Tutto come previsto, a livello di risultati, nella giornata di lunedì, in cui scendevano in campo solo i gruppi C e D. Magari talora con punteggi meno netti di quanto ci si aspettasse, ma le sei squadre favorite - cinque europee più il Brasile padrone di casa - nei rispettivi incontri hanno vinto in massa ed ipotecato gli ottavi di finale, lasciando le sconfitte, tutte extra-europee, a quota zero ed a giocarsi l'ultimo posto utile al passaggio del turno in ciascun girone.
La Tunisia che aveva sfiorato il colpo grosso nella sfida con le rumene esce di nuovo a mani vuote ed a testa alta, e ridimensionando in parte l'ottima impressione lasciata dalle francesi al loro debutto. In una sfida dove, genericamente parlando, le difese hanno avuto la meglio sugli attacchi, le Bleues concedono appena due reti alle nordafricane (già battute in un recente torneo di preparazione ai Mondiali) in 14 minuti, e scappano sul 7-2 con Siraba Dembelè che sfrutta al meglio l'arma-contropiede.
Ma dopo un opportuno time-out di coach Mohamed Ali Sghir la musica cambia, e la 'star' Mouna Chebbah riporta sotto le sue. Audrey Deroin in stato di grazia permette alla Francia di tornare negli spogliatoi sul più tre. Nella ripresa le Krumbholz-filles, spinte dai numeri del portiere Cléopâtre Darleux, provano ad allungare ulteriormente, però le avversarie non mollano e restano in partita più o meno fino all'ultimo quarto d'ora. Fino a quando la Chebbah s'inceppa, gli errori dell'attacco tunisino aumentano, e una tripletta di Paule Badoin spiana definitivamente la strada al (piccolo) trionfo delle vice-campionesse in carica.
'Abbiamo fatto peggio che contro il Giappone, con troppi passaggi sbagliati, forse le giocatrici avevano la testa al match con il Brasile, e solo verso la fine abbiamo raggiunto il nostro livello abituale di gioco, ma l'importante è che abbiamo vinto' ha dichiarato Olivier Krumbholz a fine-match.
Ancora vittoria ma non trionfo per la Romania, nelle cui fila si sente il peso delle assenze importanti. A prescindere dalle sue numerose difficoltà economiche, la nazionale di Cuba estrae dal cilindro una buona prova, riuscendo a tenere testa alle quotate avversarie per una ventina di minuti, e perfino mettendo la testa avanti in un paio d'occasioni, grazie all'inizio travolgente di un'implacabile Lissandra Lusson, che dai sei metri risponde ai contrattacchi 'doc' della più famosa Cristina Varzaru.
Poi una doppietta su rigore della giovane Babeanu (originaria di Valcea, ma curiosamente in forza allo Zalau e non all'Oltchim) lancia il break decisivo. Perfezionato da lei stessa ed alcune compagne, fino al 20-14 dell'intervallo. Un nuovo mini-parziale nei primi 10 minuti della ripresa, griffato Ramona Farcau, porta la Romania sul 27-17, dandole la sicurezza della vittoria. Negli ultimi minuti la truppa di Voina pensa più che altro a salvare le cartucce per i match-chiave che incombono (ed in cui la sua squadra dovrà per forza giocare meglio), e la generosa formazione caraibica, che a fine gara si guadagna i complimenti del mister avversario, riesce a ridurre il gap fino a meno cinque (25-30), poi tramutato nel meno sei conclusivo.
Lo stesso Brasile vince senza stravincere. Due periodi numericamente in fotocopia (entrambi terminati sul 16-12) regalano alle verde-oro, in pratica sempre davanti, i due punti. Le sette meraviglie di Shiori Kamimachi ed il poker di reti che sia l'infallibile Nagata sia la parecchio fallibile Arihama si regalano non serve a molto per il Giappone. Al contrario, la solita Do Nascimento fa il suo dovere tra le sudamericane, e la compagna di nazionale e club (Hypo Niederösterreich ovviamente) Ana Paula Rodrigues la aiuta considerevolmente. Bene anche i due portieri Masson ed Arenhart.
Nel Gruppo D rischia qualcosa la Svezia, che a Sao Bernardo trova una inaspettatamente coriacea Costa D'Avorio, in partita da inizio match fin quasi alla sirena. Una grande Ncho Elodie Mambo esalta le africane in un primo tempo trascorso perennemente alla rincorsa di una Svezia, che prova a fuggire ma non ci riesce. Tanto da arrivare a metà gara con un misero golletto in favore delle scandinave. Ma proprio quando l'altra stella ivoriana, Paula Gondo Bredou, concretizza la rimonta delle africane, che per la prima (ed unica) volta mettono il naso avanti, la Svezia trova le forze per reagire e piazza un 6-1 che sembra chiudere i giochi. Gondo non si arrende e tenta un'altra rimonta a suon di goal, ma la Costa D'Avorio potrà solo a ridurre il gap a meno tre. Ci penseranno le reti di Anna-Maria Johansson (top scorer delle sue al pari della Gulldén) a portare definitivamente i due punti in campo nordico. L'omonimo Per Johansson, allenatore delle gialloblu, si dirà contento della vittoria, ma non della prestazione delle sue ragazze, in particolare in difesa.
La buona prova di lunedì delle africane fa salire indirettamente le quote della Croazia, che due giorni prima le aveva regolate con un perentorio 36-20. Le balcaniche hanno impressionato positivamente pure contro l'Uruguay, cenerentola del girone asfaltata con uno score (45-15; p.t. 21-9) che non ammette discussioni. Partita 'in bilico' per cinque minuti, con Ornella Palla che 'addirittura' regala il primo vantaggio del match alle sudamericane. Poi le croate ingranano la marcia e dominano in lungo e in largo. Da notare come ben dieci giocatrici slave siano andate a segno. E tutte almeno tre volte. Anzi, tutte tranne Miranda Tatari almeno quattro volte. Un'ulteriore prova della pericolosità di questa squadra.
Zero problemi anche per la Danimarca contro l'Argentina. Jan Pytlick mette in campo una difesa 6-0 efficace, che permette alle scandinave di infilare una serie impressionante di contropiedi - alla fine ne metteranno a frutto 16 su 20, realizzando così più di metà dei goal di una squadra che invece non ha funzionato troppo dai nove metri, specialmente per colpa di una Troelsen poco incisiva. Regina del contrattacco risulta Kristina Kristiansen, che in questa maniera diventa top scorer di giornata con una mezza dozzina di reti a referto, mentre la Salvado ne fa quattro per le biancocelesti. Unica nota negativa, ma MOLTO negativa, l'infortunio al ginocchio capitato verso la fine del primo tempo all'ala destra del F.C. Midtjylland Maibrit Kviesgaard, che rischia seriamente di compromettere il suo Mondiale. Anche la Spellerberg e Line Jørgensen sono uscite malconce dalla gara di ieri, ma continueranno a giocare.
La Tunisia che aveva sfiorato il colpo grosso nella sfida con le rumene esce di nuovo a mani vuote ed a testa alta, e ridimensionando in parte l'ottima impressione lasciata dalle francesi al loro debutto. In una sfida dove, genericamente parlando, le difese hanno avuto la meglio sugli attacchi, le Bleues concedono appena due reti alle nordafricane (già battute in un recente torneo di preparazione ai Mondiali) in 14 minuti, e scappano sul 7-2 con Siraba Dembelè che sfrutta al meglio l'arma-contropiede.
Ma dopo un opportuno time-out di coach Mohamed Ali Sghir la musica cambia, e la 'star' Mouna Chebbah riporta sotto le sue. Audrey Deroin in stato di grazia permette alla Francia di tornare negli spogliatoi sul più tre. Nella ripresa le Krumbholz-filles, spinte dai numeri del portiere Cléopâtre Darleux, provano ad allungare ulteriormente, però le avversarie non mollano e restano in partita più o meno fino all'ultimo quarto d'ora. Fino a quando la Chebbah s'inceppa, gli errori dell'attacco tunisino aumentano, e una tripletta di Paule Badoin spiana definitivamente la strada al (piccolo) trionfo delle vice-campionesse in carica.
'Abbiamo fatto peggio che contro il Giappone, con troppi passaggi sbagliati, forse le giocatrici avevano la testa al match con il Brasile, e solo verso la fine abbiamo raggiunto il nostro livello abituale di gioco, ma l'importante è che abbiamo vinto' ha dichiarato Olivier Krumbholz a fine-match.
Ancora vittoria ma non trionfo per la Romania, nelle cui fila si sente il peso delle assenze importanti. A prescindere dalle sue numerose difficoltà economiche, la nazionale di Cuba estrae dal cilindro una buona prova, riuscendo a tenere testa alle quotate avversarie per una ventina di minuti, e perfino mettendo la testa avanti in un paio d'occasioni, grazie all'inizio travolgente di un'implacabile Lissandra Lusson, che dai sei metri risponde ai contrattacchi 'doc' della più famosa Cristina Varzaru.
Poi una doppietta su rigore della giovane Babeanu (originaria di Valcea, ma curiosamente in forza allo Zalau e non all'Oltchim) lancia il break decisivo. Perfezionato da lei stessa ed alcune compagne, fino al 20-14 dell'intervallo. Un nuovo mini-parziale nei primi 10 minuti della ripresa, griffato Ramona Farcau, porta la Romania sul 27-17, dandole la sicurezza della vittoria. Negli ultimi minuti la truppa di Voina pensa più che altro a salvare le cartucce per i match-chiave che incombono (ed in cui la sua squadra dovrà per forza giocare meglio), e la generosa formazione caraibica, che a fine gara si guadagna i complimenti del mister avversario, riesce a ridurre il gap fino a meno cinque (25-30), poi tramutato nel meno sei conclusivo.
Lo stesso Brasile vince senza stravincere. Due periodi numericamente in fotocopia (entrambi terminati sul 16-12) regalano alle verde-oro, in pratica sempre davanti, i due punti. Le sette meraviglie di Shiori Kamimachi ed il poker di reti che sia l'infallibile Nagata sia la parecchio fallibile Arihama si regalano non serve a molto per il Giappone. Al contrario, la solita Do Nascimento fa il suo dovere tra le sudamericane, e la compagna di nazionale e club (Hypo Niederösterreich ovviamente) Ana Paula Rodrigues la aiuta considerevolmente. Bene anche i due portieri Masson ed Arenhart.
Nel Gruppo D rischia qualcosa la Svezia, che a Sao Bernardo trova una inaspettatamente coriacea Costa D'Avorio, in partita da inizio match fin quasi alla sirena. Una grande Ncho Elodie Mambo esalta le africane in un primo tempo trascorso perennemente alla rincorsa di una Svezia, che prova a fuggire ma non ci riesce. Tanto da arrivare a metà gara con un misero golletto in favore delle scandinave. Ma proprio quando l'altra stella ivoriana, Paula Gondo Bredou, concretizza la rimonta delle africane, che per la prima (ed unica) volta mettono il naso avanti, la Svezia trova le forze per reagire e piazza un 6-1 che sembra chiudere i giochi. Gondo non si arrende e tenta un'altra rimonta a suon di goal, ma la Costa D'Avorio potrà solo a ridurre il gap a meno tre. Ci penseranno le reti di Anna-Maria Johansson (top scorer delle sue al pari della Gulldén) a portare definitivamente i due punti in campo nordico. L'omonimo Per Johansson, allenatore delle gialloblu, si dirà contento della vittoria, ma non della prestazione delle sue ragazze, in particolare in difesa.
La buona prova di lunedì delle africane fa salire indirettamente le quote della Croazia, che due giorni prima le aveva regolate con un perentorio 36-20. Le balcaniche hanno impressionato positivamente pure contro l'Uruguay, cenerentola del girone asfaltata con uno score (45-15; p.t. 21-9) che non ammette discussioni. Partita 'in bilico' per cinque minuti, con Ornella Palla che 'addirittura' regala il primo vantaggio del match alle sudamericane. Poi le croate ingranano la marcia e dominano in lungo e in largo. Da notare come ben dieci giocatrici slave siano andate a segno. E tutte almeno tre volte. Anzi, tutte tranne Miranda Tatari almeno quattro volte. Un'ulteriore prova della pericolosità di questa squadra.
Zero problemi anche per la Danimarca contro l'Argentina. Jan Pytlick mette in campo una difesa 6-0 efficace, che permette alle scandinave di infilare una serie impressionante di contropiedi - alla fine ne metteranno a frutto 16 su 20, realizzando così più di metà dei goal di una squadra che invece non ha funzionato troppo dai nove metri, specialmente per colpa di una Troelsen poco incisiva. Regina del contrattacco risulta Kristina Kristiansen, che in questa maniera diventa top scorer di giornata con una mezza dozzina di reti a referto, mentre la Salvado ne fa quattro per le biancocelesti. Unica nota negativa, ma MOLTO negativa, l'infortunio al ginocchio capitato verso la fine del primo tempo all'ala destra del F.C. Midtjylland Maibrit Kviesgaard, che rischia seriamente di compromettere il suo Mondiale. Anche la Spellerberg e Line Jørgensen sono uscite malconce dalla gara di ieri, ma continueranno a giocare.
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