La Spagna femminile conquista il suo primo, storico bronzo mondiale ed eguaglia il terzo posto ottenuto nello scorso Gennaio dalla Selección maschile. Sconfitte dalla Norvegia nella finalina del 2009, questa volta le iberiche si prendono la rivincita, a spese dell'altra potenza nordica, la Danimarca di Jan Pytlick.
Partita in bilico per tutto il primo tempo, con pochi goal (una costante quando ci sono di mezzo le danesi) e vantaggi minimi da entrambe le parti. Si arriva alla pausa sul 9-9, merito soprattutto dei due portieri: Christina Pedersen, protagonista di un buon mondiale, e Silvia Navarro che, una settimana dopo la prestazione superlativa contro il Montenegro, si regala un'altra Domenica bestiale, terminando il match con il 54% di parate.
Le scandinave abbozzano una fuga al ritorno in campo (12-10), ma trattasi di mera illusione: le reti di Carmen Martín (poi finita nell'All-Star team) e Nerea Pena fanno da trampolino di lancio verso il podio per la Spagna, che rifila alle avversarie un micidiale sei a zero in grado di spianarle la strada. Senza dimenticare l'apporto di Macarena Aguilar, e naturalmente lo show della Navarro, le cui prodezze hanno un effetto demoralizzante sull'attacco danese. Anche la scelta di Pytlick di puntare molto sulle ali si rivela inefficace.
Gli ultimi minuti servono solo ad ampliare il divario fra le contendenti fino al 24-18. Poi, al fischio finale, arriva la liberazione per le vincitrici, libere di festeggiare con balli, canti e lacrime che coinvolgono persino mister Jorge Dueñas, ormai consacratosi come allenatore di maggior successo nella storia della nazionale femminile di Madrid e dintorni. Sotto la sua guida, la Roja ha conquistato l'argento agli Europei 2008, le semifinali al Campionato del Mondo l'anno successivo, ed ora questa storica medaglia nella massima rassegna internazionale.
Silvia Navarro: 'Eravamo affaticate, ma valeva la pena fare un ultimo sforzo, nel secondo tempo la squadra ha stretto i denti per vincere la partita. Finire nell'All Star Team sarebbe stato un grande riconoscimento, ma non lo cambierei di certo con la medaglia di bronzo. Abbiamo raggiunto un enorme risultato, ora è il momento di goderselo assieme alla mia famiglia'.
Macarena Aguilar: 'Sono felicissima, in Cina eravamo rimaste con l'amaro in bocca, stavolta è arrivata la ricompensa per il lavoro svolto negli ultimi anni. Non posso lamentarmi, dopo l'infortunio e le prestazione dell'anno scorso in Danimarca abbiamo dimostrato che la squadra è di alto livello. Ci hanno detto che la gente è tutta con noi, ma non ce ne renderemo totalmente conto fino a quando non arriveremo in Spagna. Nei prossimi giorni staccheremo un attimo e ricaricheremo le pile, la stagione è ancora lunga'.
Carmen Martin: 'Sono stanca ma molto felice per la medaglia di bronzo, che è una grande ricompensa, e per il riconoscimento personale ottenuto. In Danimarca non avevamo mostrato il nostro autentico valore, però la squadra ha ripreso il cammino e ne siamo contentissime. Mi sono ricordata parecchio delle compagne che non sono qui con noi: Begoña Fernández, Beatriz Fernandez e Zulai Aguirre'.
Jorge Dueñas: 'Sono ancora un po' con la testa nelle nuvole, la reazione della squadra dopo la sconfitta con la Norvegia è stata incredibile. Abbiamo meritato questo riconoscimento, sia per il lavoro che abbiamo svolto, sia perché eravamo tornati dai campionati in Cina e Danimarca molto delusi. Le ragazze credevano nella vittoria, e la abbiamo raggiunta grazie al contributo di tutte loro. Adesso è arrivato il momento di divertirsi e rilassarsi al ritorno a casa, perché il calendario che ci attende nel 2012 è durissimo'.
Su lato danese, amarezza e frustrazione per la sconfitta e la medaglia mancata di un soffio, proprio come agli Europei casalinghi di un anno fa. Seppure il quarto posto ottenuto da una squadra priva di alcune pedine fondamentali, ma che ha messo in mostra il talento della rivelazione Louise Burgaard, sia un buon risultato. Recriminazioni arbitrali da parte di Louise Svalastog Spellerberg, la quale però ammette anche le colpe della sua squadra nell'insuccesso di domenica, mentre Jan Pytlick, mettendo in mostra la stessa 'affabilità' esibita prima della partita di Mestrino, ironizza (a vuoto) sulla nazionalità dei direttori di gara, a suo parere inadatti ad arbitrare a questi livelli in quanto israeliani. Certe frasi è meglio non commentarle neanche ...
Nelle due finali minori, il Brasile mette il sigillo al suo buon Mondiale casalingo annichilendo (36-20, lo score parla da solo ...) una Russia che, dopo aver perso ogni chances di medaglia, gioca (??) con la testa già sull'aereo per Mosca, offrendo una non-prestazione indegna. Tutto il contrario della Croazia, che si regala un ottima piazza numero sette nella tabella finale a spese di una Angola il cui traguardo prossimo è la vittoria negli imminenti Campionati africani, con relativa conquista del biglietto per Londra 2012.
Partita in bilico per tutto il primo tempo, con pochi goal (una costante quando ci sono di mezzo le danesi) e vantaggi minimi da entrambe le parti. Si arriva alla pausa sul 9-9, merito soprattutto dei due portieri: Christina Pedersen, protagonista di un buon mondiale, e Silvia Navarro che, una settimana dopo la prestazione superlativa contro il Montenegro, si regala un'altra Domenica bestiale, terminando il match con il 54% di parate.
Le scandinave abbozzano una fuga al ritorno in campo (12-10), ma trattasi di mera illusione: le reti di Carmen Martín (poi finita nell'All-Star team) e Nerea Pena fanno da trampolino di lancio verso il podio per la Spagna, che rifila alle avversarie un micidiale sei a zero in grado di spianarle la strada. Senza dimenticare l'apporto di Macarena Aguilar, e naturalmente lo show della Navarro, le cui prodezze hanno un effetto demoralizzante sull'attacco danese. Anche la scelta di Pytlick di puntare molto sulle ali si rivela inefficace.
Gli ultimi minuti servono solo ad ampliare il divario fra le contendenti fino al 24-18. Poi, al fischio finale, arriva la liberazione per le vincitrici, libere di festeggiare con balli, canti e lacrime che coinvolgono persino mister Jorge Dueñas, ormai consacratosi come allenatore di maggior successo nella storia della nazionale femminile di Madrid e dintorni. Sotto la sua guida, la Roja ha conquistato l'argento agli Europei 2008, le semifinali al Campionato del Mondo l'anno successivo, ed ora questa storica medaglia nella massima rassegna internazionale.
Silvia Navarro: 'Eravamo affaticate, ma valeva la pena fare un ultimo sforzo, nel secondo tempo la squadra ha stretto i denti per vincere la partita. Finire nell'All Star Team sarebbe stato un grande riconoscimento, ma non lo cambierei di certo con la medaglia di bronzo. Abbiamo raggiunto un enorme risultato, ora è il momento di goderselo assieme alla mia famiglia'.
Macarena Aguilar: 'Sono felicissima, in Cina eravamo rimaste con l'amaro in bocca, stavolta è arrivata la ricompensa per il lavoro svolto negli ultimi anni. Non posso lamentarmi, dopo l'infortunio e le prestazione dell'anno scorso in Danimarca abbiamo dimostrato che la squadra è di alto livello. Ci hanno detto che la gente è tutta con noi, ma non ce ne renderemo totalmente conto fino a quando non arriveremo in Spagna. Nei prossimi giorni staccheremo un attimo e ricaricheremo le pile, la stagione è ancora lunga'.
Carmen Martin: 'Sono stanca ma molto felice per la medaglia di bronzo, che è una grande ricompensa, e per il riconoscimento personale ottenuto. In Danimarca non avevamo mostrato il nostro autentico valore, però la squadra ha ripreso il cammino e ne siamo contentissime. Mi sono ricordata parecchio delle compagne che non sono qui con noi: Begoña Fernández, Beatriz Fernandez e Zulai Aguirre'.
Jorge Dueñas: 'Sono ancora un po' con la testa nelle nuvole, la reazione della squadra dopo la sconfitta con la Norvegia è stata incredibile. Abbiamo meritato questo riconoscimento, sia per il lavoro che abbiamo svolto, sia perché eravamo tornati dai campionati in Cina e Danimarca molto delusi. Le ragazze credevano nella vittoria, e la abbiamo raggiunta grazie al contributo di tutte loro. Adesso è arrivato il momento di divertirsi e rilassarsi al ritorno a casa, perché il calendario che ci attende nel 2012 è durissimo'.
Su lato danese, amarezza e frustrazione per la sconfitta e la medaglia mancata di un soffio, proprio come agli Europei casalinghi di un anno fa. Seppure il quarto posto ottenuto da una squadra priva di alcune pedine fondamentali, ma che ha messo in mostra il talento della rivelazione Louise Burgaard, sia un buon risultato. Recriminazioni arbitrali da parte di Louise Svalastog Spellerberg, la quale però ammette anche le colpe della sua squadra nell'insuccesso di domenica, mentre Jan Pytlick, mettendo in mostra la stessa 'affabilità' esibita prima della partita di Mestrino, ironizza (a vuoto) sulla nazionalità dei direttori di gara, a suo parere inadatti ad arbitrare a questi livelli in quanto israeliani. Certe frasi è meglio non commentarle neanche ...
Nelle due finali minori, il Brasile mette il sigillo al suo buon Mondiale casalingo annichilendo (36-20, lo score parla da solo ...) una Russia che, dopo aver perso ogni chances di medaglia, gioca (??) con la testa già sull'aereo per Mosca, offrendo una non-prestazione indegna. Tutto il contrario della Croazia, che si regala un ottima piazza numero sette nella tabella finale a spese di una Angola il cui traguardo prossimo è la vittoria negli imminenti Campionati africani, con relativa conquista del biglietto per Londra 2012.
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