La seconda giornata dei campionati europei femminili vede coinvolti appena due gironi - quelli di Larvik e di Lillehammer - ma emette già verdetti significativi, mandando ben quattro squadre al turno seguente.
La sfida più interessante, del gruppo C e dell'intera giornata era forse quella che opponeva la Germania, clamorosamente sconfitta in gara uno, all'Olanda che veniva dallo spumeggiante esordio contro l'Ucraina. Ed in effetti, pur caratterizzato da molti errori dovuti al nervosismo per la posta in palio, il match non ha deluso le aspettative: è stata una bella battaglia, con le 'tulipane' a rendere la vita difficile alle più quotate avversarie. Che però, in virtù della maggior esperienza, finiscono per imporsi. Di tre reti (30-27): guarda caso il bottino personale di Grit Jurack, in campo solo nella ripresa ed ancora lontana dalla sua miglior versione, ma almeno in grado di dare segni di recupero, tanto che, per l'appunto, cifre alla mano la sua tripletta, strategicamente piazzata nei minuti-chiave del secondo tempo, è risultata decisiva.
Decisiva come le parate di Sabine Englert (entrata in sostituzione di una poco ispirata Katja Schuelke) e le 'sette meraviglie' rispettivamente di Anna Loerper e Sabrina Richter. Tra le fila dell'Olanda, squadra che schierava undici elementi militanti nella Bundesliga tedesca, bene Marieke van der Wal in porta, Diane Lamein con le sue cinque perle nel quarto d'ora iniziale, e la quasi infallibile Laura van der Heijden, oltre alla 'solita' Maura Visser che con le sua mezza dozzina di reti diventa provvisoria top scorer del torneo. Scatto tedesco alla partenza, ma i Paesi Bassi tornano velocemente in partita; poi equilibrio e vantaggi alterni fino al 18-17 per le orange alla pausa. Il più due in apertura di ripresa sarà il massimo divario a favore di Visser e compagne, ma la Germania, priva di Nadine Härdter infortunatasi all'anca il giorno precedente, torna ad impattare e, con la Jurack in cattedra, produce l'allungo determinante nell'ultimo quarto d'ora (in cui, tra errori reciproci e gioco duro, si segna poco).
Olandesi sconfitte, ma qualificate al Main Round grazie alla differenza reti negli scontri diretti con Germania ed Ucraina. Alle tedesche basterà far risultato contro la modesta Ucraina, che ieri evita una nuova figuraccia ma viene comunque battuta senza appello dalla Svezia. Con la Pidpalova meno abulica rispetto al suo disastroso debutto, ed una difesa un po' più efficace, le ex-sovietiche riescono almeno a tener testa alle avversarie, pur ricorrendole per trenta minuti, nella prima frazione, conclusasi sul 18-15 per le nordiche. Ma nella ripresa Linnea Torstenson (sette reti per lei), Annika Wiel (sei volte in goal, non male ...) e le altre prendono subito il largo, arrivando in seguito fino ad un massimo di più dieci (31-21), per poi terminare in scioltezza sul 33-25. Per le scandinave, tra le quali nuovamente degna di nota è il portiere Gabriella Kain, le cui prodezze sono complementarie a micidiali contropiedi, arriva la certezza di staccare il biglietto per il Main Round con un turno d'anticipo; per le ucraine, a dispetto degli sforzi di Olga Vashchuk, arriva il buio, ed una quasi sicura eliminazione.
La sfida più interessante, del gruppo C e dell'intera giornata era forse quella che opponeva la Germania, clamorosamente sconfitta in gara uno, all'Olanda che veniva dallo spumeggiante esordio contro l'Ucraina. Ed in effetti, pur caratterizzato da molti errori dovuti al nervosismo per la posta in palio, il match non ha deluso le aspettative: è stata una bella battaglia, con le 'tulipane' a rendere la vita difficile alle più quotate avversarie. Che però, in virtù della maggior esperienza, finiscono per imporsi. Di tre reti (30-27): guarda caso il bottino personale di Grit Jurack, in campo solo nella ripresa ed ancora lontana dalla sua miglior versione, ma almeno in grado di dare segni di recupero, tanto che, per l'appunto, cifre alla mano la sua tripletta, strategicamente piazzata nei minuti-chiave del secondo tempo, è risultata decisiva.
Decisiva come le parate di Sabine Englert (entrata in sostituzione di una poco ispirata Katja Schuelke) e le 'sette meraviglie' rispettivamente di Anna Loerper e Sabrina Richter. Tra le fila dell'Olanda, squadra che schierava undici elementi militanti nella Bundesliga tedesca, bene Marieke van der Wal in porta, Diane Lamein con le sue cinque perle nel quarto d'ora iniziale, e la quasi infallibile Laura van der Heijden, oltre alla 'solita' Maura Visser che con le sua mezza dozzina di reti diventa provvisoria top scorer del torneo. Scatto tedesco alla partenza, ma i Paesi Bassi tornano velocemente in partita; poi equilibrio e vantaggi alterni fino al 18-17 per le orange alla pausa. Il più due in apertura di ripresa sarà il massimo divario a favore di Visser e compagne, ma la Germania, priva di Nadine Härdter infortunatasi all'anca il giorno precedente, torna ad impattare e, con la Jurack in cattedra, produce l'allungo determinante nell'ultimo quarto d'ora (in cui, tra errori reciproci e gioco duro, si segna poco).
Olandesi sconfitte, ma qualificate al Main Round grazie alla differenza reti negli scontri diretti con Germania ed Ucraina. Alle tedesche basterà far risultato contro la modesta Ucraina, che ieri evita una nuova figuraccia ma viene comunque battuta senza appello dalla Svezia. Con la Pidpalova meno abulica rispetto al suo disastroso debutto, ed una difesa un po' più efficace, le ex-sovietiche riescono almeno a tener testa alle avversarie, pur ricorrendole per trenta minuti, nella prima frazione, conclusasi sul 18-15 per le nordiche. Ma nella ripresa Linnea Torstenson (sette reti per lei), Annika Wiel (sei volte in goal, non male ...) e le altre prendono subito il largo, arrivando in seguito fino ad un massimo di più dieci (31-21), per poi terminare in scioltezza sul 33-25. Per le scandinave, tra le quali nuovamente degna di nota è il portiere Gabriella Kain, le cui prodezze sono complementarie a micidiali contropiedi, arriva la certezza di staccare il biglietto per il Main Round con un turno d'anticipo; per le ucraine, a dispetto degli sforzi di Olga Vashchuk, arriva il buio, ed una quasi sicura eliminazione.
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