Randers HK nella storia, dunque. La rappresentativa della cittadina dello Jutland (circa 55.000 abitanti) conquista giovedì pomeriggio il suo primo trofeo internazionale di sempre, nonchè quarta affermazione di una squadra danese nella Coppa EHF Femminile, sconfiggendo per 30-24 l'Elda Prestigio spagnolo in una strana partita 'ad ondate', fatta di frequenti break e contro-break da una parte e dall'altra, ed in maniera assai più sofferta di quel che il punteggio conclusivo possa far credere.
I primi momenti del match in una Elro Arena (a dispetto del nome si tratta della tana del Randers, NON dell'Elda) stipata come previsto sono all'insegna della frenesia e del nervosismo, peraltro comprensibili data la posta in gioco. Errori da una parte e dall'altra, poi le ospiti rompono il ghiaccio e vanno anche su un bel 3-2 che potrebbe dare fiducia alle iberiche, già vincitrici (22-20) nell'andata casalinga. Ma a quel punto alle parate di Chana Masson - immensa per quasi tutto il match - ed alle reti di Nina Wörz e Camilla Dalby, che avevano tenuto a galla il Randers nelle battute iniziali, si aggiungono i contributi di Mie Augustesen e Maria Fisker, della Fruelund e della brasiliana Medeiros, e le padrone di casa piazzano un 5-0 che sembra preludio di un facile trionfo, portando lo score sul 7-3.
L'Elda non si lascia abbattere però, comincia a rispondere colpo su colpo, con Oana Soit una volta di più a prendere le redini della squadra, e torna negli spogliatoi sul meno due (14-12). In pratica le squadre arrivano all'ultimo 'quarto' della loro sfida incrociata in sostanziale equilibrio.
Equilibrio che si rompe ad inizio ripresa. Non a favore dell'Elda, come la rete di apertura della Soit poteva far credere. Ma dalla parte delle scandinave, che mettono a segno un tremendo 6-0, passando in una mezza dozzina di minuti dal 14-13 al 20-13. Spagnole impacciate in attacco e fallose in difesa, tanto da regalare a Katrine Fruelund ben tre rigori di fila, che la veterana danese non si fa pregare per realizzare. Diana Box, coach dell'Elda, non sembra gradire la direzione della coppia arbitrale (femminile) rumena, a suo parere troppo permissiva verso la difesa locale, e si becca un cartellino giallo.
Una nuova rete della Fruelund permette al Randers di toccare il massimo vantaggio sul 22-14, di fronte ad un pubblico in delirio che forse si illude che il match sia ormai chiuso. Magari lo credeva pure qualcuna delle atlete in maglia azzurra, ma a far cambiare loro idea ci pensa la nuova reazione di un Elda mai domo, che grazie soprattutto a Silvana Ilic, Asensi Vidal ed ovviamente Oana Soit torna pericolosamente in partita. Nemmeno l'uno-due delle talentuose Dalby ed Augustesen, colonne portanti di quella nazionale danese 'classi '88-89' che per alcuni anni aveva dominato la scena internazionale a livello giovanile (e di questi tempi assidue frequentatrici della nazionale maggiore), sembra frenare la 'remontada' delle iberiche.
Che però, come capita nelle trame più crudeli, si ferma sul più bello. Per due volte le ragazze di Diana Box hanno l'occasione di riportarsi su quel meno due che, in virtù della quantità di reti segnate in trasferta, sarebbe ormai garanzia di conquista del titolo. E per due volte il nervosismo e la precipitazione le tradiscono. L'Elda sbaglia e perdona le avversarie, Masson e Fruelund invece no.
E se queste fuoriclasse più 'Wunder-Wörz' non fossero abbastanza, ci pensa Berit Kristensen, piuttosto in ombra durante il match ma venuta alla ribalta al momento giusto per mettere in cascina una doppietta che dà la mazzata definitiva alle spagnole. I tremila dell'Arena (esclusi i tifosi ospiti, pochi ma fattisi sentire a sufficienza nel corso dell'incontro) sono legittimati ad intonare 'Sejren er vor!' ('la vittoria è nostra'), canto di festa che spesso risuona nei palazzetti scandinavi. Gli ultimi due minuti servono unicamente alle varie Soit, Wörz e Vidal per aumentare i rispettivi bottini personali, e ad Alessandra Medeiros per mettere il sigillo al trionfo con una rete a fil di sirena.
Grazie soprattutto alla saracinesca brasiliana Masson, al suo centrale germanico ed alla freddezza di Katrine Fruelund, ma senza dimenticare l'apporto dalle altre giocatrici scese in campo, il Randers mette le mani sul trofeo, e lo fa con pieno merito, anche se qualcuna delle lamentele spagnole riguardanti l'arbitraggio pare tutt'altro che infondata. Una vittoria che rappresenta l'apoteosi di una stagione da incorniciare per coach Jan Leslie e tutta una squadra partita senza grandi ambizioni, e che adesso si ritrova vincitrice della Coppe EHF ed in finale nel campionato danese. Certo, ora qualcuno potrebbe addirittura pensare di far lo sgambetto alla corazzata Viborg, ma qui più che nella storia saremmo nella vera a propria fantascienza ...
All'Elda Prestigio va l'onore delle armi per la grande prova di carattere sfornata sia in patria che all'estero, ed il suggerimento di provarci ancora, per quanto senza Oana Soit, ormai con le valigie pronte per trasferirsi in un Itxako Reyno de Navarra dalle grandi ambizioni, confermarsi ad alti livelli in Europa non sarà cosa facile.
Randers HK (Dan) - Elda Prestigio (Spa) 30-24 (pt 14-12)
(Andata: 20-22. Punteggio Globale: 50-46)
RANDERS HK VINCITORE DELLA COPPA EHF
Randers HK: Katrine Fruelund 7 (4 rig.), Nina Wörz 7, Maria Fisker 3, Mie Augustesen 3, Berit Kristensen 3, Alessandra Medeiros 3, Camilla Dalby 3 (1 rig.), Tatiana Silich 1.
Elda Prestigio: Oana Soit 10 (4 rig.), Silvana Ilic 4, Asensi Vidal 3, Marija Popovic 2, Beatriz Sanchez 2, Vanesa Amoros 1, Viviana Jacques 1, Ana Paula Rodrigues 1.
Arbitri: Diana Carmen Florescu e Anamaría Duta (Romania).
Penalità: Jelena Eric e Alessandra Medeiros (Randers HK) e Mari Cruz Asensi e Silvana Ilic (Elda Prestigio). Cartellino giallo per Diana Box (Allenatrice Elda Prestigio).
I primi momenti del match in una Elro Arena (a dispetto del nome si tratta della tana del Randers, NON dell'Elda) stipata come previsto sono all'insegna della frenesia e del nervosismo, peraltro comprensibili data la posta in gioco. Errori da una parte e dall'altra, poi le ospiti rompono il ghiaccio e vanno anche su un bel 3-2 che potrebbe dare fiducia alle iberiche, già vincitrici (22-20) nell'andata casalinga. Ma a quel punto alle parate di Chana Masson - immensa per quasi tutto il match - ed alle reti di Nina Wörz e Camilla Dalby, che avevano tenuto a galla il Randers nelle battute iniziali, si aggiungono i contributi di Mie Augustesen e Maria Fisker, della Fruelund e della brasiliana Medeiros, e le padrone di casa piazzano un 5-0 che sembra preludio di un facile trionfo, portando lo score sul 7-3.
L'Elda non si lascia abbattere però, comincia a rispondere colpo su colpo, con Oana Soit una volta di più a prendere le redini della squadra, e torna negli spogliatoi sul meno due (14-12). In pratica le squadre arrivano all'ultimo 'quarto' della loro sfida incrociata in sostanziale equilibrio.
Equilibrio che si rompe ad inizio ripresa. Non a favore dell'Elda, come la rete di apertura della Soit poteva far credere. Ma dalla parte delle scandinave, che mettono a segno un tremendo 6-0, passando in una mezza dozzina di minuti dal 14-13 al 20-13. Spagnole impacciate in attacco e fallose in difesa, tanto da regalare a Katrine Fruelund ben tre rigori di fila, che la veterana danese non si fa pregare per realizzare. Diana Box, coach dell'Elda, non sembra gradire la direzione della coppia arbitrale (femminile) rumena, a suo parere troppo permissiva verso la difesa locale, e si becca un cartellino giallo.
Una nuova rete della Fruelund permette al Randers di toccare il massimo vantaggio sul 22-14, di fronte ad un pubblico in delirio che forse si illude che il match sia ormai chiuso. Magari lo credeva pure qualcuna delle atlete in maglia azzurra, ma a far cambiare loro idea ci pensa la nuova reazione di un Elda mai domo, che grazie soprattutto a Silvana Ilic, Asensi Vidal ed ovviamente Oana Soit torna pericolosamente in partita. Nemmeno l'uno-due delle talentuose Dalby ed Augustesen, colonne portanti di quella nazionale danese 'classi '88-89' che per alcuni anni aveva dominato la scena internazionale a livello giovanile (e di questi tempi assidue frequentatrici della nazionale maggiore), sembra frenare la 'remontada' delle iberiche.
Che però, come capita nelle trame più crudeli, si ferma sul più bello. Per due volte le ragazze di Diana Box hanno l'occasione di riportarsi su quel meno due che, in virtù della quantità di reti segnate in trasferta, sarebbe ormai garanzia di conquista del titolo. E per due volte il nervosismo e la precipitazione le tradiscono. L'Elda sbaglia e perdona le avversarie, Masson e Fruelund invece no.
E se queste fuoriclasse più 'Wunder-Wörz' non fossero abbastanza, ci pensa Berit Kristensen, piuttosto in ombra durante il match ma venuta alla ribalta al momento giusto per mettere in cascina una doppietta che dà la mazzata definitiva alle spagnole. I tremila dell'Arena (esclusi i tifosi ospiti, pochi ma fattisi sentire a sufficienza nel corso dell'incontro) sono legittimati ad intonare 'Sejren er vor!' ('la vittoria è nostra'), canto di festa che spesso risuona nei palazzetti scandinavi. Gli ultimi due minuti servono unicamente alle varie Soit, Wörz e Vidal per aumentare i rispettivi bottini personali, e ad Alessandra Medeiros per mettere il sigillo al trionfo con una rete a fil di sirena.
Grazie soprattutto alla saracinesca brasiliana Masson, al suo centrale germanico ed alla freddezza di Katrine Fruelund, ma senza dimenticare l'apporto dalle altre giocatrici scese in campo, il Randers mette le mani sul trofeo, e lo fa con pieno merito, anche se qualcuna delle lamentele spagnole riguardanti l'arbitraggio pare tutt'altro che infondata. Una vittoria che rappresenta l'apoteosi di una stagione da incorniciare per coach Jan Leslie e tutta una squadra partita senza grandi ambizioni, e che adesso si ritrova vincitrice della Coppe EHF ed in finale nel campionato danese. Certo, ora qualcuno potrebbe addirittura pensare di far lo sgambetto alla corazzata Viborg, ma qui più che nella storia saremmo nella vera a propria fantascienza ...
All'Elda Prestigio va l'onore delle armi per la grande prova di carattere sfornata sia in patria che all'estero, ed il suggerimento di provarci ancora, per quanto senza Oana Soit, ormai con le valigie pronte per trasferirsi in un Itxako Reyno de Navarra dalle grandi ambizioni, confermarsi ad alti livelli in Europa non sarà cosa facile.
Randers HK (Dan) - Elda Prestigio (Spa) 30-24 (pt 14-12)
(Andata: 20-22. Punteggio Globale: 50-46)
RANDERS HK VINCITORE DELLA COPPA EHF
Randers HK: Katrine Fruelund 7 (4 rig.), Nina Wörz 7, Maria Fisker 3, Mie Augustesen 3, Berit Kristensen 3, Alessandra Medeiros 3, Camilla Dalby 3 (1 rig.), Tatiana Silich 1.
Elda Prestigio: Oana Soit 10 (4 rig.), Silvana Ilic 4, Asensi Vidal 3, Marija Popovic 2, Beatriz Sanchez 2, Vanesa Amoros 1, Viviana Jacques 1, Ana Paula Rodrigues 1.
Arbitri: Diana Carmen Florescu e Anamaría Duta (Romania).
Penalità: Jelena Eric e Alessandra Medeiros (Randers HK) e Mari Cruz Asensi e Silvana Ilic (Elda Prestigio). Cartellino giallo per Diana Box (Allenatrice Elda Prestigio).
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