domenica 22 gennaio 2012

EUROPEI MASCHILI PALLAMANO 2012: Main Round partito con tre battaglie incredibili.

Persino in una serata che, a livello di classifica, non cambia quasi nulla, lasciando le gerarchie sostanzialmente immutate, questo avvincente torneo regala emozioni a raffica. Il pubblico della capitale serba, trasferitosi per l'occasione dalla Pionir Arena alla più grande Beogradska Arena, assiste ad un trittico di partite spumeggianti, quasi in fotocopia, nel turno inaugurale del Main Round.

Apre le danze la straordinaria impresa della Polonia che, sotto di undici reti (9-20) all'intervallo contro la Svezia, mette in scena un'incredibile rimonta riuscendo ad agguantare i rivali all'ultimo minuto. Lo score finale (29-29) suona beffardo per i vichinghi, avanti dall'inizio sino a 35 secondi dal termine, e permette alla truppa di mister Wenta di salvare un punto, salendo a quota tre in graduatoria. Già dopo dieci minuti, con il tabellone a segnare il 7-1 pro-Svezia ('colpa' in particolare dell'ala sinistra Henrik Lundström e dei disastri dell'attacco 'made in Polonia') nessuno avrebbe immaginato un simile esito; tanto meno alla fine del primo tempo, cui si arriva con gli scatenati gialloblu a tormentare in serie i poveri Marcin Wichary e Piotr Wyszomirski. Netto il contrasto fra loro ed un Andreas Palicka ottimale nella porta svedese.

Il vento cambia totalmente nella ripresa. Il poker di reti consecutive in apertura, che obbliga Steffan Olsson a chiamare time-out, ne è prima avvisaglia. Il minuto di sospensione permette ai nordici di ritrovarsi, ed anche se Bartlomiej Jaska, MVP e top scorer degli est-europei, continua a martellarli, il gap rimane notevole: 25-19 a una quarto d'ora dalla fine. A quel punto giunge la seconda ondata polacca, che sommerge ogni speranza di vittoria avversaria. Trascinata da Michal Jurecki, la nazionale di Varsavia si avvicina alla preda, e la agguanta nei minuti finali, quando la Svezia non indovina più nulla in fase offensiva. L'onore di firmare il pareggio-beffa, e mandare in visibilio i propri tifosi, spetta ad Adam Wisniewski, ala sinistra del Wisla Plock.

Risultato 'bizzarro' anche nella gara successiva, protagoniste Danimarca e Macedonia. Spinti dal solito tifo straordinario, i balcanici volano sulle ali dell'entusiasmo e, dopo un botta e risposta lungo un quarto d'ora fra le due squadre, infilano un parzialone di dieci a quattro, trampolino di lancio per il massimo vantaggio dell'incontro intero (19-13). Responsabile numero uno, ovviamente, è Kiril Lazarov, bravo a martellare senza sosta la difesa scandinava. Peccato (dal punto di vista macedone) per quel finale di tempo in cui 'Kire' si prende una pausa e la Danimarca dimezza il margine. Si torna negli spogliatoi sul 19-16.

Il cannoniere dell'Atlético Madrid timbra di nuovo il cartellino al rientro in campo, con una tripletta in 15 minuti: però adesso mettere il pallone alle spalle di un Niklas Landin finalmente in forma è molto più complicato. Il giovane portiere nordico, ben assistito dalla difesa, spinge alla rimonta, che arriva dopo un goal del pivot Toft Hansen: 23 pari a metà secondo tempo, ora è tutto da rifare. L'orda vichinga non si arresta qui: sale in cattedra uno stratosferico Mikkel Hansen, che risponde da par suo all'altro 'martello' (quel Lazarov improvvisamente calato, al pari dei suoi compagni) e con un pokerissimo di reti porta la Danimarca avanti nello score.

Ribaltone definitivo? No!! La Macedonia è squadra guerriera, e torna a colpire. Il solito implacabile Lazarov, che vincerà il personalissimo scontro fra titani con Hansen (13 reti a 12 per il balcanico) firma il contro-pareggio, con addirittura possibilità di contro-sorpasso all'ultimo minuto. Quando si consuma il dramma: 5 secondi al termine, palla al solito 'Kire', il suo tiro rimbalza sulla gamba di Landin e termina in mano danese; contropiede lanciato, e finalizzato all'ultimo istante da Hans Lindberg. Esplosione di gioia per gli scandinavi: i due punti li salvano dal baratro e permettono a Bo Spellerberg (buona prova per il centrale appena rientrato da un infortunio) e compagni di mantenere qualche piccola opzione per il raggiungimento delle semifinali. Delusione per squadra e pubblico macedone che, come contro la Germania, escono da una grande gara a testa alta ma a mani vuote, raccogliendo meno di quanto avrebbero meritato. Ancora una volta gli ultimi, decisivi secondi non sorridono agli uomini di coach Shundovski.

Rimonta finale con pareggio in extremis pure nell'ultima gara della serata: lo scontro al vertice tra Serbia e Germania, vincitrici dei rispettivi gruppi ed arrivate al Main Round con il massimo dei punti disponibili. Una divisione della posta che accontenta di più i tedeschi, bravi a raddrizzare una partita compromessa nella prima parte. L'inizio serbo è travolgente: quattro goal in sei minuti, mentre la Germania non ne azzecca una contro un grande Darko Stanić e l'arcigna difesa locale. Superate le difficoltà dell'impatto, alle quali non era estraneo l'ambiente creato dai tifosi sugli spalti, la Germania torna in partita, soprattutto grazie ad Holger Glandorf. Ma nei sette minuti precedenti l'intervallo la Serbia ruggisce di nuovo, con il capitano Momir Ilić, micidiale dai sei come dai nove metri, a timbrare per cinque volte la rete avversaria.

Il 12-7 di metà gara viene persino migliorato al rientro in campo: 15-8 al 34°. Nove minuti sciagurati, però, riaprono i giochi: Glandorf, Roggisch e Gensheimer riportano gli ospiti ad un'incollatura (17-16) con un quarto d'ora di battaglia rimasto. Theuerkauf addirittura pareggia, poi la Serbia cerca di scappare di nuovo, piazzando un paio di colpi vincenti. Adrian Pfahl azzecca dai sei metri l'unico tiro buono della sua serata per fissare lo score sul 21-20 a sei minuti e mezzo dal termine. Da quel momento arriva una serie di errori, palle perse, parate, che sembrano congelare il punteggio. Un andazzo che ai padroni di casa non dispiacerebbe; purtroppo per loro, a cambiarlo con UN PAIO DI SECONDI rimasti ci pensa Sven-Sören Christophersen, subentrato al portiere Heinvetter per consentire alla Germania la superiorità numerica nell'ultimo attacco. Una scelta vincente: proprio il terzino delle 'Volpi' berlinesi trova, a fil di sirena, la bomba giusta dai nove metri. Alle fine del terzo match incredibile consecutivo, la Beogradska Arena è ammutolita, mentre i teutonici festeggiano il punto strappato con le unghie e coi denti, ed il primato nel girone mantenuto per un soffio.

Main Round: Gruppo 1 - Risultati 1a Giornata
** Polonia - Svezia 29-29 (9-20)
Statistiche 01 (pdf);
Statistiche 02 (pdf);
Statistiche 03 (pdf);
Play-by-play (pdf);
Start List (formazioni) (pdf)
** Danimarca - Macedonia 33-32 (16-19)
Statistiche 01 (pdf);
Statistiche 02 (pdf);
Statistiche 03 (pdf);
Play-by-play (pdf);
Start List (formazioni) (pdf)
** Serbia - Germania 21-21 (12-7)
Statistiche 01 (pdf);
Statistiche 02 (pdf);
Statistiche 03 (pdf);
Play-by-play (pdf);
Start List (formazioni) (pdf)
Classifica dopo la 1a Giornata
1. Germania 5 p. 2-1-0 (74-68) +6
2. Serbia 5 p. 2-1-0 (67-61) +6
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3. Polonia 3 p. 1-1-1 (74-77) -3
4. Danimarca 2 p. 1-0-2 (81-83) -2
5. Svezia 2 p. 0-2-1 (79-84) -5
6. Macedonia 1 p. 0-1-2 (81-83) -2

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