I Mondiali di Pallamano femminile 2011 sono partiti con più di una sorpresa, come del resto accade di frequente nelle giornate inaugurali di simili competizioni internazionali, ma anche con una grande certezza: la Russia!
Le campionesse in carica sembrano più che mai in forma, pronte a difendere con successo, per la terza volta consecutiva, il titolo mondiale. La truppa del 'generale' Evgeni Vasilievich Trefilov ha superato a pieni voti il primo test, tutt'altro che facile in quanto l'avversario era la Corea del Sud, uno tra quelli da prendere sempre con le molle. Ma la tradizionalmente più forte rappresentativa asiatica è stata travolta senza complimenti.
Il tre a zero dei primi minuti, griffato Choi & Kim, è servito solo ad illudere i rumorosi fans coreani e far risuonare i loro tamburi: giusto il tempo di accendere il motore, e la Russia è partita in quinta, ritrovando in men che non si dica, tra contropiedi efficaci e numeri dei suoi terzini 'galattici', la parità ed altrettanto velocemente regalandosi un primo, già decisivo allungo, cui le coreane non riusciranno mai a rispondere a dispetto delle reti (a fine match saranno ben sette) dell'esperta ala destra Sun Hee Woo, e dei time-out invocati dal leggendario Jae Won Kang. Un parziale di 8-1, che porta varie firme (a riprova del fatto, confermato dagli score individuali a fine match, che Trefilov - foto sotto - abbia molte frecce al proprio arco) spiana la strada alla Russia, avanti di sei lunghezze (19-13) a metà gara.
Al ritorno in campo la musica non cambia, per quanto le asiatiche si sforzino per mettere sotto pressione l'avversario. Sono al contrario le russe a piazzare un nuovo tremendo break (sei a zero), che chiude di fatto il match all'entrata dell'ultimo quarto d'ora di gioco. Quel che rimane fino al 39-24 della sirena è utile ad esaltare la giovane Tatiana Khmyrova, top scorer delle sue con una mezza dozzina di reti, tutte nella ripresa. Sei goal sono il bottino pure di Irina Bliznova, ancora più impressionante in quanto messo a referto su ... altrettanti tiri (!), e perchè il ventinciquenne terzino destro, di ritorno in nazionale dopo tre anni, è andata in rete praticamente in ogni modo e maniera, tranne che dai sette metri (!).
Una serata magica per lei. E per le varie Levina, Davidenko, Bodnieva, Turey e chi più ne ha più ne metta, senza dimenticare i portieri Sidorova e Sedoykina, brave a fare la loro parte. Degno di nota poi come la Russia sia stata 'costretta' a tirare da lontano non più di tre volte nell'arco dei 60 minuti, entrando invece spesso nella difesa asiatica come una lama nel burro.
Forse ha ragione il burbero Trefilov quando, pur nella soddisfazione per una partita giocata e vinta molto bene, ricorda come la strada sia ancora lunga e rimangano molte altre sfide all'orizzonte, però se queste sono le prospettive, forse tanto vale fermarsi subito e lasciare tranquillamente il trofeo a chi già lo detiene.
Le campionesse in carica sembrano più che mai in forma, pronte a difendere con successo, per la terza volta consecutiva, il titolo mondiale. La truppa del 'generale' Evgeni Vasilievich Trefilov ha superato a pieni voti il primo test, tutt'altro che facile in quanto l'avversario era la Corea del Sud, uno tra quelli da prendere sempre con le molle. Ma la tradizionalmente più forte rappresentativa asiatica è stata travolta senza complimenti.
Il tre a zero dei primi minuti, griffato Choi & Kim, è servito solo ad illudere i rumorosi fans coreani e far risuonare i loro tamburi: giusto il tempo di accendere il motore, e la Russia è partita in quinta, ritrovando in men che non si dica, tra contropiedi efficaci e numeri dei suoi terzini 'galattici', la parità ed altrettanto velocemente regalandosi un primo, già decisivo allungo, cui le coreane non riusciranno mai a rispondere a dispetto delle reti (a fine match saranno ben sette) dell'esperta ala destra Sun Hee Woo, e dei time-out invocati dal leggendario Jae Won Kang. Un parziale di 8-1, che porta varie firme (a riprova del fatto, confermato dagli score individuali a fine match, che Trefilov - foto sotto - abbia molte frecce al proprio arco) spiana la strada alla Russia, avanti di sei lunghezze (19-13) a metà gara.
Al ritorno in campo la musica non cambia, per quanto le asiatiche si sforzino per mettere sotto pressione l'avversario. Sono al contrario le russe a piazzare un nuovo tremendo break (sei a zero), che chiude di fatto il match all'entrata dell'ultimo quarto d'ora di gioco. Quel che rimane fino al 39-24 della sirena è utile ad esaltare la giovane Tatiana Khmyrova, top scorer delle sue con una mezza dozzina di reti, tutte nella ripresa. Sei goal sono il bottino pure di Irina Bliznova, ancora più impressionante in quanto messo a referto su ... altrettanti tiri (!), e perchè il ventinciquenne terzino destro, di ritorno in nazionale dopo tre anni, è andata in rete praticamente in ogni modo e maniera, tranne che dai sette metri (!).
Una serata magica per lei. E per le varie Levina, Davidenko, Bodnieva, Turey e chi più ne ha più ne metta, senza dimenticare i portieri Sidorova e Sedoykina, brave a fare la loro parte. Degno di nota poi come la Russia sia stata 'costretta' a tirare da lontano non più di tre volte nell'arco dei 60 minuti, entrando invece spesso nella difesa asiatica come una lama nel burro.
Forse ha ragione il burbero Trefilov quando, pur nella soddisfazione per una partita giocata e vinta molto bene, ricorda come la strada sia ancora lunga e rimangano molte altre sfide all'orizzonte, però se queste sono le prospettive, forse tanto vale fermarsi subito e lasciare tranquillamente il trofeo a chi già lo detiene.
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