Ed alla fine, l'autorità e l'esperienza hanno prevalso sull'entusiasmo e sulla fame di vittoria. Beh, magarialla fine no, perché per sapere il nome della vincitrice della Champions League femminile 2009/10 manca ancora una battaglia lunga sessanta minuti. Ma di certo le ragazze dell'Oltchim Râmnicu Vâlcea sono ora chiamate ad un'impresa non da poco se intendono ribaltare il pesante 28-21 con cui il Viborg HK ha sigillato la finale di andata alla Messecenter di Herning, scelta al posto del loro abituale palazzetto per consentire un maggiore afflusso di pubblico.
E pensare che all'inizio le cose si erano messe bene per l'Oltchim. Spinte dall'entusiasmo di chi si trova per la prima volta ad affrontare un appuntamento così importante, e da circa trecento tifosi che pure in trasferte come questa non hanno mancato di far sentire la propria voce ed il sostegno alla squadra, Narcisa Lecuşanu e compagne erano partite senza alcun timore referenziale per le campionesse d'Europa in carica, portandosi in vantaggio dopo un minuto di gioco.
Nemmeno la risposta della montenegrina Bojana Popovic, da molti considerata miglior giocatrice del mondo, e le parate di Katrine Lunde-Haraldsen, candidata eccellentissima al titolo di IHF Player of the Year 2009, sembravano impressionarle. Tanto che, dopo uno scambio di reti da una parte e dall'altra, sono proprio le rumene ad allungare, con il pivot Ionela Stanca che porta lo score sul 7-5 a loro favore dopo una dozzina di minuti.
Ma a quel punto, proprio quando occorreva dimostrare che oltre all'entusiasmo c'era anche solidità, l'Oltchim si scioglie. Inesperienza e nervosismo tradiscono la truppa di Voina, e se a qualche banale errore in attacco si aggiungono la classe e la mentalità vincente della multinazionale scandinava, capace di non abbattersi nelle difficoltà, ecco che si spiega come l'andamento della partita cambi del tutto in pochi minuti. Una rete dell'altra gemella Lunde (Kristine Lunde-Borgersen) ed una difesa come (quasi) sempre agguerrita ed efficace spianano la strada ad un micidiale 5-0 che manda il Viborg sul più tre. In mancanza delle reti di una Neagu oggi meno determinante del solito, sono Stanca, Lecusanu e Maier che provano a tenere le opsiti in partita, ma quando dall'altra parte sale in cattedra Grit Jurack, ennesima perla dall'organico di Jakob Vestegaard, tornata in campo ad Aprile solo due mesi dopo la maternità, per l'Oltchim è di nuovo notte fonda.
Rumene nervose in difesa - e spesso mandate in panchina dagli arbitri a calmare i propri bollori - ma anche, complice il 'muro' eretto delle rivali, in fase offensiva. Ne é (ulteriore) prova l'ultima macchinosa azione prima dell'intervallo, nella quale l'Oltchim non riesce a far fruttare la propria superiorità numerica dopo una giusta penalità inflitta a Kristine Lunde. Si va negli spogliatoi sul 14-11 per il Viborg. Meno tre e grazie. Poteva andar peggio con quel che si è visto in campo.
I tifosi dell'Oltchim riprendono coraggio a inizio ripresa, quando un rigore trasformato dalla Neagu riporta le rumene sul meno due (13-15). Ma a quel punto comincia il 'Bojana & Katrine Show'. Se la norvegese continua a fare egregiamente il suo lavoro tra i pali, dall'altro lato del campo la montenegrina ne mette quattro di fila, consentendo al Viborg di toccare un nuovo massimo vantaggio (19-13). Non serve neanche spedire il 'mastino' Gorica Acimovic in panca per due minuti; Bojana pare inarrestabile (in certi momenti, per come semina il panico nella difesa nemica, ricorda il miglior Leo Messi del calcio ...), e con lei tutta la sua truppa.
Non sono solo le quattro reti di fila, ma anche le urla (più di grinta che di gioia) della Popovic dopo ogni marcatura a trasformare questi minuti in un incubo per le rumene. E per i loro tifosi, che per la prima volta sembrano perdere fiducia e vengono sovrastati 'acusticamente' dal pubblico di casa.
Una doppia penalità per il Viborg (con Acimovic ancora coinvolta) ed una Neagu finalmente capace di incidere sul match offrono alle ragazze di Voina un'insperata scialuppa di salvataggio nel pieno del naufragio, tanto da portarle sul 16-20 a 17 minuti dalla fine. Ma l'Armata Verde non si scompone più di tanto, e torna a colpire con maggiore potenza. Il pivot Anja Althaus cerca e trova dai sei metri una rete psicologicamente fondamentale, cosi come risultano esserlo i successivi due minuti presi dalla Neagu, ed un po' tutte le scandinave fanno la loro parte in un nuovo, tremendo parziale che taglia le gambe alle avversarie. Portandole anche ad errori banali, come quello di una Ramona Maier lanciatissima in contropiede che va in panico appena si trova di fronte la Haraldsen in uscita, e sparacchia un tiraccio sopra la traversa.
Ma che soprattutto fanno lievitare lo score sul 28-18 ai cinque della fine. Il pubblico danese si alza in piedi per una standing ovation, forse pensando che la partità sia già terminata. Lo deve aver pensato pure qualcuno nel Viborg, visto che nell'ultima fase dell'incontro le detentrici del trofeo vanno in bianco. Qualche imprecisione in attacco, soprattutto ad opera di Rikke Skov (merito anche del portiere rivale Paula Ungureanu) e di una Popovic che a tratti vuole strafare, le penalità 'vinte' in sequenza da Jurack e Kristine Lunde - la norvegese contesta la decisione arbitrale e finisce 'in rosso' - consentono a Ionela Stanca e socie di trasformare una disfatta totale in un risultato che, per quanto pesante, lascia ancora qualche speranza all'Oltchim in vista di una partita di ritorno a Bucarest che si prospetta ancora più 'calda' del previsto.
Ci vorrà tutto il calore, e la pressione della Sala Polivalentă di Bucarest, ci vorrà un ben altro Oltchim, ed una Neagu assai più incisiva (le sei reti di oggi, molte delle quali su rigore, rischiano di trarre in inganno circa la sua prestazione), perchè l'Oltchim possa davvero fare la Storia tra una settimana. Altrimenti la Storia sarà quella del Viborg, già ora straordinaria, ma a cui Popovic, Varzaru, Althaus (immenso il suo lavoro oggi, anche quello 'sporco'), Skov, le gemelle Lunde (pronte a dare il massimo anche se sono sul piede di partenza) ecc. potrebbero presto aggiungere un nuovo capitolo.
Jakob Vestergaard (coach del Viborg): 'Prima della partita sarei stato felice di vincere di cinque, quindi adesso le sensazioni sono davvero buone. Tutta la pressione è sulle spalle del Valcea ora, ed in più noi di solito giochiamo bene fuori casa' .
Narcisa Lecusanu (giocatrice dell'Oltchim): 'Non siamo mai riuscite a mettere in pratica il nostro gioco. Non so se potremo rovesciare la situazione al ritorno, ma cercheremo almeno di fare una buona partita. Si tratta pur sempre di una finale'.
Viborg HK-Oltchim Valcea 28-21 (14-11)
Viborg HK: Bojana Popovic 9, Cristina Varzaru 6, Grit Jurack 5, Rikke Skov 3, Henriette Mikkelsen 2, Anja Althaus 2, Kristine Lunde-Borgersen 1
Oltchim Valcea: Cristina Neagu 6, Ionela Stanca 6, Adriana Nechita 3, Narcisa Lecusanu 3, Iulia Puscasu 1, Ramona Maier 1, Patricia Vizitiu 1.
Espulsioni: Kristine Lunde-Borgersen, Viborg HK
Penalità: Viborg HK 7x2 min.; Oltchim Valcea 5x2 min.
Spettatori: 3.950
E pensare che all'inizio le cose si erano messe bene per l'Oltchim. Spinte dall'entusiasmo di chi si trova per la prima volta ad affrontare un appuntamento così importante, e da circa trecento tifosi che pure in trasferte come questa non hanno mancato di far sentire la propria voce ed il sostegno alla squadra, Narcisa Lecuşanu e compagne erano partite senza alcun timore referenziale per le campionesse d'Europa in carica, portandosi in vantaggio dopo un minuto di gioco.
Nemmeno la risposta della montenegrina Bojana Popovic, da molti considerata miglior giocatrice del mondo, e le parate di Katrine Lunde-Haraldsen, candidata eccellentissima al titolo di IHF Player of the Year 2009, sembravano impressionarle. Tanto che, dopo uno scambio di reti da una parte e dall'altra, sono proprio le rumene ad allungare, con il pivot Ionela Stanca che porta lo score sul 7-5 a loro favore dopo una dozzina di minuti.
Ma a quel punto, proprio quando occorreva dimostrare che oltre all'entusiasmo c'era anche solidità, l'Oltchim si scioglie. Inesperienza e nervosismo tradiscono la truppa di Voina, e se a qualche banale errore in attacco si aggiungono la classe e la mentalità vincente della multinazionale scandinava, capace di non abbattersi nelle difficoltà, ecco che si spiega come l'andamento della partita cambi del tutto in pochi minuti. Una rete dell'altra gemella Lunde (Kristine Lunde-Borgersen) ed una difesa come (quasi) sempre agguerrita ed efficace spianano la strada ad un micidiale 5-0 che manda il Viborg sul più tre. In mancanza delle reti di una Neagu oggi meno determinante del solito, sono Stanca, Lecusanu e Maier che provano a tenere le opsiti in partita, ma quando dall'altra parte sale in cattedra Grit Jurack, ennesima perla dall'organico di Jakob Vestegaard, tornata in campo ad Aprile solo due mesi dopo la maternità, per l'Oltchim è di nuovo notte fonda.
Rumene nervose in difesa - e spesso mandate in panchina dagli arbitri a calmare i propri bollori - ma anche, complice il 'muro' eretto delle rivali, in fase offensiva. Ne é (ulteriore) prova l'ultima macchinosa azione prima dell'intervallo, nella quale l'Oltchim non riesce a far fruttare la propria superiorità numerica dopo una giusta penalità inflitta a Kristine Lunde. Si va negli spogliatoi sul 14-11 per il Viborg. Meno tre e grazie. Poteva andar peggio con quel che si è visto in campo.
I tifosi dell'Oltchim riprendono coraggio a inizio ripresa, quando un rigore trasformato dalla Neagu riporta le rumene sul meno due (13-15). Ma a quel punto comincia il 'Bojana & Katrine Show'. Se la norvegese continua a fare egregiamente il suo lavoro tra i pali, dall'altro lato del campo la montenegrina ne mette quattro di fila, consentendo al Viborg di toccare un nuovo massimo vantaggio (19-13). Non serve neanche spedire il 'mastino' Gorica Acimovic in panca per due minuti; Bojana pare inarrestabile (in certi momenti, per come semina il panico nella difesa nemica, ricorda il miglior Leo Messi del calcio ...), e con lei tutta la sua truppa.
Non sono solo le quattro reti di fila, ma anche le urla (più di grinta che di gioia) della Popovic dopo ogni marcatura a trasformare questi minuti in un incubo per le rumene. E per i loro tifosi, che per la prima volta sembrano perdere fiducia e vengono sovrastati 'acusticamente' dal pubblico di casa.
Una doppia penalità per il Viborg (con Acimovic ancora coinvolta) ed una Neagu finalmente capace di incidere sul match offrono alle ragazze di Voina un'insperata scialuppa di salvataggio nel pieno del naufragio, tanto da portarle sul 16-20 a 17 minuti dalla fine. Ma l'Armata Verde non si scompone più di tanto, e torna a colpire con maggiore potenza. Il pivot Anja Althaus cerca e trova dai sei metri una rete psicologicamente fondamentale, cosi come risultano esserlo i successivi due minuti presi dalla Neagu, ed un po' tutte le scandinave fanno la loro parte in un nuovo, tremendo parziale che taglia le gambe alle avversarie. Portandole anche ad errori banali, come quello di una Ramona Maier lanciatissima in contropiede che va in panico appena si trova di fronte la Haraldsen in uscita, e sparacchia un tiraccio sopra la traversa.
Ma che soprattutto fanno lievitare lo score sul 28-18 ai cinque della fine. Il pubblico danese si alza in piedi per una standing ovation, forse pensando che la partità sia già terminata. Lo deve aver pensato pure qualcuno nel Viborg, visto che nell'ultima fase dell'incontro le detentrici del trofeo vanno in bianco. Qualche imprecisione in attacco, soprattutto ad opera di Rikke Skov (merito anche del portiere rivale Paula Ungureanu) e di una Popovic che a tratti vuole strafare, le penalità 'vinte' in sequenza da Jurack e Kristine Lunde - la norvegese contesta la decisione arbitrale e finisce 'in rosso' - consentono a Ionela Stanca e socie di trasformare una disfatta totale in un risultato che, per quanto pesante, lascia ancora qualche speranza all'Oltchim in vista di una partita di ritorno a Bucarest che si prospetta ancora più 'calda' del previsto.
Ci vorrà tutto il calore, e la pressione della Sala Polivalentă di Bucarest, ci vorrà un ben altro Oltchim, ed una Neagu assai più incisiva (le sei reti di oggi, molte delle quali su rigore, rischiano di trarre in inganno circa la sua prestazione), perchè l'Oltchim possa davvero fare la Storia tra una settimana. Altrimenti la Storia sarà quella del Viborg, già ora straordinaria, ma a cui Popovic, Varzaru, Althaus (immenso il suo lavoro oggi, anche quello 'sporco'), Skov, le gemelle Lunde (pronte a dare il massimo anche se sono sul piede di partenza) ecc. potrebbero presto aggiungere un nuovo capitolo.
Jakob Vestergaard (coach del Viborg): 'Prima della partita sarei stato felice di vincere di cinque, quindi adesso le sensazioni sono davvero buone. Tutta la pressione è sulle spalle del Valcea ora, ed in più noi di solito giochiamo bene fuori casa' .
Narcisa Lecusanu (giocatrice dell'Oltchim): 'Non siamo mai riuscite a mettere in pratica il nostro gioco. Non so se potremo rovesciare la situazione al ritorno, ma cercheremo almeno di fare una buona partita. Si tratta pur sempre di una finale'.
Viborg HK-Oltchim Valcea 28-21 (14-11)
Viborg HK: Bojana Popovic 9, Cristina Varzaru 6, Grit Jurack 5, Rikke Skov 3, Henriette Mikkelsen 2, Anja Althaus 2, Kristine Lunde-Borgersen 1
Oltchim Valcea: Cristina Neagu 6, Ionela Stanca 6, Adriana Nechita 3, Narcisa Lecusanu 3, Iulia Puscasu 1, Ramona Maier 1, Patricia Vizitiu 1.
Espulsioni: Kristine Lunde-Borgersen, Viborg HK
Penalità: Viborg HK 7x2 min.; Oltchim Valcea 5x2 min.
Spettatori: 3.950
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