai tutti sentono il profumo nell'aria. Detto fatto: Ilic su rigore, Narcisse in contropiede e Zeitz, ed è 33-30.

Il Barça ha un'ultima impennata d'orgoglio, che non poteva avere altro protagonista se non Juanin Garcìa, a segno dall'angolo sinistro e dai sette metri. Ma se ci si mette pure il veterano Peter Gentzel, che para un ultimo rigore al fino allora infallibile spagnolo, vuol dire che è proprio finita. La 4-2 ordinata da Pascual non porta frutti, nemmeno Barrufet fa più miracoli, e quando Jicha (ancora lui, e fanno undici goal in totale) scarica dentro la porta rivale il 36-34, i giocatori possono festeggiare. Qualcuno nel modo sbagliato: Omeyer (chi altri?) non trova di meglio che andare a provocare alcuni avversari di fronte alla loro panchina; ne nasce una mezza rissa (soprattutto con Rocas) che termina con David Barrufet a cercare di spiegare al suo collega che certe cose sarebbe meglio evitarle.

In termini di classe, tra i due portieri non c'è proprio storia. Ma in termini di capacità di fare il proprio lavoro nel migliore dei modi, Thierry Omeyer ha pochi rivali, e la Coppa quest'anno la alza lui. Una fine crudele e magari ingiusta per la bella favola di Barrufet, ma anche questo fa parte dello sport.

Secondo successo nella competizione per i tedeschi, dopo quello del 2007 a spese dei connazionali del Flensburg, e vendetta sul Barça servita molto fredda, a dieci anni dalla sfida perduta nel lontano 2000. Il Kiel ha approfittato del fattore campo e, come già detto dopo il match precdente, della Formula F4 (in caso di andata-ritorno, le cose sarebbero magari andate diversamente). E con le prossime edizioni forse ancora in terra di Germania, non è detto che non si apra addirittura un ciclo …
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Champions League - Finale. Statistiche Prima Parte

E che Finale sia!



Ricordiaamo gli indirizzi per vedere la partita online:

* http://www.ehftv.com/final4/ec/cl/men/2009-10/live/high/001088.

* http://www.sport.ro/live/ibu1.html

** Ed in TV Satellite su Eurosport tedesca (Astra 19.2° Est)

Champions League: Ciudad Real terzo in sciolteza

Facile vittoria del Balonmano Ciudad Real , che si sbarazza con relativo agio del Chekhovskie Medvedi nella finale per il terzo posto a Colonia. 36-28 il punteggio conclusivo per gli spagnoli, che, pur privi di Gull ed Evdokimov, avevano scavato un buon solco tra sè e gli avversari già nei primi minuti, piazzando un micidiale parziale di sei a zero dopo il minimo (3-2) vantaggio di apertura del Medvedi, e chiuso il primo tempo sul 19-15 a loro favore, incrementando poi il vantaggio (30-22 al 48° minuto, un divario di otto reti che sarebbe rimasto fino alla sirena) nella ripresa.


In effetti si è trattato di un incontro quasi senza storia, che poco importava a Talant Dujshebaev (l'allenatore degli spagnoli era stato piuttosto esplicito in questo senso) ed ai suoi, ed anche i russi sembravano essere arrivati scarichi all'appuntamento, di fatto ridotto a mero 'antipasto' della successiva gran finale. I tiri da lontano di Jerome Fernandez ed Alberto Entrerríos, così come il buon lavoro svolto dal pivot Julen Aguinagalde dai sei metri, si rivelavano sufficienti ad aprire un varco favorevole agli ormai ex-campioni d'Europa.

Hombrados (che ha disputato l'intero incontro tra i pali, concedendo una pausa a Sterbik) svolgeva egregiamente il proprio compito, però le difese non raggiungevano nemmeno in lontananza il livello di intensità ammirato nella seconda semifinale del giorno precedente; quantomeno ne beneficiava lo spettacolo, con più di un goal degno di nota, in particolare ad opera di Morros (alla sua ultima partita con la casacca dei manchegos?), Abalo e Källman.

Nei commenti post-partita, Dujshebaev si diceva orgoglioso dei suoi ragazzi, che 'si erano immediatamente ripresi dalla botta di sabato, perché sono una squadra vincente', inoltre ringraziava i tifosi giunti dalla Spagna per sostenere il suo gruppo e prometteva che farà di tutto affinché il Ciudad Real possa rinforzarsi ulteriormente in vista della prossima stagione. Intanto i giornalisti della Tribuna de Ciudad Real danno già appuntamento alla Final Four di Berlino dell'anno prossimo, dove si dicono sicuri di arrivare. Un'ostentazione di sicurezza un po' prematura, anche se la squadra vista all'opera lungo tutto l'arco della stagione (e pure alla Lanxess Arena) ha di sicuro le carte in regole per puntare ad un veloce riscatto.

** Chekhovskie Medvedi - BM Ciudad Real - 28-36 (15-19)

Chekhovskie Medvedi: Grams (6 parate su 35 tiri), Budko (2 parate su 9 tiri) Kovalev (1), Kamanin, Chernoivanov, Ivanov (4), Rastvortsev (1), Dibirov (6), Shelmenko, Chipurin (6), Filippov (2), Aslanyan (5, 2 rig.), Shishkarev (1), Starykh (2), Skopintsev.
Ciudad Real: Hombrados (20 parate su 48 tiri), Sterbik (non ha giocato), Abalo (4), Metlicic (2), Chema Rodríguez, Aguinagalde (7), Alberto Entrerríos (7), Källman (5), Dinart (1), Viran Morros, Jerome Fernández (7, 2 rig.), David Davis, García Parrondo, Cañellas (3).

Parziali ogni cinque minuti: 3-5, 4-9, 6-10, 8-13, 12-16, 15-19 (fine primo tempo); 17-21, 19-24, 22-27, 23-30, 26-34, 28-36 (finale incontro).
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Qualificazioni Europei Femminili: 6a Giornata

Non solo Champions: durante il week-end scendono in campo numerose nazionali femminili di tutto il continente, in occasione dell'ultima giornata dei gruppi di qualificazione agli Europei di Norvegia e Danimarca. Ecco i risultati degli incontri disputati.

Sabato 29 Maggio:
Romania - Svizzera 37-26
Austria - Islanda 26-23
Croazia - Lituania 31-22

Domenica 30 Maggio:
Ungheria - Azerbaigian 35-26
Spagna - Grecia 39-16
Bielorussia - Slovenia 31-30
Russia - Montenegro 28-31
Francia - Gran Bretagna 34-15
Germania - Italia 45-19 (Cliccare per dettagli)
Ucraina - Portogallo 32-23
Svezia - Repubblica Ceca 31-25
Polonia - Slovacchia 24-23
Macedonia - Olanda 28-28
Serbia - Turchia 28-27

In nero le squadre quailficate alla fase finale.

Per quanto riguarda l'anteprima dell'incontro che ha visto le azzurre affrontare le tedesche, si veda invece l'articolo su pallamanoitalia

Champions League - Finale 3° / 4° Posto.

Ore 15:30. LA 'FINALINA'.

Cliccare l'immagine per ingrandire

Sembra un po' strano vedere il Ciudad Real fuori da una finalissima di Champions, ma tant'è ...

Al solito, diretta su ehftv.com online, e sulla versione tedesca di Eurosport in TV (Satellite Astra).

MA se troveremo qualche altra pagina web che trasmette la gara la 'embedderemo' (se possibile) in questo sito, in modo che possiate vedere la partita direttamente dalle pagine di pallamanoeuropa.

A più tardi.

sabato 29 maggio 2010

Allo Sporting Lisbona la Challenge Cup

Nulla da fare per l'MMTS Kwidzyn. Già battuti in casa all'andata, i polacchi hanno dovuto cedere pure l'incontro di ritorno allo Sporting Lisbona. I portoghesi si sono imposti con uno scarto minimo, ma sufficiente per garantire loro uno storico trionfo. Alla base della odierna vittoria dei 'leoni' una grandissimo primo tempo, condotto praticamente dalle battute iniziali fino ad arrivare ad un vantaggio di otto reti (14-6), che diventava 16-9 all'intervallo. Ottimo anche Humberto Gomes tra i pali locali.

Foto dal sito ufficiale dello Sporting Lisbona.
Cliccare qui per la galleria completa.

Nella ripresa, nonostante qualche tiro finito sui pali rivali, e qualche errore di troppo dai sette metri, i lusitani resistono, seppur con qualche difficoltà, al ritorno degli avversari, finalmente determinati, e portano a casa una vittoria storica. Il 25-24 ai tre dalla fine lasciava anche qualche tenue speranza agli ospiti, ma la successiva rete di Joao Pinto mandava in delirio i fans 'branco-verdes', e quando Bruno Moreira metteva a segno l'utima rete dello Sporting (su rigore) tutto il Pavilhão Municipal de Almada stava già festeggiando.

Highlights dell'incontro


** Sporting CP Lisbona - MMTS Kwidzyn 27-26 (16-9)

Sporting CP Lisbona: Gomes, Correia, Galambas, Portela, Bjelanović 3, Petrić 6, Solha 5, Dias, Lesjak 2, Pinto 5, Marques 1, Rocha, Magalhaes 4, Moreira 1.
MMTS Kwidzyn: Suchowicz, Gawlik, Orzechowski, Mroczkowski 6, Wardziński 1, Peret 2, Marhun 1, Adamuszek 5, Witaszak 1, Cieślak 1, Rombel 2, Seroka 1, Czertowicz 1, Waszkiewicz 5.

(Andata: 27-25. Sporting Lisbona vincitore della Challenge Cup 2009/2010).
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Champions League - Adios Ciudad Real. Il Kiel va in Finale!

Il regno del Ciudad Real in Europa è, almeno per adesso, terminato. Il THW Kiel ha infatti battuto gli spagnoli al termine di un incontro straordinario sotto tutti i punti di vista, con un livello agonistico incredibile, ed una tensione che si poteva tagliare con il coltello in pratica dall'inizio alla fine. 29-27 il risultato finale per i tedeschi.

Domani sera (ore 18) saranno quindi Kiel e Barcellona a contendersi il trofeo, con i 'padroni di casa' favoriti, ma che potrebbero pagare lo sforzo fatto nella tiratissima sfida appena conclusa, mentre i loro avversari, oltre ad avere giocato un paio di ore prima, hanno pure avuto un impegno un po' più agevole. Alle 15:30 si svolgerà la finale per il bronzo tra il Ciudad Real ed il Medvedi russo.

Prima che una parata di Omeyer e la successiva rete del giovane talento islandese Aron Palmarsson a sei secondi dalla fine indirizzassero definitivamente il successo verso Kiel, con gran gioia della maggioranza dei tifosi presenti alla Lanxass Arena, si sono vissuti cinquantanove minuti intensissimi, con una pallamano di altissimo livello, ma senza un vero e proprio padrone.

L'equilibrio è regnato infatti sovrano nella maggioranza della prima parte, con il Kiel partito forte anche grazie alla spinta del pubblico, ma gli spagnoli rapidi a far capire che non si sarebbero lasciati intimidire tanto facilmente. Si è assistito dunque ad una spettacolare esibizione di intensità difensiva, di velocità offensiva, di bravura tra i pali e di tutto quanto ci si può aspettare con un tale parco giocatori, compresi ben cinque elementi della Francia campionessa olimpica. mondiale ed europea, ripartito fra la ciurma agli ordini di Dushebajev e quella di Gislasson.

In realtà l'equilibrio si rompe verso la fine del tempo, con gli spagnoli che prima operano un mini-break sull'11-9 e poi si portano addirittura avanti di tre (15-12) prima di tornare negli spogliatoi. Filip Jicha ed il pivot svedese Marcus Ahlm evitano comunque un passivo ancora più grande per il Kiel.

Che in realtà sembra reagire a inizio ripresa, grazie ai numeri di Christian Zeitz e Thierry Omeyer. Ma si tratta di una breve illusione: è di nuovo Ciudad Real, con gli spagnoli che volano sul più quattro (19-15) al 37°minuto ed un Jonas Källman in gran spolvero. Si va dunque verso una finale tutta iberica? Assolutamente no, anche questa si rivela un'illusione, ancor maggiore della precedente. I tedeschi spingono sull'acceleratore e riagguantano gli avversari mettendo a segno un gran parziale di 5-1, a cui non sono certo estranei i numeri tra i pali del grande portiere della nazionale francese.

Con le due compagini ridotte a lottare punto a punto, il gioco si fa duro, ed i giocatori pure, specialmente in difesa. Din & Dinu (già visti all'opera con risultati non proprio eccelsi anche in un Kiel-Barcellona della fase a gironi) non paiono sempre all'altezza della situazione, e a volte sembrano perdere il controllo della partita. Il Ciudad Real mantiene tutta la sua carica difensiva, ma sembra mancare di fluidità in avanti, e di veri leader in grado di caricarsi il peso della battaglia sulle spalle, tanto che qualcuno avrà cominciato a rimpiangere i vari Rutenka e Stefansson.

Per questi motivi, gli spagnoli non riescono ad approfittare più di tanto neppure di una doppia superiorità numerica (anzi è Zeitz a portare i germanici sul 25-24 con due uomini in meno sul campo), mentre dall'altra parte il Kiel non si fa molti scrupoli a punirli quando Jerome Fernandez si becca due minuti per un presunto errore in un cambio, a causa di una valutazione arbitrale che non mancherà di scatenare polemiche. Poi Sprenger conduce i 'padroni di casa' sul 26-24 mettendo a segno la sua sesta rete personale ai quattro dalla fine. E con Jicha si arriva ad un 27-24 che sembra chiudere del tutto i giochi.

Siamo però in presenza di due formazioni straordinarie che MAI si danno per vinte. Per cui da una situazione difficilissima che avrebbe spinto altri a gettare la spugna, i manchegos attingono energie e motivazioni per un ultimo, disperato assalto. Che quasi va in porto: David Davis ha infatti la palla del pareggio a circa mezzo minuto dalla sirena, ma purtroppo per lui dall'altra parte c'è un certo Omeyer, che gli chiude tutte le porte, comprese quella della finale.

Quindi Palmarsson mette il sigillo alla vittoria tedesca, e adesso a Kiel possono (ri)cominciare a pensare in grande. Al Ciudad Real invece, vittima della 'formula Final Four' (nel senso che se ci fosse stata una partita di ritorno molto probabilmente anche stavolta avrebbero ribaltato la situazione...) toccherà leccarsi le ferite, ma con la consapevolezza di avere sempre e comunque una grande squadra, che l'anno prossimo tornerà a lottare per ritornare velocemente sul tetto d'Europa.

** Ciudad Real-THW Kiel 27-29 (15-12)

Ciudad Real: Sterbik, Abalo (2), Källman (6), Metlicic (3), Dinart, Viran Morros, Chema Rodríguez (2), Julen Aguinagalde (3), Alberto Entrerríos (2), Jerome Fernández (5, 5 rig.), Gull (2), Davis, García Parrondo (1), Cañellas (1), Evdokimov.

THW Kiel: Omeyer, Gentzel, Lundström, Narcisse (3), Ahlm (5), Jicha (6), Zeitz (4), Sprenger (6) Lund, Ilic (2), Klein (2), Palmarsson (1).
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Champions League - Barcellona in Finale

Come prevedibile, e del resto ampiamente previsto, saranno i catalani a contendere il trofeo alla vincente della sfida 'galattica' tra Kiel e Ciudad Real.

Il Barcellona ha infatti sconfitto il Chekhovskie Medvedi per 34-27 (primo tempo 17-11) nell'incontro inaugurale della Final Four. Un successo maturato in una metà iniziale nella quale Juanin Garcia, Danijel Saric (entrambi fondamentali anche oggi) e compagnia hanno più o meno fatto il bello ed il cattivo tempo contro una squadra che, volente o nolente, sembrava arrivata in Germania in gita-premio. I russi infatti mettevano in mostra un attacco piuttosto imbarazzante ed una difesa capace di concedere troppo ai rivali, nonostante una buona prestazione del portiere Grams.

Inizio prevedibilmente un po' nervoso, con qualche errore in fase offensiva e difese e portieri (Danijel Saric da una parte, Oleg Grams dall'altra) sugli scudi, almeno fino a quando il buon Rutenka rompe l'equilibrio ai 2:37. Gli risponde subito Chipurin, ma con la sua 3-2-1 in difesa e una certa dinamicità in attacco (o forse è la retroguardia dei russi ad essere troppo statica?) il Barça opera il primo break. Si va sul 5-1 dopo sei minuti, grazie anche ad una paio di reti 'in tap-in' che vanificano altrettante prodezze di Grams.

Con il solito Chipurin e Dibirov, il Medvedi abbozza una reazione, ma i blaugrana non permettono loro di rientrare, anche perchè la difesa russa continua a fare acqua, ed è costretta a regalare un sette metri agli avversari, sfruttato da Juanin per portare il match sull'otto a quattro dopo una decina di minuti.

A quel punto arriva un regalo insperato ai russi, e a chiunque vorrebbe vedere un match più combattuto, sotto forma di esclusione di Oneto. Peccato che al Medvedi non riescano ad approfittarne; alcune conclusioni a dir poco scriteriate e la solita prodezza di Saric non permettono loro di rientrare, e poi Sarmiento in acrobazia ristabilisce il +4 (9-5) costringendo la panchina russa al time-out.

La piccola pausa sembra far bene a Kamanin, che mette a segno un gran goal al ritorno in campo, ma non alla difesa, che consente alla manovra avversaria di mettere tranquillamente Juanìn nella condizione ideale per mortificare di nuovo le speranze russe.

Si arriva al ventesimo minuto sul punteggio di 11-7, e soprattutto con un non proprio lusinghiero (eufemismo) 44 percento in attacco per il Chekhovskie. Nemmeno Il Barça (55 %) è stratosferico al tiro, ma con tutte le seconde possibilità che una distratta (eufemismo) difesa avversaria ha concesso loro, questo non è poi un problema ... Lo sa bene il folletto magico Juanin Garcia, che proprio in 'tap-in' porta i suoi ad un nuovo massimo vantaggio: 12-7.

Il mini-break (Filipov, e Dibirov in un raro contropiede) del Chekhovskie, così come alcune apparenti difficoltà del Barça in attacco, si rivelano una mera illusione. Sarmiento e Noddesbo (quest'ultimo ancora approfittando della lentezza difensiva rivale dopo un parata di Grams) tolgono le castagne dal fuoco per i catalani, che Rocas dall'angolo destro e Mikkel Hansen conducano a nuove vette sul 16-10, con la complicità di Saric in versione blocca-missili. Il golletto successivo di Starykh é poca cosa, anche perché Filippov si fa ipnotizzare dal portiere serbo-bosniaco e spreca un sette metri ad alcuni secondi dalla sirena.

La sensazione dopo trenta minuti è che, invece di rientrare negli spogliatoi 'solo' per l'intervallo, si potrebbe chiudere tutto qua e andare a farsi una birra (o vodka, o bottiglia di cava catalano, visti i contendenti ...) tutti insieme.

Nel secondo tempo, per fortuna (dello spettacolo) le cose cambiano un poco. Dopo una facile rete di Juanin, una palla persa dai russi ed un contropiede buttato alle ortiche in mdo assurdo da Kovalev (insomma, la solita solfa ...) il Medvedi ha finalmente una reazione di orgoglio, forse favorita dal fatto che il Barça credeva di essere già in finale. Fatto sta che quattro reti consecutive dei russi, trascinati dai soliti Filippov e Dibirov ma con pure gli altri dando finalmente il loro contributo, riaprono in maniera inaspettata l'incontro, e dalle casse della Lanxess Arena risuona persino il ballo della steppa.

Sul 19-16 i russi avrebbero addirittura la possibilità di andare sul meno due, ma Saric fa buona guardia. La farebbe anche Grams dall'altro lato, peccato che i suoi compagni (cui il portiere di Krasnodar avrà di certo moooolto da dire stasera in albergo ...) concedano per l'ennesima volta una seconda opportunità ai catalani. Ne nasce un rigore che Juanin non si fa pregare per mettere a frutto, e per ora il Barça ha scampato il pericolo. Si prosegue con uno scambio di reti, Romero (si, c'è anche lui ...) e Hansen da una parte, due goal spettacolari dall'altra, che infiammano un pubblico in maggioranza schierato con i russi, o magari solo desideroso di vedere un partita vera.

Così quando Chipunin riesce finalmente a portare i suoi a due incollature (20-22) dopo 42 minuti l'Arena va in visibilio, provocando però la reazione dei non moltissimi tifosi blaugrana, che capiscono le difficoltà della squadra e tornano a farsi sentire, ma soprattutto dei giocatori, i quali decidono che è il momento di tornare a fare sul serio. Juanin e Garabaya si incaricano di riportare i catalani a distanza di sicurezza (25-20), mentre nervosismo ed 'effetto-Saric' tornano a bloccare i russi, proprio quando sembravano sulla giusta strada per tentare una sera rimonta.

Il mini-parziale si rivela decisivo, anche perché in un nuovo scambio di reti Nagy e Noddesbo rispondono a Diburov e Kovalev. Il Barcellona arriva ai dieci dalla fine con un buon margine sugli avversari, e nella smorfia di Shelmenko, dopo che Saric gli ha neutralizzato una disperata bordata dalla lunga distanza, c'è tutta la resa del Medvedi. Così come, poco dopo, c'è tutta la gioia del Barça nel gesto di esultanza che Rutenka rivolge ai suoi tifosi dopo avere aumentato il proprio bottino personale.

Al trionfo catalano manca solo una cosa: David Barrufet. E puntualmente il mito della pallamano di Barcellona fa il suo ingresso a circa quattro minuti dalla fine, e pure nel poco tempo che gli viene concesso riesce a dimostrare che gli anni passano, ma la sua classe e bravura rimangono immutate. Negli ultimi istanti dell'incontro i blaugrana arrivano persino al più otto, uno scarto che punirebbe gli avversari anche al di là dei loro demeriti. Un ultimo gol e si va tutti negli spogliatoi sul 34-27.

Ottimo risultato per un buon Barcellona, che ha spinto sull'acceleratore quando doveva, in altri momenti ha amministrato e persino risparmiato energie per la sfida successiva, ma ha anche avuto più di un passaggio a vuoto, non dissipando del tutto i dubbi sulla squadra. Domani, contro un avversario di tutt'altro livello (chiunque esca dall'altra semifinale non lascerà all'attacco blaugrana tutto quello concesso dalla debole difesa russa oggi ...) farà meglio a non permetterseli. Altrimenti il Cant del Barça, inno della squadra che suonava nell'Arena al termine della partita questa sera, rischierà di rimanere un urlo strozzato dentro le casse, e la coppa di rimanere lontano dal museo del Camp Nou per almeno un'altra stagione.

** Barcellona-Chekhovskie Medvedi 34-27 (17-11)

Barcellona: Saric, Barrufet, Juanín García (8, 3 rig.), Boldsen, Jernemyr, Garabaya (3), Igropulo (2), Rocas (1), Sarmiento (3), Rutenka (4), Nagy (3), Oneto, Víctor Tomás (2), Iker Romero (1), Noddesbo (5), Mikkel Hansen (2).
Chekhovskie Medvedi: Grams, Shishkarev, Kovalev (2), Shelmenko (2), Ivanov (1), Chipurin (5), Rastvortsev (1), Dibirov (5), Chernoivanov, Filippov (7, 1 rig.), Starykh (2), Kamanin (2, 2 rig.), Skopintsev.
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Il Lemgo vince la Coppa EHF

Secondo successo tedesco in un paio di giorni nella competizioni europee per club: dopo il Gummersbach trionfatore in Coppa Coppe giovedì scorso, oggi è toccato al TBV Lemgo, che fa tesoro del successo casalingo dello scorso week-end e resiste ai tentativi di rimonta da parte del Kadetten Sciaffusa, perdendo alla fine solamente per 30-28 (primo tempo 14-10 per gli svizzeri padroni di casa, che avevano illuso i propri tifosi sulle possibilità di rimonta) e portandosi dunque a casa la Coppa EHF 2009/2010.

Highlights dell'incontro

** Kadetten Schaffhausen - TBV Lemgo 30:28 (14:10)

Kadetten Sciaffusa: Gustavsson, Quadrelli , Kukucka (4), Rauh, Graubner (1), Patrail (7), Filip (5), Starczan (1), Marcinkevicius, Stojanovic (5), Bucher (1), Ursic (3), Liniger (3, 2 rig.).
TBV Lemgo: Galia, Lichtlein, Kraus (12), Ilyes, Preiss (3), Bechtloff (1), Schmetz (2), Glandorf, Kehrmann(1), Mocsai (1), Strobel, Hermann (7), Svavarsson (1), Kubes.

Spettatori: 1500 circa.
Parziali: 1:0, 2:1, 2:3, 3;4, 5:4, 5:5, 7:5, 7:6, 9:6, 9:8, 13:8, 13:9, 14:9, 14:10 (fine pt); 14:11, 15:12, 17:12, 17:16, 18:16, 19:17, 19:20, 21:20, 23:22, 24:24, 26:24, 27:25, 28:26, 28:27, 29:27, 29:28, 30:28.
Penalità: Kadetten: 2x2 Min., TBV Lemgo: 4x2 Min.

Andata: 18-24. TBV Lemgo vincitore della EHF Cup 2009/2010.
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Champions League - Dove Seguire la Final Four

Alla Lanxess Arena ovviamente :P

MA se non siete tra i quasi ventimila fortunati che potranno assistere live on the spot alle grandi sfide di Colonia, ecco una breve guida (Internet e TV) per seguire le quattro partite in diretta.

Anzitutto, ogni incontro dovrebbe essere trasmesso sul canale web dell'European Handball Federation (con audio di ambiente) al seguente indirizzo:
http://www.ehftv.com/ehfec/ec/ehfc/men/2009-10/live/high/001078

Chi vuole seguire l'evento su internet può anche tentare la fortuna collegandosi al portale http://www.sport.ro/ e andare alla sezione live, dove (se va bene) potrà assistere agli incontri con commento il lingua rumena. L'esperienza personale dice che in questo caso il successo è tutt'altro che assicurato, però ...


In televisione il canale da seguire è ovviamente Eurosport, la cui versione tedesca, disponibile gratis sul satellite Astra, manderà in onda gli incontri in diretta. Decisamente in tono minore la copertura sulla versione italiana del massimo broadcaster sportivo continentale, che manderà in onda (su Eurosport 2) la grande sfida tra Kiel e Ciudad Real in differita stasera dalle ore 2115 circa. Con differita anche della finalissima domani sera, stesso orario e stessa emittente.

Barça, Kiel, Medvedi ed ovviamente Ciudad Real dovrebbero andare in diretta pure sul non molto conosciuto A2, canale macedone gratuito ma presente soltanto su due satelliti assai poco 'diffusi' nel nostro paese. Per la cronaca: Intelsat 10-02 (1.0°ovest), ed Intelsat 901 (18.0°ovest).

Ci sono poi numerose altre emittenti, da Sport+ francese alla TV2 Sport di Norvegia, che diffonderanno il segnale della Final Four in vari paesi, ma riservandolo ai loro rispettivi abbonati. Sono tutte elencate, al pari di quelle già menzionate, nelle immagini qui sotto (cliccare per ingrandire).



Eventuali aggiornamenti a seguire.
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IHF Player of the Year 2009. Parla Allison Pineau

Intervista, apparsa sul sito della Federazione Francese, ad Allison Pineau, vincitrice (secondo noi immeritatamente, ma tant'è … complimenti comunque) del premio riservato alla migliore giocatrice dell'anno 2009 (IHF World Player of the Year 2009)

Come ha reagito alla scelta?
Con molta sorpresa. Assolutamente non me lo aspettavo. Già essere nominata per me è stata una sorpresa. Figuriamoci la vittoria ... Non avrei potuto immaginare una cosa del genere nemmeno nei miei sogni più arditi.

Che ricordi ha del 2009?
Ci sono state molte sfide. In nazionale le due partite di qualificazione ai Mondiali contro la Croazia, con una buona prestazione nella gara di ritorno a Lione. E poi la fase finale dei Campionati del Mondo, con il risultato (secondo posto) che tutti noi conosciamo. Nella squadra di club (il Metz) le cose sono state più difficili. Ho faticato a trovare lo stesso equilibrio che avevo in nazionale. Per quale motivo? Devo ammettere che non ho ancora trovato la risposta. Tutto passa senza dubbio da una maggiore regolarità, e anche da un maggior rigore.

Il difficile arriva adesso?
Sì. Dovrò confermarmi, giustificare in campo la fiducia che mi è stata data con questa scelta. Ricevere un premio è bellissimo, ma a questo punti tutti si attenderanno molto da me. Ho il dovere di dimostrare alle persone che mi hanno votato che non si sono sbagliate, che non sono arrivata fino a questo punto per caso.

A cosa ha pensato quando ha saputo del risultato?
Prima di tutto a mia madre. Successivamente ad Amélie Goudjo. Abbiamo giocato assieme in nazionale, ma per una stagione anche ad Issy-les-Moulineaux. Ricordo che una volta mi disse che sarei diventata un grande giocatore se avessi continuato a lavorare sodo. E' lei la seconda persona a cui ho pensato.

La ritroverà presto, visto che Domenica prossima la nazionale gioca a Lilla contro la Gran Bretagna per le qualificazioni agli Europei.
Sì, e la vedrò con piacere. Sono felice di ritrovare tutta la squadra. Festeggeremo insieme la mia scelta (come Giocatrice dell'Anno 2009), dopo aver battuto la Gran Bretagna naturalmente …
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Coppe Europee. Le altre partite di Sabato 29 Maggio 2010

Non solo Champions. Oltre a Chekhovskie Medvedi-Barcellona ed al 'piatto forte' della giornata, ovviamente Ciudad Real-THW Kiel, oggi in Europa si giocano altri due incontri di cartello, rispettivamente le gare di ritorno delle finali di Coppa EHF e Challenge Cup.

A Sciaffusa (Svizzera) i Kadetten locali, dominatori nel loro campionato, tenteranno di ribaltare il 18-24 subito lo scorso fine settimana in casa del TBV Lemgo per vincere la EHF Cup. I tedeschi, che a fine stagione vedranno il giocatore della nazionale Michael Kraus partire, forse alla volta dell'Amburgo, potranno sicuramente contare su una buona rendita, ottenuta tra la mura amiche grazie soprattutto alle parate di Martin Galia, portiere che viene dalla Repubblica Ceca, ed alla vena realizzativa di Florian Kehrmann - otto reti in gara uno.

Ma, come ricorda lo stesso 'top-scorer' germanico, fidarsi troppo di un tale margine di vantaggio potrebbe risultare controproducente, anche perché in casa propria gli svizzeri si trasformano in perfetta macchina da guerra. Ne sanno qualcosa al Frisch Auf Göppingen, eliminato dai "Cadetti" nei quarti di finale, e soprattutto al Flensburg, che proprio a causa loro ha dovuto rinunciare ai sogni di una finale tutta tedesca. In Svizzera sperano, con l'aiuto del pubblico che riempirà la Schweizersbild-Halle, di giocare il terzo brutto scherzo di fila ad un club del paese vicino.

Un risultato che, se ottenuto, consegnerebbe gli uomini di coach Petr Hrachovec, e del presidente Giorgio Behr, alla storia. In caso contrario, a fare la storia potrebbe essere la pallamano tedesca, già trionfatrice con il Vfl Gummersbach in Coppa Coppe appena due giorni fa, e che a quel punto aspetterebbe 'solo' il successo del Kiel nella Final Four 'casalinga' di Champions per suggellare il proprio dominio continentale. Ma queste per ora sono soltanto chiacchiere.

Oggi pomeriggio, a partire dalle ore 1400 circa (probabile diretta internet su ehftv.com), conteranno solo i fatti.

Cliccare sull'immagine per ingrandire.

Questa sera, invece, toccherà all'MMTS Kwidzyn in Challenge Cup. I polacchi, ormai divenuti 'vecchia conoscenza' degli appassionati di pallamano italiani dopo la sfida di semifinale contro il Bologna United, sono di scena alle ore 2030 (1930 locali) al Pavilhão Municipal de Desportos - Cidade de Almada, dove cercheranno di ribaltare il 25-27 subito in casa propria domenica scorsa dallo Sporting Clube de Portugal di Lisbona, sezione Andebol della polisportiva che, tra le altre cose, ha lanciato ai suoi tempi un certo Cristiano Ronaldo nel calcio.

Sarà un compito tutt'altro che agevole per il Kwidzyn, specialmente in un palazzetto quasi completamente pieno (fino ad alcune ore fa erano ancora disponibili solo duecento biglietti circa, che potrebbero andare esauriti in tempo per l'incontro) e contro avversari decisissimi a ripetere la prestazione positiva dell'andata, frutto in particolare della buona serata del cannoniere Pedro Solha, di Bosko Bjelanovic, Mitja Lesjak e Vladimir Petric, oltre che del portiere Ricardo Correia, entrato nel secondo tempo a Kwidzyn e subito messosi in mostra.

Cliccare sull'immagine per ingrandire.

Ma in Polonia saranno determinati a giocarsi il tutto per tutto pur di evitare il paradosso di concludere una stagione storica (conquista delle rispettive finali sia in campionato che in Challenge Cup) nel peggiore dei modi (netta sconfitta con il Kielce nell'atto conclusivo dei play-off in patria, e battuta d'arresto contro i 'leoni' portoghesi nelle partite decisive a livello continentale).

Assaporare un'altra volta la gloria senza conquistarla sarebbe crudele per i polacchi, anche se gli uomini di Paulo Faria, ben consci di essere a loro volta di fronte ad un appuntamento storico, certamente non faranno loro sconti.
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Champions League Maschile - Il Trofeo

Eccolo qui, il Trofeo che tutti vorrebbero avere. Il simbolo del successo nella Champions League maschile 2009-2010. La scultura creata dagli artisti austriaci Herbert e Stefan Gahr, che solo una tra Ciudad Real, Barcellona, THW Kiel e Chekhovskie Mevdedi alla fine potrà toccare ed alzare, è stata presentata ufficialmente ieri pomeriggio, durante il gala di apertura della manifestazione.


Per adesso ai giocatori della quattro squadre - anzi, ad un solo atleta per ciascuna di esse - è stato appena consentito di sfiorarla, ma tutti loro sicuramente la pensano come il portiere del Ciudad Real Josè Javier Hombrados, che non ha usato mezzi termini: 'Vogliamo sollevare questo bell'esempio d'arte Domenica'. Il suo collega catalano David Barrufet é stato altrettanto chiaro: 'solamente una squadra toccherà il trofeo alla fine, e spero proprio sia il Barça'. Marcus Ahlm, capitano del THW Kiel, ha voluto essere un poco più diplomatico, almeno formalmente: 'Tutti vogliono questo stringere tra le mani questo trofeo Domenica, ma solo una lo conquisterà'. Vitali Ivanov, capitano dei russi 'outsider' nella Final Four, ha invece osservato come il trofeo sia bello e trasmetta buone sensazioni.
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venerdì 28 maggio 2010

Champions League - Final Four: parla Dujshebaev

Alcune delle dichiarazioni, sul tema 'Final Four di Champions League', fatte di recente dal mitico Talant Dujshebaev, allenatore del Ciudad Real.

'Vogliamo andare in finale e vincerla, così chiuderemmo nel migliore dei modi una stagione bellissima, in cui abbiamo già conquistato il titolo nazionale e vinto il Super Globe. Le conclusioni però le trarremo alla fine, domenica prossima'.

'Prima di quello infatti dovremo battere il Kiel, un avversario che conosciamo bene, anche se è diverso rispetto al passato. Non dico migliore o peggiore, semplicemente diverso, perché hanno perso chi, come Karabatic e Kavticnik, dava loro più aggressività in difesa ed in attacco. Li hanno sostituiti con Pallmarsson, Ilic, Sprenger che è infortunato, Narcisse, che sono pure bravissimi, ma con caratteristiche differenti dai giocatori di prima; ora la squadra attua un gioco più collettivo, anche se in fondo continuano ad usare una difesa 6-0'.


'Avevo già detto che secondo me il miglior organico è quello dell'Amburgo, anche se loro non sono alla 'Final Four' perché li abbiamo eliminati, però il Kiel li ha battuti qualche giorno fa. Quindi (il Kiel) ha dimostrato di essere una grande squadra che merita il nostro massimo rispetto'.

'Una finale con il Barcellona Borges? Adesso non penso ad altro che al Kiel. Non saprei dire però se la loro vittoria in Bundesliga in casa dell'Amburgo possa essere d'aiuto (nella Final Four di Champions) o meno. Questo lo si vedrà alla fine'.

'A mio parere giocare il Super Globe in Qatar è stata una cosa positiva, anche se altri potranno affermare il contrario. Le valutazioni finali, ripeto, le faremo comunque la sera del 30 Maggio. Quel che posso dire (per certo) è che l'ambiente che si vivrà alla Lanxess Arena sarà impressionante, un bello scenario che ci fornirà ulteriori stimoli'.

'Evdokimov ha ancora qualche serio problema al ginocchio destro, mentre Cañellas si è pienamente ristabilito dai suoi guai a quello sinistro. Ad entrambi manca il ritmo di gara ma la voglia di giocare questa competizione fa dimenticare qualunque dolore'.
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