Sabato scorso, a margine delle sfide inaugurali del Main Round degli Europei maschili, si è giocata alla Beogradska Arena la finale dell'IHF/EHF Challenge Trophy, con vittoria della Moldavia, che ha prevalso sulle Isole Far Oer con il punteggio conclusivo di 30-28 (p.t. 15-9).
Come suggeriscono i tabellini, primo tempo dominato dagli ex-sovietici, con Anatolii Butov sugli scudi (cinque reti in mezz'ora, l'ultima a fil di sirena, poi altre due nel secondo tempo) ed il portiere Valeriu Erhan a fare buona guardia, coadiuvato da una difesa tosta. Troppi errori, invece, da parte scandinava.
Tutto resta più o meno uguale al rientro in campo, poi i nordici abbozzano una sorta di reazione ma riescono soltanto a ridurre il gap a 23-28 con cinque minuti da giocare. Fino a quando, trascinati da un Danjel Torgard finito in doppia cifra nel tabellino marcatori, hanno un improvviso scatto d'orgoglio nell'ultima fase di gara e si portano a meno due.
Ma ormai è troppo tardi: Erhan nega a Runi Hojgaard la gioia dell'ultimo goal ed i moldavi possono iniziare la festa, con tanto di premiazione effettuta dal gran capo dell'EHF, il norvegese Tor Lian, e da Miguel Roca Mas in rappresentanza dell'International Handball Federation. Grazie a questo trionfo la Moldavia si qualifica, come rappresentante europeo, all'IHF Intercontinental Trophy, dove sfiderà i campioni dei vari Challenge Trophy degli altri continenti.
Serghei Costin (terzino destro Moldavia): 'Alla fine di questa partita mi sento incredibilmente felice ed orgoglioso della mia squadra. Era la prima volta che disputavo l'IHF/EHF Challenge Trophy e vincerlo immediatamente è qualcosa che potevo soltanto sognarmi. Da noi i palazzetti sono piccoli, ed abitualmente giochiamo davanti a 200 spettatori; niente di paragonabile ad un luogo come la Beogradska Arena. Mi piacerebbe diventare un giocatore professionista di pallamano, e lavorerò sodo per riuscirci'.
Johan á Plógv Hansen (terzino sinistro Isole Faroer, foto in alto): 'Per me e per la mia squadra disputare la finale dell'IHF/EHF Challenge Trophy è un sogno avveratosi. Non avevamo mai giocato in un'arena con 20.000 posti a sedere, è stata una sensazione incredibile! Durante questo torneo abbiamo imparato molto, e adesso non vediamo l'ora di vedere all'opera alcuni tra i migliori giocatori del mondo. Sogno di poter giocare, qualche giorno, contro stelle del genere'.
Come suggeriscono i tabellini, primo tempo dominato dagli ex-sovietici, con Anatolii Butov sugli scudi (cinque reti in mezz'ora, l'ultima a fil di sirena, poi altre due nel secondo tempo) ed il portiere Valeriu Erhan a fare buona guardia, coadiuvato da una difesa tosta. Troppi errori, invece, da parte scandinava.
Tutto resta più o meno uguale al rientro in campo, poi i nordici abbozzano una sorta di reazione ma riescono soltanto a ridurre il gap a 23-28 con cinque minuti da giocare. Fino a quando, trascinati da un Danjel Torgard finito in doppia cifra nel tabellino marcatori, hanno un improvviso scatto d'orgoglio nell'ultima fase di gara e si portano a meno due.
Ma ormai è troppo tardi: Erhan nega a Runi Hojgaard la gioia dell'ultimo goal ed i moldavi possono iniziare la festa, con tanto di premiazione effettuta dal gran capo dell'EHF, il norvegese Tor Lian, e da Miguel Roca Mas in rappresentanza dell'International Handball Federation. Grazie a questo trionfo la Moldavia si qualifica, come rappresentante europeo, all'IHF Intercontinental Trophy, dove sfiderà i campioni dei vari Challenge Trophy degli altri continenti.
Serghei Costin (terzino destro Moldavia): 'Alla fine di questa partita mi sento incredibilmente felice ed orgoglioso della mia squadra. Era la prima volta che disputavo l'IHF/EHF Challenge Trophy e vincerlo immediatamente è qualcosa che potevo soltanto sognarmi. Da noi i palazzetti sono piccoli, ed abitualmente giochiamo davanti a 200 spettatori; niente di paragonabile ad un luogo come la Beogradska Arena. Mi piacerebbe diventare un giocatore professionista di pallamano, e lavorerò sodo per riuscirci'.
Johan á Plógv Hansen (terzino sinistro Isole Faroer, foto in alto): 'Per me e per la mia squadra disputare la finale dell'IHF/EHF Challenge Trophy è un sogno avveratosi. Non avevamo mai giocato in un'arena con 20.000 posti a sedere, è stata una sensazione incredibile! Durante questo torneo abbiamo imparato molto, e adesso non vediamo l'ora di vedere all'opera alcuni tra i migliori giocatori del mondo. Sogno di poter giocare, qualche giorno, contro stelle del genere'.
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