sabato 28 gennaio 2012

EUROPEI PALLAMANO MASCHILE 2012: la finale è Serbia - Danimarca!!

Ebbene sì, Serbia e Danimarca vanno alla finalissima. Le due squadre, già incontratesi nella seconda giornata della fase a gruppi, con vittoria dei balcanici, il 17 Gennaio scorso, hanno guadagnato il diritto a ritrovarsi in un nuovo testa a testa. Non più alla Pionir Arena, ma nel maestoso scenario della Beogradska Arena. Non più con i soli due punti in palio, ma con il titolo europeo come unico obiettivo.

SERBIA - CROAZIA 26-22
I serbi hanno fatto loro il derby con la Croazia. Tifo caldissimo per i padroni di casa, ma nessun incidente. Il dispositivo di sicurezza, compresi l'ampio spiegamento di forze dell'ordine ed il divieto di accesso al paese per i tifosi croati senza biglietto, al momento pare aver funzionato.

Per quanto riguarda strettamente l'incontro, i padroni di casa si sono assicurati la vittoria grazie ad una sontuosa seconda parte. La prima è trascorsa su piani essenzialmente d'equilibrio, con la Croazia ad inaugurare il marcatore (Ivan Cupić dai sette metri) e rispondere ad ogni … risposta serba per otto minuti. Ivan Nikcević, compagno dell'azzurro Tin Tokić al Valladolid, e connazionali ribaltano finalmente la situazione sul 6-5, ma gli 'ospiti' che beneficiano di una panchina lunga, tornano avanti; lo scambio di reti prosegue fino a quando Ivano Balić, stavolta in campo abbastanza tempo, fissa lo score sul 12-11, e poi Marko Kopljar (migliore croato del match) ed Igor Vori (i cui trascorsi a Conversano vengono spesso ripetuti dal cronista di Sportitalia 2, alla quale facciamo i complimenti per la scelta di trasmettere in diretta le ultime, decisive sfide del torneo), rispondendo a Ivan Stanković e Marko Vujn, mandano le squadre alla pausa lunga sul 14-13 per loro.

Nessuna delle contendenti è riuscita a conquistarsi più di un rete di margine in tutta la frazione di apertura, però alla ripresa del gioco il vento cambia. In una direzione gradita alla stragrande maggioranza del pubblico. Alem Toskić e Momir Ilić regalano il primo vantaggio 'consistente' (16-14) alla Serbia, poi torna a colpire il duo Stanković-Vujin. I croati ora faticano a superare il muro difensivo rivale, incluso un Darko Stanić ancora una volta immenso. Ad un quarto d'ora dalla fine, sul 21-17, con la partita che sembra scappargli di mano, mister Goluža è obbligato a chiedere time-out. Kopljar si riscopre protagonista con due reti, che dimezzano lo scarto, e con … un due minuti rifilato dagli arbitri per un fallaccio, che propizia il nuovo allungo serbo. I dieci minuti rimanenti servono alla stella Ilić per allungare il bottino personale fino agli otto goal, portando i suoi al 25-20. Una doppietta di Vuijn, tra i canti di gioia degli spettatori, chiude la contesa. I croati falliscono l'obiettivo principale e dovranno accontentarsi della lotta per il bronzo. I loro grandi rivali invece fanno la storia e conquistano, ovviamente con il contributo imprescindibile del fattore-campo, la prima finale di sempre.

DANIMARCA - SPAGNA 25-24
La Danimarca si era in precedenza ritagliata uno spazio nella finalissima battendo la Spagna, per l'ennesima volta fermatasi alle porte dell'oro, con il minimo scarto. Nordici sempre lontani dalla forma esibita nel 2008 ed ai Mondiali dello scorso anno, però bravissimi a cogliere al volo le opportunità capitate negli ultimi sette giorni. La combinazione di risultati che aveva permesso la grande rimonta nel Main Round è stata seguita, in semifinale, da ulteriori episodi favorevoli alla squadra di Wilbek. A cui, lo ribadiamo, va riconosciuto il merito di averne saputo approfittare.

Inizio gara con prevedibile dominio delle difese, ed errori su entrambi i lati, tanto che ci vogliono quattro minuti perché Hans Lindberg sblocchi il punteggio. Dopo dieci minuti di equilibrio è la Spagna a regalarsi il primo break: un poker di reti, favorito da buone difese e relativi contropiedi, propizia il 7-3 e illude qualche tifoso della 'Roja'. Il coach scandinavo chiede time-out al momento giusto: al rientro i suoi tornano alla carica, spinta da Thomas Mogensen e dalle bombe del giovanissimo (appena 20 anni) centrale Rasmus Hauge Schimdt, nonché da un Niklas Landin ormai tornato (quasi) una certezza fra i pali. Dopo otto minuti senza reti, René Toft Hansen fissa dai sei metri la parità a quota dieci, e i danesi mettono la freccia con Anders Eggert autore dell'11-10. Spagna senza bussola in attacco nell'ultima fase del periodo, incapace di aggirare la sei-zero difensiva rivale, e priva (ma questo lo si sapeva da tempo) di cecchini in grado di fare la differenza dai nove metri. Non molto meglio in difesa, dove combina un pasticcio rivelatosi alla fine determinante: la barriera copre in modo inadeguato una punizione di Mikkel Hansen a tempo scaduto, lo stesso José Manuel Sierra si fa trovare fuori posto, ed il fuoriclasse del Copenaghen dice gracias: palla in rete e più due per la 'Danish Dynamite' a metà gara.

Romero e soci finiscono male e ricominciano peggio: un tris dell'ispiratissimo Lauge Schmidt apre la porta al più cinque avversario (17-12) del 38° minuto. Poi finalmente la Selección richiude le maglie in difesa, con Sierra a fare il proprio dovere, colpisce duro in contrattacco, e finalizza la 'remontada'. I trascinatori saranno Jorge Maqueda (unico vero 'bombardiere' dalla lunga distanza) e Julen Aguinagalde, per quanto il 19 pari con cui si entra nei dieci minuti conclusivi rechi la firma di Cristian Ugalde. Gli spagnoli pagano lo sforzo della rimonta e tornano a collezionare errori, lasciandosi ri-scappare gli avversari. Manco a dirlo, nel nuovo parziale troviamo lo zampino del giovane Rasmus eroe di giornata. Game over? Per nulla. La truppa di coach Rivera non starà disputando la miglior partita di sempre, ma non ha perso la grinta. Ed impatta a due giri di lancetta dal termine. A questo punto torna in scena di prepotenza l'altro Hansen, il Michelone da Helsingør, perfetto simbolo della nazionale danese di questo Europeo. Il Michelone non esalta più di tanto, non gioca benissimo, ma proprio come la sua squadra riesce a fare la cosa giusta al momento giusto. A fine primo tempo annota quel goal incredibile su punizione, ed ora griffa la doppietta che decide l'esito del confronto, catapultando i danesi nella finale per l'oro.

Con qualche recriminazione avversaria, non infondata: l'impatto tra Ugalde ed uno scandinavo nell'ultima azione iberica poteva essere sanzionato con un sette metri in grado di cambiare tutto. Ma gli arbitri, che hanno sempre ragione (anche quando hanno torto), la vedono diversamente, e poi con una gara diversa (ed un Joan Cañellas capace di combinare almeno qualcosa...) gli spagnoli ora starebbero a festeggiare, non a rammaricarsi per il nuovo K.O. subito ad un anno di distanza dalla semifinale mondiale. La Danimarca ringrazia e va avanti, beffarda e testarda nel conquistare un risultato sul quale, una settimana fa, pochi nello Jutland e dintorni avrebbero sinceramente puntato.

SEMIFINALI - RISULTATI
** Danimarca - Spagna 25-24 (12-10)
Statistiche 01 (pdf);
Statistiche 02 (pdf);
Statistiche 03 (pdf);
Play-by-play (pdf);
Start List (formazioni) (pdf)

** Serbia - Croazia 26-22 (13-14)
Statistiche 01 (pdf);
Statistiche 02 (pdf);
Statistiche 03 (pdf);
Play-by-play (pdf);
Start List (formazioni) (pdf)

FINALE 1-2 POSTO
(Beogradska Arena. Domenica 29/01/2012 - h. 17.00)
** SERBIA – DANIMARCA

FINALE 3-4 POSTO
(Beogradska Arena. Domenica 29/01/2012 - h. 14.30)
** SPAGNA – CROAZIA

Nessun commento:

Posta un commento