domenica 9 maggio 2010

I Top & Flop del Sabato

Nella lista dei 'Top' del sabato va messa sicuramente la telecronaca della finale di Champions League femminile - in italiano - su Eurosport 2.

Andata in onda solo alle 2230 (sigh. Pretendere una diretta forse sarebbe stato troppo ...) ma comunque abbastanza piacevole, soprattutto per chi ha ancora nei timpani certi commenti ascoltati su Sportitalia durante le ritrasmissioni di semifinali e finali degli europei maschili d'Austria, 'perle di saggezza' del genere 'quando vedo giocare le ragazze scandinave è impressionante ... sai, quella cascata di capelli biondi' oppure 'l'Islanda ha una fortissima nazionale ... FEMMINILE' (sigh ancora). Ed anche per chi, come il sottoscritto, pensa che il buon Chionchio a volte (spesso) si concentri un po' troppo sull'operato degli arbitri ('quello era un due minuti'; 'quello era rigore' ...) a scapito del racconto delle giocate in sè.

Pareri personali, come personale è l'approvazione dell'operato dei cronisti di Eurosport, nonostante qualche strafalcione perdonabile ('la macedone Popovic'; 'il ritorno si giocherà alla Traian Hall') oppure imperdonabile ('la Popovic sa vincendo DA SOLA la partita'. Scusate, ma se fino a un minuto prima stavate cantando le gesta di Althaus, Jurack e Lunde-Haraldsen, come fate adesso a dire che Bojana stia vincendo da sola ?? Mah ...). Comunque pollice in su per i cronisti, non vedo l'ora di sentirli all'opera nel ritorno (che si giocherà a Bucarest e NON alla Traian Hall di Ramnicu Valcea).

Tra il divertente e il deprimente alcune osservazioni captate mentre assistevo a Viborg-Oltchim al bar (curioso esperimento sociale in un tempio solitamente riservato al dio-calcio ...), specie quelle di una ragazzina, evidentemente sorpresa di fronte alla prima partita di handball che vedeva: 'E' come il calcio, ma con la palla più piccola, e se la passano con le mani'. E vabbè, ci sta anche questo, dai (e poi la definizione era ... abbastanza corretta, no?).

Tornando alla finale europea di ieri, mi pare superfluo dire che tutto il Viborg meriti un posto di rilievo fra i top. Chi più chi meno, ma tutte loro, da Bojana e le sue urla che danno la carica, fino al panzer Althaus ed alle gemelle Lunde che, pur con la valigia pronta (chi per l'Austria, chi per l'Ungheria) danno il tremila per cento per la squadra. Cosi si fa. Altro che promesse verbali, di ispirazione calcistica, di 'far rimpiangere alle avversarie di essere giocatrici di pallamano' o roba del genere. Niente di tutto ciò, nello Jutland contano i fatti. Solo quelli. E fatti furono. Più sette, tutti a Bucarest adesso.

Nonostante la pesante sconfitta, c'è anche un po' di Oltchim fra i Top. Paula Ungureanu per esempio. Non avrà ripetuto la prestazione mostruosa della semifinale di ritorno con il Gyor, ma ha sicuramente all'attivo ottime parate, e se le rumene sono ancora in corsa per il titolo lo devono in buona parte a lei, ancora una volta dimostratasi tra i migliori estremi difensori in circolazione (anche se Luminiţa Dinu è(ra) sempre Luminiţa Dinu ...).

E pure la curva dell'Oltchim, una volta di più all'altezza del suo compito. Eran trecento, eran giovani e forti e ... si sono fatti sentire, eccome, spesso vincendo la 'battaglia acustica' contro i tremila e passa tifosi di casa. Già immaginiamo che bell'ambientino stiano preparando per il ritorno, in particolare adesso che le ragazze di Voina avranno bisogno di TUTTO il sostegno possibile per tentare una rimonta epica.

Tra i top del Sabato c'è anche David Barrufet, leggendario portiere del Barcellona che si è congedato (come giocatore) dal Palau Blaugrana, dove negli ultimi 22 anni 'ha passato più tempo che a casa sua'. A salutarlo c'erano mille magliette gialle, il colore che lo ha accompagnato nell'arco di tutta la sua carriera, ed una standing ovation da parte di pubblico, compagni, avversari ... e persino arbitri quando è stato sostituito da Daniel Saric a pochi minuti dalla fine. Alla sua festa, il gigante buono Barrufet, settantuno 'tituli' con il Barça e la speranza di fare settantadue a fine mese in quel di Colonia, non si è fatto mancare nulla, nemmeno un goal segnato dalla propria porta che ha mandato in delirio il Palau. Per la cronaca, i catalani hanno vinto l'incontro con il Naturhouse La Rioja per 39-34.

Ma il risultato era un dettaglio a Barcellona. Contava di più nella vicina Granollers, dove il Ciudad Real vince e si avvicina ad un'impresa mai compiuta da nessuno nella Liga Asobal: trenta successi in trenta partite. Abbastanza per guadagnarsi di prepotenza un posto fra i Top. E' vero che il CR non sembra più la macchina schiacciasassi di qualche tempo fa, ma l'impressione è che stiano solo dosando le forze per arrivare al meglio alla Final Four di Champions, ultimo atto di una annata lunga e dispendiosa.

E i flop? Premesso che in questa stagione nessuno riuscirà a sfiorare le imprese fantozziane dello sfigatissimo coach del Metz Bertrand François (nell'ordine: il caso Prokop-Metz ormai divenuto leggenda, la fallimentare campagna europea con eliminazioni sia in Champions che in Coppa Coppe, il cazzotto preso in pieno da un simpatico energumeno montenegrino senza nemmeno ottenere la 'compensazione morale' di una squalifica del campo di Podgorica, e dulcis in fundo il disastro in campionato, con la presunta corazzata Metz fuori in semifinale e il conseguente licenziamento in tronco del povero Bertrand ...), non mi sembra ci siano molti candidati al posto 'flop del Sabato'. Nemmeno le giocatrici dell'Oltchim, sconfitte un po' per demeriti propri ma moooooolto per colpa della qualità di un grande avversario.

L'unica eccezione potrebbe essere Cristina Neagu, alla luce della sua poca incisività in campo ieri, e soprattutto di certe dichiarazioni rilasciate in settimana. Intendiamoci, a soli 21 anni la Neagu ha già dato prova di enorme talento, di avere i numeri per diventare, in futuro, la migliore giocatrice del mondo. Ma proprio per la giovane età sarebbe meglio risparmiarsi risposte come 'non ho paura di nessuno. Hanno tutte due gambe e due braccia come me' riferito (anche) alle atlete del Viborg'.

Dal punto di vista anatomico sono osservazioni che non fanno una piega, però se le 'due braccia e due gambe' appartengono a gente della qualità di Popovic, Jurack, Varzaru, allora è meglio preoccuparsi un po' invece di ostentare una sicurezza rivelatasi controproducente. Perché ieri, alla prova dei fatti, le gambe e braccia di Bojana Popovic hanno stravinto la sfida con quelle di Cristina Neagu. La quale avrà tantissime occasioni per rifarsi, e di sicuro saprà coglierle, purché faccia seguire alle parole del pre-partita i fatti.

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