Se squadre come Brasile e Russia hanno rispettato i pronostici - la seconda anche più di quanto ci si aspettase - al loro rispettivo debutto, altre hanno invece più o meno deluso.
A cominciare dalla Norvegia, la cui sconfitta contro la Germania ha dato nuova linfa a chi nutriva seri dubbi sulle possibilità delle scandinave di coach Hergeirsson. Le assenze delle veterane Hammerseng, Nyberg e Larsen si fanno, e si faranno, sentire in una squadra forse ancora troppo dipendente dai suoi contropiedi (che ieri hanno funzionato, ma solo quando si sono potuti innescare seriamente) e dal pivot Heidi Loke, rimasta troppo spesso in panchina a 'vantaggio' di una Marit Malm Frafjord poco efficace, e poco aiutata dalle compagne. Ali e terzini non hanno inciso molto negli attacchi posizionali, la Sulland ha fatto la sua parte, ma non poteva trascinare (quasi) da sola tutto il peso della Landslag, e più o meno lo stesso vale per i portieri. Anche perché dall'altro lato del campo c'era una SIGNORA Germania, totalmente diversa rispetto a quella (non) ammirata un anno fa agli Europei. La grinta di Anja Althaus a fine partita, e pure durante il match, è il simbolo di una nazionale costruita in prospettiva futura, ma per la quale il futuro sembra già adesso.
L'altra grande delusione di giornata è il Montenegro, la cui sconfitta contro l'Islanda, seppur numericamente piccola (22-21 lo score a favore delle nordiche) è frustrante; un duro colpo alle ambizioni di una squadra che dopo l'ottimo Europeo 2010 punta(va?) a consacrarsi tra le migliori realtà in assoluto, per di più ad opera di un rivale la cui tradizione in ambito femminile è quasi nulla; le islandesi hanno infatti ottenuto il loro primo successo alla loro prima partita di sempre ai Campionati Mondiali. Una vittoria però meritatissima, giunta al termine di una gara condotta quasi interamente. Decisivo il parziale di 5-1, firmato soprattutto da Karen Knutsdottir, messo a segno dal 47° al 57° minuto. Bojana Popovic, Katarina Bulatovic e Marija Jovanovic hanno provato a tenere a galla le balcaniche, ma la scarsità di alternative in attacco (soltanto loro tre hanno segnato nella ripresa, e solo le prime due negli ultimi 25 minuti di gioco!!!) si è rivelata la chiave della sconfitta montenegrina.
Non solo Montenegro. Sembra rimasto poco anche dell'Olanda rivelazione dei passati europei. Le Orange sprecano troppo e, senza mettere in piedi seri contrattacchi, non riescono mai davvero ad impensierire una Spagna chiaramente migliore. Mobilità ed efficacia, sia in attacco che in difesa, consentono alle iberiche di tornare negli spogliatoi sul più tre, ed il divario cresce nel secondo tempo. Marta Mangue (trascinatrice e miglior realizzatrice assieme a Macarena Aguilar e Carmen Martin) e le sue compagne volano fino al 32-24 e chiudono in scioltezza. Inutili le sei 'perle' di Pearl van der Wissel sul lato 'tulipane'.
La Romania non è molto più esaltante di Norvegia, Montenegro ed Olanda, ma a loro differenza riesca a mettersi in tasca i primi due punti. Est-europee senza Neagu e Ionela Stanca, e si vede. La Tunisia la mette in seria difficoltà, chiude il primo tempo clamorosamente (ma giustamente) avanti per 15-14 ed in seguito si spinge fin sul più tre, poi intorno a metà ripresa arriva la riscossa della 'truppa Voina', che balza al comando della gara e, pur tra mille tribolazioni, riesce a condurre in porto il successo. Ottima Adina Fiera, implacabile dai sei metri, bene pure la Nechita (specialmente come finalizzatrice di contropedi) e Oana Chirila, con nota di merito per Florina Chintoan che si fa vedere al posto giusto nel momento giusto per influire in modo positivo sulla rimonta vincente. Tolnai nettamente migliore di Pislaru (e questa non è una sorpresa) tra i pali. Ma in generale la squadra di Voina deve migliorare assai se vuole andare lontano in questo torneo ....
Equilibrio massimo tra Angola e Cina; le asiatiche provano, senza riuscirci, la fuga nella metà iniziale, le africane risultano migliori, ma non troppo, nella seconda parte. Alla fine deciderà solo una rete dell'angolana Luisa Kiala, trascinatrice nel finale del match, con la cinese Chanchan Wang che butta al vento l'occasione del pareggio a fil di sirena.
Poco da dire sugli altri incontri. La superiorità di Francia, Kazakhistan, Svezia, Danimarca e Croazia sulle rispettive avversarie di giornata (Giappone, Australia, Argentina, Uruguay e Costa D'Avorio), molto netta sulla carta, si è poi concretizzata in campo, portando a sfide assolutamente a senso unico, con score finali tutti più o meno imbarazzanti. Pur avendo risposto all'appello e fatto in pieno il loro dovere, le vincenti dei cinque confronti saranno giudicate seriamente solo dopo impegni di maggior consistenza.
A cominciare dalla Norvegia, la cui sconfitta contro la Germania ha dato nuova linfa a chi nutriva seri dubbi sulle possibilità delle scandinave di coach Hergeirsson. Le assenze delle veterane Hammerseng, Nyberg e Larsen si fanno, e si faranno, sentire in una squadra forse ancora troppo dipendente dai suoi contropiedi (che ieri hanno funzionato, ma solo quando si sono potuti innescare seriamente) e dal pivot Heidi Loke, rimasta troppo spesso in panchina a 'vantaggio' di una Marit Malm Frafjord poco efficace, e poco aiutata dalle compagne. Ali e terzini non hanno inciso molto negli attacchi posizionali, la Sulland ha fatto la sua parte, ma non poteva trascinare (quasi) da sola tutto il peso della Landslag, e più o meno lo stesso vale per i portieri. Anche perché dall'altro lato del campo c'era una SIGNORA Germania, totalmente diversa rispetto a quella (non) ammirata un anno fa agli Europei. La grinta di Anja Althaus a fine partita, e pure durante il match, è il simbolo di una nazionale costruita in prospettiva futura, ma per la quale il futuro sembra già adesso.
L'altra grande delusione di giornata è il Montenegro, la cui sconfitta contro l'Islanda, seppur numericamente piccola (22-21 lo score a favore delle nordiche) è frustrante; un duro colpo alle ambizioni di una squadra che dopo l'ottimo Europeo 2010 punta(va?) a consacrarsi tra le migliori realtà in assoluto, per di più ad opera di un rivale la cui tradizione in ambito femminile è quasi nulla; le islandesi hanno infatti ottenuto il loro primo successo alla loro prima partita di sempre ai Campionati Mondiali. Una vittoria però meritatissima, giunta al termine di una gara condotta quasi interamente. Decisivo il parziale di 5-1, firmato soprattutto da Karen Knutsdottir, messo a segno dal 47° al 57° minuto. Bojana Popovic, Katarina Bulatovic e Marija Jovanovic hanno provato a tenere a galla le balcaniche, ma la scarsità di alternative in attacco (soltanto loro tre hanno segnato nella ripresa, e solo le prime due negli ultimi 25 minuti di gioco!!!) si è rivelata la chiave della sconfitta montenegrina.
Non solo Montenegro. Sembra rimasto poco anche dell'Olanda rivelazione dei passati europei. Le Orange sprecano troppo e, senza mettere in piedi seri contrattacchi, non riescono mai davvero ad impensierire una Spagna chiaramente migliore. Mobilità ed efficacia, sia in attacco che in difesa, consentono alle iberiche di tornare negli spogliatoi sul più tre, ed il divario cresce nel secondo tempo. Marta Mangue (trascinatrice e miglior realizzatrice assieme a Macarena Aguilar e Carmen Martin) e le sue compagne volano fino al 32-24 e chiudono in scioltezza. Inutili le sei 'perle' di Pearl van der Wissel sul lato 'tulipane'.
La Romania non è molto più esaltante di Norvegia, Montenegro ed Olanda, ma a loro differenza riesca a mettersi in tasca i primi due punti. Est-europee senza Neagu e Ionela Stanca, e si vede. La Tunisia la mette in seria difficoltà, chiude il primo tempo clamorosamente (ma giustamente) avanti per 15-14 ed in seguito si spinge fin sul più tre, poi intorno a metà ripresa arriva la riscossa della 'truppa Voina', che balza al comando della gara e, pur tra mille tribolazioni, riesce a condurre in porto il successo. Ottima Adina Fiera, implacabile dai sei metri, bene pure la Nechita (specialmente come finalizzatrice di contropedi) e Oana Chirila, con nota di merito per Florina Chintoan che si fa vedere al posto giusto nel momento giusto per influire in modo positivo sulla rimonta vincente. Tolnai nettamente migliore di Pislaru (e questa non è una sorpresa) tra i pali. Ma in generale la squadra di Voina deve migliorare assai se vuole andare lontano in questo torneo ....
Equilibrio massimo tra Angola e Cina; le asiatiche provano, senza riuscirci, la fuga nella metà iniziale, le africane risultano migliori, ma non troppo, nella seconda parte. Alla fine deciderà solo una rete dell'angolana Luisa Kiala, trascinatrice nel finale del match, con la cinese Chanchan Wang che butta al vento l'occasione del pareggio a fil di sirena.
Poco da dire sugli altri incontri. La superiorità di Francia, Kazakhistan, Svezia, Danimarca e Croazia sulle rispettive avversarie di giornata (Giappone, Australia, Argentina, Uruguay e Costa D'Avorio), molto netta sulla carta, si è poi concretizzata in campo, portando a sfide assolutamente a senso unico, con score finali tutti più o meno imbarazzanti. Pur avendo risposto all'appello e fatto in pieno il loro dovere, le vincenti dei cinque confronti saranno giudicate seriamente solo dopo impegni di maggior consistenza.
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