'Triplete' mancato per la Danimarca. La Coppa Coppe va in Montenegro. Il KIF Vejen non riesce ad eguagliare le imprese di Viborg (Champions) e Randers (Coppa EHF) e si arrende al Buducnost Podgorica. Già vincitrici di tre all'andata, le balcaniche si ripetono alla Moraca, sconfiggendo le avversarie anche in un match di ritorno dallo score insolitamente basso (18-16).
Errori in attacco e falli tecnici hanno infatti caratterizzato il match sin dalle prime battute, accompagnando le squadre in pratica fino alla sirena, anche a causa di difese molto aggressive (con un arbitraggio non sempre all'altezza della situazione) e della buona performance di entrambi i portieri: Rikke Schmidt grandissima tra i pali danesi, con tre rigori parati su cinque, e Sanela Knezovic brava a dare il suo contributo alla vittoria balcanica.
Nella squadra scandinava grande prova in attacco della croata Maida Arslanagic, cui ha risposto da par suo Marija Jovanovic per le montenegrine, mentre né Katarina Bulatovic sulla sponda Buducnost, né Maura Visser ed Ida Bjørndalen su quella KIF Vejen hanno fornito una prestazione convincente.
Vittoria finale sì dunque, ma è stata tutt'altro che una passeggiata per il Buducnost T-Mobile ed i suoi 4.500 scatenati tifosi. Forse intimidite proprio dal calore del loro pubblico, le montenegrine ci mettono più o meno sette minuti a trovare la via del goal. Non che le altre avessero fatto molto meglio, visto che il KIF aveva segnato solo due reti.
Il ribaltamento della situazione sul 7-5, diventato poi 9-7 verso il finire del primo tempo, illude le padrone di casa sulle possibilità di chiudere i giochi in anticipo. Ma non è così: in vantaggio con il minimo scarto all'intervallo, le balcaniche si fanno agguantare e poi superare da Arslanagic, Susanne Kastrup e compagne nella ripresa. E tutto rischia di precipitare quando, nell'ultimo quarto della partita, il KIF Vejen si trova, anche grazie al contributo di Stefanie Melbeck, addirittura sul 16-13, ad un passo dal finalizzare una clamorosa rimonta.
Poi però, all'improvviso, si spegne la luce. Forse a causa dell'inesperienza, forse dell'incapacità di reggere la pressione in momenti come questi, l'attacco danese va completamente in bambola, e non riesce più a trovare la strada della porta avversaria, nemmeno una volta, nemmeno con Arslanagic. Ulteriori prodezze della Schmidt e qualche minuto di superiorità numerica non aiutano, per il KIF è black-out totale.
Ne approfitta il Buducnost, che pur non segnando goal a grappoli (tutt'altro) riesce a riprendere le avversarie, mettere al sicuro la conquista del trofeo, e sigillare il tutto con due reti in extremis che permettono alle montenegrine di vincere anche il match di ritorno, non esattamente un esempio di pallamano stellare, ma pochi si saranno curati di questo dettaglio al momento di alzare la coppa.
Per squadra e tifosi dello Sportski Centar Morača è gioia immensa, per le danesi il rammarico, testimoniato anche dalle dichiarazioni post-partita di Susanne Kastrup e Stefanie Melbeck, di non aver saputo compiere un'impresa tutto sommato ampiamente alla loro portata.
Congratulazioni dunque al Buducnost T-Mobile, fuori anticipatamente dalla Champions League ma in grado di sfornare un fine stagione in crescendo che ha portato la squadra ad un trionfo europeo, il terzo in Coppa Coppe dopo quelli del 1985 e del 2006.
** Buducnost Podgorica-KIF Vejen 18-16 (9-8) (andata 23-20)
Buducnost Podgorica: Jovanovic 6 (1 rig.), Pecevska 4 (1 rig.), Bulatovic 3, Dokic 3, Radicevic 2.
KIF Vejen: Arslanagic 7, Bjorndalen 3 (2 rig.), Kastrup 3, Huh 2, Melbeck 1.
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Nella squadra scandinava grande prova in attacco della croata Maida Arslanagic, cui ha risposto da par suo Marija Jovanovic per le montenegrine, mentre né Katarina Bulatovic sulla sponda Buducnost, né Maura Visser ed Ida Bjørndalen su quella KIF Vejen hanno fornito una prestazione convincente.
Vittoria finale sì dunque, ma è stata tutt'altro che una passeggiata per il Buducnost T-Mobile ed i suoi 4.500 scatenati tifosi. Forse intimidite proprio dal calore del loro pubblico, le montenegrine ci mettono più o meno sette minuti a trovare la via del goal. Non che le altre avessero fatto molto meglio, visto che il KIF aveva segnato solo due reti.
Il ribaltamento della situazione sul 7-5, diventato poi 9-7 verso il finire del primo tempo, illude le padrone di casa sulle possibilità di chiudere i giochi in anticipo. Ma non è così: in vantaggio con il minimo scarto all'intervallo, le balcaniche si fanno agguantare e poi superare da Arslanagic, Susanne Kastrup e compagne nella ripresa. E tutto rischia di precipitare quando, nell'ultimo quarto della partita, il KIF Vejen si trova, anche grazie al contributo di Stefanie Melbeck, addirittura sul 16-13, ad un passo dal finalizzare una clamorosa rimonta.
Poi però, all'improvviso, si spegne la luce. Forse a causa dell'inesperienza, forse dell'incapacità di reggere la pressione in momenti come questi, l'attacco danese va completamente in bambola, e non riesce più a trovare la strada della porta avversaria, nemmeno una volta, nemmeno con Arslanagic. Ulteriori prodezze della Schmidt e qualche minuto di superiorità numerica non aiutano, per il KIF è black-out totale.
Ne approfitta il Buducnost, che pur non segnando goal a grappoli (tutt'altro) riesce a riprendere le avversarie, mettere al sicuro la conquista del trofeo, e sigillare il tutto con due reti in extremis che permettono alle montenegrine di vincere anche il match di ritorno, non esattamente un esempio di pallamano stellare, ma pochi si saranno curati di questo dettaglio al momento di alzare la coppa.
Per squadra e tifosi dello Sportski Centar Morača è gioia immensa, per le danesi il rammarico, testimoniato anche dalle dichiarazioni post-partita di Susanne Kastrup e Stefanie Melbeck, di non aver saputo compiere un'impresa tutto sommato ampiamente alla loro portata.
Congratulazioni dunque al Buducnost T-Mobile, fuori anticipatamente dalla Champions League ma in grado di sfornare un fine stagione in crescendo che ha portato la squadra ad un trionfo europeo, il terzo in Coppa Coppe dopo quelli del 1985 e del 2006.
** Buducnost Podgorica-KIF Vejen 18-16 (9-8) (andata 23-20)
Buducnost Podgorica: Jovanovic 6 (1 rig.), Pecevska 4 (1 rig.), Bulatovic 3, Dokic 3, Radicevic 2.
KIF Vejen: Arslanagic 7, Bjorndalen 3 (2 rig.), Kastrup 3, Huh 2, Melbeck 1.
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