Adios España! Spinto da Bojana Popović, ma non solo da lei, il Montenegro emerge vittorioso dalla battaglia con le furie rosse (non molto 'furie' in questi Europei), trova due punti fondamentali per il proseguimento del suo cammino, volando a quota quattro nel girone, e di fatto estromette dalla corsa per le semifinali le iberiche, medaglia d'argento due anni fa ma adesso ferme a zero punti nel Gruppo I del Main Round. 22-20 il risultato finale, in una partita non facile per le balcaniche, con il primo tempo conclusosi 12-12 dopo la buona partenza delle spagnole, la reazione delle slave - con Bojana a fare la parte del leone - e la contro-reazione che, dopo tre reti 'made in Spain' consecutive riportava il match in perfetta parità all'intervallo.
Una maggiore determinazione e le parate di Sonja Barjaktarović proiettano il Montenegro in avanti (16-14) dopo il ritorno in campo, ma una siccità offensiva preoccupante su entrambi i lati lascia lo score intatto per circa otto minuti, fino alle rete di Marija Jovanović (con cinque reti la top scorer delle sue dopo Bojana, che invece ne mette in tasca sei come bottino del giorno), la quale riporta la propria squadra sul massimo vantaggio (+3). La Spagna reagisce, merito soprattutto del buon lavoro di Silvia Navarro tra i pali, e addirittura riagguanta le avversarie sul 17 pari, con l'unica rete di Andre Barnò. Ma perde la bussola al momento decisivo: ne approfittano le avversarie che, con cinque goal da parte di altrettante giocatrici (e nessuno della Popović, a riprova del fatto che coach Adzić ha più di un asso nella manica ...) chiudono i giochi; dall'altra parte Nely Carla Alberto, miglior realizzatrice iberica, non trova più la via del goal negli ultimi tredici minuti, e la Spagna ne subisce pesantemente le conseguenze, così come paga il deludente europeo di Marta Mangué e più in generale uno stato di forma piuttosto basso.
Una maggiore determinazione e le parate di Sonja Barjaktarović proiettano il Montenegro in avanti (16-14) dopo il ritorno in campo, ma una siccità offensiva preoccupante su entrambi i lati lascia lo score intatto per circa otto minuti, fino alle rete di Marija Jovanović (con cinque reti la top scorer delle sue dopo Bojana, che invece ne mette in tasca sei come bottino del giorno), la quale riporta la propria squadra sul massimo vantaggio (+3). La Spagna reagisce, merito soprattutto del buon lavoro di Silvia Navarro tra i pali, e addirittura riagguanta le avversarie sul 17 pari, con l'unica rete di Andre Barnò. Ma perde la bussola al momento decisivo: ne approfittano le avversarie che, con cinque goal da parte di altrettante giocatrici (e nessuno della Popović, a riprova del fatto che coach Adzić ha più di un asso nella manica ...) chiudono i giochi; dall'altra parte Nely Carla Alberto, miglior realizzatrice iberica, non trova più la via del goal negli ultimi tredici minuti, e la Spagna ne subisce pesantemente le conseguenze, così come paga il deludente europeo di Marta Mangué e più in generale uno stato di forma piuttosto basso.
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