I più ottimisti potranno sempre dire che la Norvegia dominatrice del Mondiale femminile un mese fa era scivolata contro la Germania all'esordio, ricordare il K.O. della stessa Spagna di calcio nel primo incontro di Sudafrica 2010. Però l'esito della sfida inaugurale, per i francesi, di questo Europeo 2012, ovvero la prima sconfitta dei 'galletti' in una gara di apertura dal lontano 1993 (quando la squadra arrivò poi in finale, un'altra freccia all'arco degli ottimisti ...), nonché loro primo scivolone in assoluto in una grande competizione dal 2009, accende qualche campanello d'allarme per la truppa di Claude Onesta, messa al tappeto dai vicini iberici nel match-clou della serata.
Anche per le modalità in cui questo più o meno clamoroso K.O. (29-26 alla sirena) è maturato: i campioni di tutto non sono mai stati padroni della situazione, vedendosi invece perennemente obbligati ad andare a rimorchio di un avversario al quale, forse, è bastato giocare (molto) bene senza nemmeno ricorrere alla 'partita perfetta' cui accennavano gli spagnoli nelle interviste dei giorni scorsi.
Dopo il battesimo della rete di Hombrados firmato da un Nikola Karabatic oggi in verità lontano, almeno in quanto a efficacia, dai suoi giorni migliori, è la Spagna a prendere le redini dell'incontro in una fase iniziale frenetica. Molti erano sorpresi guardando il tabellone che segnava il 6-3 per Joan Cañellas (protagonista nel primo quarto di gara insieme ad Alberto Entrerríos) e compagni dopo appena sette minuti.
Eppure era la verità, così come erano verissimi i tentativi di recupero francesi, tutti frustrati dalla difesa 6-0 spagnola e, in ultima istanza, da un J.J. Hombrados capace di non far rimpiangere Sterbik, mentre nell'altra porta Thierry Omeyer appariva molto al di sotto dei suoi standard abituali, e si esaltava giusto su un paio di sette metri di Iker Romero. Il solo capitano Jérôme Fernandez, una spina nel fianco della retroguardia nemica, manteneva a galla i Bleus, che tornavano negli spogliatoi sul meno due (13-15) dopo un rigore trasformato da Michaël Guigou (per il resto poco incisivo) a fil di sirena.
Alla ripresa del gioco, Narcisse e Gille illudono i transalpini ed i loro tifosi (15-16): ma è un fuoco di paglia. Quattro reti di fila in altrettanti minuti rilanciano la Spagna, che vola sul 20-15. E che risponde puntualmente, anche per merito degli sforzi difensivi di Gedeon Guardiola e Viran Morros, ad ogni accenno di rimonta francese, opera soprattutto di Fernandez, mentre Karabatic è più anonimo rispetto al primo tempo.
Il gap resta uguale finché non sale in cattedra Luc Abalo, improvvisamente scatenatosi dopo 32 minuti a secco: il terzino dell'Atlético Madrid trafigge il suo compagno di club Hombrados ben quattro volte in altrettanti giri d'orologio, e ridà fiato agli 'Allez Les Bleus' che risuonano allo SPENS Sport Center. Con l'aiuto di Dauda Karabouè, subentrato al posto dell'opaco Titi (se Onesta avesse cambiato i portieri in precedenza, forse staremmo a raccontare un'altra storia ...).
Quando Gigou, ancora lui, timbra il meno uno (26-27) dai sette metri ad un minuto dalla fine, sembra che la Francia possa compiere l'impresa, concretizzando una grande rimonta a spese di un grande avversario. Ma non è la giornata dei transalpini, che alla fine le provano tutte, compreso un mini-tuffo di Karabatic che (un po') simula un fallo in attacco, senza convincere gli arbitri rumeni Din e Dinu, peraltro contestati dai francesi nell'ultima fase di gioco, ma non riescono a recuperare palla. E terminano beffati da Cristian Ugalde, decisivo con i suoi tre sigilli negli ultimi minuti. C'è ancora tempo per un salvataggio di Hombrados su Narcisse ed un ulteriore 'affronto': il contrattacco vincente di Roberto Garcìa Parrondo, che regala agli uomini di coach Valero Rivera il più tre conclusivo.
La battaglia di Novi Sad ha emesso un chiaro verdetto: il Re è Nudo. Almeno adesso, perché, come fece 19 anni fa, avrà tutto il tempo di 'rivestirsi' nei prossimi incontri, provando a battere Ungheria e Russia che, nell'altro impegno del Gruppo C, impattano a quota 31 in una sfida-thriller davanti a quattromila magiari e quasi un migliaio di russi. Ottimi Gábor Császár e Gergely Iváncsik tra le fila dei 'padroni di casa', mentre i ragazzi di Vladimir Maximov si spartiscono le reti in maniera più equa; parità (a 19) anche al termine della prima parte, in cui gli ungheresi avevano però sempre condotto; mentre il secondo tempo è un quasi continuo scambio di mini-parziali, con la Russia che, sfruttando l'entusiasmo per la precedente rimonta, prova a scappare subito dopo il ritorno in campo, ma rischia ancora negli ultimi dieci minuti. Il risultato finale, senza vincitori né vinti, sembra quello più giusto.
Gruppo C - Risultati
** Spagna - Francia 29-26 (15-13)
Statistiche 01 (pdf);
Statistiche 02 (pdf);
Statistiche 03 (pdf);
Play-by-play (pdf);
Start List (formazioni) (pdf)
** Ungheria - Russia 31-31 (19-19)
Statistiche 01 (pdf);
Statistiche 02 (pdf);
Statistiche 03 (pdf);
Play-by-play (pdf);
Start List (formazioni) (pdf)
Classifica dopo 1 Giornata
1. Spagna 2 p. 1-0-0 (29-26) +3
2. Ungheria 1 p. 0-1-0 (31-31) 0
3. Russia 1 p. 0-1-0 (31-31) 0
4. Francia 0 p. 0-0-1 (26-29) -3
Anche per le modalità in cui questo più o meno clamoroso K.O. (29-26 alla sirena) è maturato: i campioni di tutto non sono mai stati padroni della situazione, vedendosi invece perennemente obbligati ad andare a rimorchio di un avversario al quale, forse, è bastato giocare (molto) bene senza nemmeno ricorrere alla 'partita perfetta' cui accennavano gli spagnoli nelle interviste dei giorni scorsi.
Dopo il battesimo della rete di Hombrados firmato da un Nikola Karabatic oggi in verità lontano, almeno in quanto a efficacia, dai suoi giorni migliori, è la Spagna a prendere le redini dell'incontro in una fase iniziale frenetica. Molti erano sorpresi guardando il tabellone che segnava il 6-3 per Joan Cañellas (protagonista nel primo quarto di gara insieme ad Alberto Entrerríos) e compagni dopo appena sette minuti.
Eppure era la verità, così come erano verissimi i tentativi di recupero francesi, tutti frustrati dalla difesa 6-0 spagnola e, in ultima istanza, da un J.J. Hombrados capace di non far rimpiangere Sterbik, mentre nell'altra porta Thierry Omeyer appariva molto al di sotto dei suoi standard abituali, e si esaltava giusto su un paio di sette metri di Iker Romero. Il solo capitano Jérôme Fernandez, una spina nel fianco della retroguardia nemica, manteneva a galla i Bleus, che tornavano negli spogliatoi sul meno due (13-15) dopo un rigore trasformato da Michaël Guigou (per il resto poco incisivo) a fil di sirena.
Alla ripresa del gioco, Narcisse e Gille illudono i transalpini ed i loro tifosi (15-16): ma è un fuoco di paglia. Quattro reti di fila in altrettanti minuti rilanciano la Spagna, che vola sul 20-15. E che risponde puntualmente, anche per merito degli sforzi difensivi di Gedeon Guardiola e Viran Morros, ad ogni accenno di rimonta francese, opera soprattutto di Fernandez, mentre Karabatic è più anonimo rispetto al primo tempo.
Il gap resta uguale finché non sale in cattedra Luc Abalo, improvvisamente scatenatosi dopo 32 minuti a secco: il terzino dell'Atlético Madrid trafigge il suo compagno di club Hombrados ben quattro volte in altrettanti giri d'orologio, e ridà fiato agli 'Allez Les Bleus' che risuonano allo SPENS Sport Center. Con l'aiuto di Dauda Karabouè, subentrato al posto dell'opaco Titi (se Onesta avesse cambiato i portieri in precedenza, forse staremmo a raccontare un'altra storia ...).
Quando Gigou, ancora lui, timbra il meno uno (26-27) dai sette metri ad un minuto dalla fine, sembra che la Francia possa compiere l'impresa, concretizzando una grande rimonta a spese di un grande avversario. Ma non è la giornata dei transalpini, che alla fine le provano tutte, compreso un mini-tuffo di Karabatic che (un po') simula un fallo in attacco, senza convincere gli arbitri rumeni Din e Dinu, peraltro contestati dai francesi nell'ultima fase di gioco, ma non riescono a recuperare palla. E terminano beffati da Cristian Ugalde, decisivo con i suoi tre sigilli negli ultimi minuti. C'è ancora tempo per un salvataggio di Hombrados su Narcisse ed un ulteriore 'affronto': il contrattacco vincente di Roberto Garcìa Parrondo, che regala agli uomini di coach Valero Rivera il più tre conclusivo.
La battaglia di Novi Sad ha emesso un chiaro verdetto: il Re è Nudo. Almeno adesso, perché, come fece 19 anni fa, avrà tutto il tempo di 'rivestirsi' nei prossimi incontri, provando a battere Ungheria e Russia che, nell'altro impegno del Gruppo C, impattano a quota 31 in una sfida-thriller davanti a quattromila magiari e quasi un migliaio di russi. Ottimi Gábor Császár e Gergely Iváncsik tra le fila dei 'padroni di casa', mentre i ragazzi di Vladimir Maximov si spartiscono le reti in maniera più equa; parità (a 19) anche al termine della prima parte, in cui gli ungheresi avevano però sempre condotto; mentre il secondo tempo è un quasi continuo scambio di mini-parziali, con la Russia che, sfruttando l'entusiasmo per la precedente rimonta, prova a scappare subito dopo il ritorno in campo, ma rischia ancora negli ultimi dieci minuti. Il risultato finale, senza vincitori né vinti, sembra quello più giusto.
Gruppo C - Risultati
** Spagna - Francia 29-26 (15-13)
Statistiche 01 (pdf);
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** Ungheria - Russia 31-31 (19-19)
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Classifica dopo 1 Giornata
1. Spagna 2 p. 1-0-0 (29-26) +3
2. Ungheria 1 p. 0-1-0 (31-31) 0
3. Russia 1 p. 0-1-0 (31-31) 0
4. Francia 0 p. 0-0-1 (26-29) -3
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