'Sono pronta a dare il cento per cento pur di vincere questa coppa' afferma la bionda veterana del Viborg sul sito dell'EHF.
Dopo Johanna Ahlm, l'ultima 'vittima' in ordine di tempo degli intervistatori seriali dell'EHF è un'altra pedina del Viborg HK, la danese Rikke Skov, numero due e pilastro della difesa dell'Armata Verde (guardate nella foto sotto come tratta la povera Heidi Løke nella semifinale vinta contro il Larvik) che sa però trovare con facilità la via del goal. A differenza del neo-acquisto Ahlm, giunta in prestito a metà stagione e poi guadagnatasi un contratto annuale, la non ancora trentenne Skov è una veterana della squadra, per la quale gioca sin dal 1994 (!!!). E solamente un infortunio nel periodo della sfida con il Krim Lubiana - correva l'anno 2001 - le ha impedito di prender parte a tutte e cinque le finali, compresa quella imminente con l'Oltchim, di Champions disputate dal 'suo' Viborg - due vinte ed altrettante perdute. Ma nonostante le molte battaglie già alle spalle, l'entusiasmo per una nuova 'chiamata alle armi' rimane grandissimo, come se fosse la prima volta.
eurohandball.com: Quali sono le sue aspettative per la finale di Champions League contro l'Oltchim Vâlcea?
Rikke Skov: Non vedo l'ora che arrivi, soprattutto quando penso all'avversario che ci troveremo davanti. Ritengo l'Oltchim Vâlcea una squadra super, e personalmente sono davvero pronta a dare il cento per cento pur di vincere questa sfida. Loro ci hanno creato parecchi problemi sia lo scorso anno che in questa stagione, e sarebbe davvero una gran cosa per noi completare l'opera vincendo la Champions in Romania.
eurohandball.com: Nell'attuale stagione avete avuto numerosi problemi per colpa degli infortuni. Come siete riusciti ad arrivare ancora una volta alla finale di Champions League?
Rikke Skov: Il fatto che tutte siano tornate in forma al momento più opportuno, e che abbiamo potuto recuperare le giocatrici di maggior esperienza, ci ha riportato sul giusto binario. Il nostro gioco è migliorato ultimamente, ed inoltre abbiamo una difesa molto solida. Ci conosciamo benissimo, ed in effetti abbiamo ritrovato la forma che avevamo lo scorso anno.
eurohandball.com: Quali pensa siano le armi vincenti contro il Valcea?
Rikke Skov: Soprattutto il contropiede; dobbiamo essere veloci, correre alla pari di loro e ripartire subito. Se riusciremo a farlo, penso che avremo buone possibilità (di vincere).
eurohandball.com: Per il secondo anno consecutivo giocherete la sfida di andata tra le mura amiche. Questo non ha influito l'anno scorso, quando avete perso con il Györ in casa ma poi avete conquistato il trofeo andando a vincere il ritorno a Veszprém. Tenendo a mente ciò, è così importante il fatto che anche stavolta tutto si deciderà in trasferta?
Rikke Skov: E' difficile dirlo in anticipo. Più che una sfida di andata e ritorno la vedo come un'unica partita in due tempi, e forse non ha realmente importanza se si giochi in casa o fuori. Entrambe le volte in cui abbiamo conquistato la Champions League abbiamo perso la nostra partita di finale in casa e vinto quella fuori.
eurohandball.com: E' utile pensare a quello che potrebbe essere un buon risultato nella gara interna (che vi possa già far sentire sicure della vittoria) ?
Rikke Skov: Niente affatto. Nella semifinale contro il Larvik avevamo avuto un buon feeling dopo la vittoria interna di sei gol all'andata, ma più che al punteggio le nostre sensazioni erano dovute al fatto che eravamo state chiaramente migliori di loro in campo. A mio parere conta capire bene l'avversario ed essergli superiore sul piano tattico e psicologico. A quel punto non è poi così fondamentale vincere di quattro o di cinque, o perdere di una o due reti, all'andata. Se ritieni di essere stato migliore nella prima partita, sarà semplicemente questione di completare l'opera nella seconda.
Dopo Johanna Ahlm, l'ultima 'vittima' in ordine di tempo degli intervistatori seriali dell'EHF è un'altra pedina del Viborg HK, la danese Rikke Skov, numero due e pilastro della difesa dell'Armata Verde (guardate nella foto sotto come tratta la povera Heidi Løke nella semifinale vinta contro il Larvik) che sa però trovare con facilità la via del goal. A differenza del neo-acquisto Ahlm, giunta in prestito a metà stagione e poi guadagnatasi un contratto annuale, la non ancora trentenne Skov è una veterana della squadra, per la quale gioca sin dal 1994 (!!!). E solamente un infortunio nel periodo della sfida con il Krim Lubiana - correva l'anno 2001 - le ha impedito di prender parte a tutte e cinque le finali, compresa quella imminente con l'Oltchim, di Champions disputate dal 'suo' Viborg - due vinte ed altrettante perdute. Ma nonostante le molte battaglie già alle spalle, l'entusiasmo per una nuova 'chiamata alle armi' rimane grandissimo, come se fosse la prima volta.
eurohandball.com: Quali sono le sue aspettative per la finale di Champions League contro l'Oltchim Vâlcea?
Rikke Skov: Non vedo l'ora che arrivi, soprattutto quando penso all'avversario che ci troveremo davanti. Ritengo l'Oltchim Vâlcea una squadra super, e personalmente sono davvero pronta a dare il cento per cento pur di vincere questa sfida. Loro ci hanno creato parecchi problemi sia lo scorso anno che in questa stagione, e sarebbe davvero una gran cosa per noi completare l'opera vincendo la Champions in Romania.
eurohandball.com: Nell'attuale stagione avete avuto numerosi problemi per colpa degli infortuni. Come siete riusciti ad arrivare ancora una volta alla finale di Champions League?
Rikke Skov: Il fatto che tutte siano tornate in forma al momento più opportuno, e che abbiamo potuto recuperare le giocatrici di maggior esperienza, ci ha riportato sul giusto binario. Il nostro gioco è migliorato ultimamente, ed inoltre abbiamo una difesa molto solida. Ci conosciamo benissimo, ed in effetti abbiamo ritrovato la forma che avevamo lo scorso anno.
eurohandball.com: Quali pensa siano le armi vincenti contro il Valcea?
Rikke Skov: Soprattutto il contropiede; dobbiamo essere veloci, correre alla pari di loro e ripartire subito. Se riusciremo a farlo, penso che avremo buone possibilità (di vincere).
eurohandball.com: Per il secondo anno consecutivo giocherete la sfida di andata tra le mura amiche. Questo non ha influito l'anno scorso, quando avete perso con il Györ in casa ma poi avete conquistato il trofeo andando a vincere il ritorno a Veszprém. Tenendo a mente ciò, è così importante il fatto che anche stavolta tutto si deciderà in trasferta?
Rikke Skov: E' difficile dirlo in anticipo. Più che una sfida di andata e ritorno la vedo come un'unica partita in due tempi, e forse non ha realmente importanza se si giochi in casa o fuori. Entrambe le volte in cui abbiamo conquistato la Champions League abbiamo perso la nostra partita di finale in casa e vinto quella fuori.
eurohandball.com: E' utile pensare a quello che potrebbe essere un buon risultato nella gara interna (che vi possa già far sentire sicure della vittoria) ?
Rikke Skov: Niente affatto. Nella semifinale contro il Larvik avevamo avuto un buon feeling dopo la vittoria interna di sei gol all'andata, ma più che al punteggio le nostre sensazioni erano dovute al fatto che eravamo state chiaramente migliori di loro in campo. A mio parere conta capire bene l'avversario ed essergli superiore sul piano tattico e psicologico. A quel punto non è poi così fondamentale vincere di quattro o di cinque, o perdere di una o due reti, all'andata. Se ritieni di essere stato migliore nella prima partita, sarà semplicemente questione di completare l'opera nella seconda.
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