Che il Ciudad Real non fosse una macchina da gioco perfetta in grado di non sbagliare mai, non è una novità. Per quanto imbattuti, fino a ieri, sia nell'attuale stagione di Champions che nella Liga Asobal, negli ultimi due anni la truppa di Talant Dushebajev aveva già dimostrato qualche debolezza nelle varie coppe e supercoppe spagnole, e molti si ricordano le epiche rimonte cui era stata costretta dopo aver sbagliato entrambi le finali d'andata nelle più recenti edizioni del massimo trofeo continentale.
Beh, toccherà rimontare un'altra volta, perché la notizia più significativa uscita dalla domenica di Champions League é che l'HSV Hamburg ha dato una bella lezione ai campionissimi della Mancia. Il 26-22 con cui si é concluso l'incontro disputato in un gremitissimo palazzo tedesco lascia i giochi ancora aperti, ma fa suonare qualche campanello d'allarme indirizzato a chi in Spagna forse pensava di avere già vinto tutto in anticipo.
E magari ne erano convinti anche dopo 27 minuti dell'incontro di Amburgo, quando il risultato era fermo su un insolitamente basso 8-8, grazie all'efficace difesa 5-1 pianificata dal coach kirghiso-spagnolo e dalla 3-2-1 con cui ha risposto il suo collega teutonico, ed ovviamente alle parate di chi, tra i pali, stava facendo appieno il suo dovere.
Poi però i tedeschi accelerano e chiudono il tempo su un buon 11-8. Il vantaggio aumenta al ritorno in campo, con l'HSV che beneficia di una grande prestazione dell'estremo difensore svedese Per Sandström, e di qualche errore di troppo in attacco da parte degli avversari, per andare sul 14-8 e poi addirittura a più sette (17-10) dopo 40 minuti.
Pratica chiusa? Mai dirlo, quando ci sono di mezzo Abalo e compagni. Il francese trova finalmente l'ispirazione in fase offensiva e, complici Viran Morros e pure qualche penalità rifilata ai padroni di casa, il CR si rifà sotto. Il timeout cui é costretto Martin Schwalb pare servire a poco, mentre i contropiedi che finalmente gli spagnoli riescono a sfruttare al meglio riportano il tutto sul 21-19 ad otto minuti dalla conclusione.
Ci starebbe tutto il tempo per completare la rimonta, ed in molti si aspettano proprio questo, invece accade l'esatto contrario. Il CR torna a mostrare qualche difetto in attacco, mentre l'Amburgo ritrova la via del goal, per due volte addirittura in inferiorità numerica, e scappa di nuovo a più cinque (26-21) con solamente nove secondi da giocare. Uno spazio brevissimo che gli ospiti fanno fruttare nel modo migliore. Dopo l'ultimo time-out di Dushebajev, si procurano un rigore che Roberto García mette a segno a fil di sirena, addolcendo la pillola per chi, dopo ben quattro vittorie consecutive contro l'Amburgo, deve inchinarsi ai tedeschi per la seconda volta negli scontri diretti fra le due compagini.
A fine partita Schwalb e i tredicimila spettatori dell'O2 World (come è stata recentemente ribattezzata la Color Line Arena) sono ovviamente soddisfatti, Sterbik e i suoi un po' meno. Ma oltre che sulla grandissima prova di Sandström, tutti sembrano concordare sul fatto che nulla sia ancora deciso. Di sicuro le lamentele sul web di alcuni tifosi del Ciudad Real per (presunte) eccessive tolleranze arbitrali nei confronti della difesa tedesca, e più genericamente per favori arbitrali verso le squadre di Germania, oltre ad essere poco originali lasciano il tempo che trovano. Ciò che conterà il prossimo fine settimana, nel palazzetto che porta il nome di Don Chisciotte, saranno i fatti, quelli del campo.
Beh, toccherà rimontare un'altra volta, perché la notizia più significativa uscita dalla domenica di Champions League é che l'HSV Hamburg ha dato una bella lezione ai campionissimi della Mancia. Il 26-22 con cui si é concluso l'incontro disputato in un gremitissimo palazzo tedesco lascia i giochi ancora aperti, ma fa suonare qualche campanello d'allarme indirizzato a chi in Spagna forse pensava di avere già vinto tutto in anticipo.
E magari ne erano convinti anche dopo 27 minuti dell'incontro di Amburgo, quando il risultato era fermo su un insolitamente basso 8-8, grazie all'efficace difesa 5-1 pianificata dal coach kirghiso-spagnolo e dalla 3-2-1 con cui ha risposto il suo collega teutonico, ed ovviamente alle parate di chi, tra i pali, stava facendo appieno il suo dovere.
Poi però i tedeschi accelerano e chiudono il tempo su un buon 11-8. Il vantaggio aumenta al ritorno in campo, con l'HSV che beneficia di una grande prestazione dell'estremo difensore svedese Per Sandström, e di qualche errore di troppo in attacco da parte degli avversari, per andare sul 14-8 e poi addirittura a più sette (17-10) dopo 40 minuti.
Pratica chiusa? Mai dirlo, quando ci sono di mezzo Abalo e compagni. Il francese trova finalmente l'ispirazione in fase offensiva e, complici Viran Morros e pure qualche penalità rifilata ai padroni di casa, il CR si rifà sotto. Il timeout cui é costretto Martin Schwalb pare servire a poco, mentre i contropiedi che finalmente gli spagnoli riescono a sfruttare al meglio riportano il tutto sul 21-19 ad otto minuti dalla conclusione.
Ci starebbe tutto il tempo per completare la rimonta, ed in molti si aspettano proprio questo, invece accade l'esatto contrario. Il CR torna a mostrare qualche difetto in attacco, mentre l'Amburgo ritrova la via del goal, per due volte addirittura in inferiorità numerica, e scappa di nuovo a più cinque (26-21) con solamente nove secondi da giocare. Uno spazio brevissimo che gli ospiti fanno fruttare nel modo migliore. Dopo l'ultimo time-out di Dushebajev, si procurano un rigore che Roberto García mette a segno a fil di sirena, addolcendo la pillola per chi, dopo ben quattro vittorie consecutive contro l'Amburgo, deve inchinarsi ai tedeschi per la seconda volta negli scontri diretti fra le due compagini.
A fine partita Schwalb e i tredicimila spettatori dell'O2 World (come è stata recentemente ribattezzata la Color Line Arena) sono ovviamente soddisfatti, Sterbik e i suoi un po' meno. Ma oltre che sulla grandissima prova di Sandström, tutti sembrano concordare sul fatto che nulla sia ancora deciso. Di sicuro le lamentele sul web di alcuni tifosi del Ciudad Real per (presunte) eccessive tolleranze arbitrali nei confronti della difesa tedesca, e più genericamente per favori arbitrali verso le squadre di Germania, oltre ad essere poco originali lasciano il tempo che trovano. Ciò che conterà il prossimo fine settimana, nel palazzetto che porta il nome di Don Chisciotte, saranno i fatti, quelli del campo.
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