lunedì 12 aprile 2010

Champions Donne: Viborg a un passo dalla finale.

Congedo post-maternità? Cos'è? Giusto due mesi dopo aver dato alla luce il piccolo Lucas, Grit Jurack torna in campo a tempo di record, ed il suo Viborg trionfa nella semifinale di andata della Champions League femminile 2009-2010. Ancora più determinante, però, è risultato il ritorno di un'altra tedesca, Anja Althaus, di nuovo in pista non molto tempo dopo un'operazione al ginocchio, ed il rinnovo del contratto fino al 2012. Le otto reti in totale (5 Althaus + 3 Jurack) messe a segno dalla coppia teutonica si rivelano decisive nell'ampio successo (27-21) della squadra danese sulle norvegesi del Larvik, che porta le detentrici del titolo ad un passo dalla quinta finale della massima competizione europea nella loro storia.

Quello andato in scena sul campo di Viborg, stracolmo di tifosi, lo scorso sabato sera non é stato un grandissimo incontro, soprattutto all'inizio. Nervosismo ed errori da entrambi le parti hanno caratterizzato i primi minuti, con l'equilibrio rotto dalle veterane Rikke Skov e Katrine Lunde per la squadra di casa. Dall'altro lato ha risposto la giovanissima Nora Mørk, autrice di due delle tre reti segnate dalle biancorosse negli otto minuti di apertura. Chi pensava che, dopo una tale partenza, la diciannovenne di Oslo potesse risultare decisiva é però rimasto deluso: la Mørk ha sentito in pieno il peso dell'incontro ed é riuscita ad andare a segno solo un'altra volta, chiudendo con un misero bottino (tre goal). Non hanno brillato particolarmente neppure le due rispettive 'stelle', Bojana Popovic ed Heidi Løke, entrambe sottoposte a stretta sorveglianza dalle difese avversarie, aggressive e talvolta tollerate dagli arbitri.

La partita è rimasta equilibrata per l'intero primo tempo, conclusosi sul 13-13. Il Viborg, sostenuto da reti ed assist di Kristine Lunde Borgersen e Cristina Varzaru, ha ottenuto un massimo vantaggio di due goal, ma sul finire le norvegesi hanno messo la freccia e sono passate a condurre, grazie in particolare alla freddezza di Linn Jørum Sulland dai sette metri (la marcatura danese su Heidi Løke ha fruttato più di un rigore al Larvik) ed alle parate di Lene Rantala, che nei primi trenta minuti ha vinto la sfida incrociata con Katrine Lunde Haraldsen, nonché alla versatilità dimostrata da Tonje Larsen, baluardo difensivo dei campioni di Norvegia spintasi con successo anche in attacco.

Un rapido scambio di segnature all'inizio della ripresa ha fatto illudere che l'equilibrio potesse continuare. Non é stato così. All'improvviso, ma tutt'altro che inaspettatamente, l'Armata Verde é diventata padrona del campo. Sono uscite la grinta, l'esperienza e la mentalità vincente che hanno reso grande la squadra e famosa tra gli appassionati di pallamano in tutta Europa questa cittadina al centro dello Jutland. Acimovic, Skov e compagnia hanno stretto ulteriormente le maglie in difesa, chiudendo le porte agli attacchi ospiti, l'ala sinistra Henriette Mikkelsen é risultata micidiale nei suoi contropiedi, ed il pivot Anja Althaus ha fatto un po'troppo spesso il bello e il cattivo tempo contro una difesa avversaria calata alla distanza, mentre Kristine Lunde continuava a sfoggiare la sua classe nonostante un infortunio al braccio.

Dal lato norvegese sono riemersi i difetti visti a Gyor nella fase a gruppi. Una manovra piuttosto monotona, con la continua ricerca di Heidi Løke, che però sabato pareva più impegnata in continui incontri di wrestling con la difesa avversaria (con Gorica Acimovic in particolare) che in una partita di pallamano. Nemmeno le bordate dai nove metri della Sulland funzionavano più. Aggiungiamoci il calo di Lene Rantala, che batteva violentemente la spalla sinistra finendo contro un palo nel tentativo di salvare un tiro insidioso (ma a sostituirla non ci pensavano nemmeno ...) e la frittata é fatta.

Dunque nessuna sorpresa se, in un batter d'occhio, il Viborg collezionava sei reti di vantaggio (23-17), curiosamente in un arco di tempo trascorso per lo più in panchina dalla non brillante Popovic. Nora Mørk e l'ennesimo rigore di Sulland riducevano le distanze, ma il colore della speranza è quello del Viborg (verde) e non il bianco del Larvik; per cui quando Katrine Lunde Haraldsen si ricordava di essere tra i migliori portieri al mondo e parava un nuovo sette metri tirato dalla sua compagna di nazionale, i duemila e passa 'ultrà' (si far per dire) danesi potevano finalmente festeggiare. La volenterosa Tine Stange non faceva miracoli, e dall'altro lato la macchina da contropiede Mikkelsen fissava definitivamente il risultato sul 27-21.

Rimaneva il tempo perché Grit Jurack si prendesse il premio come miglior giocatrice del Viborg, e Lene Rantala facesse lo stesso dall'altra parte, e poi tutte sotto la doccia. Personalmente avrei dato il riconoscimento ad Althaus, Mikkelsen o Lunde Borgersen per le padrone di casa, anche se forse é stato giusto ricompensare "Mutter Grit" per l'attaccamento dimostrato alla maglia e la voglia di tornare ad aiutare le compagne in un momento decisivo della stagione. Nessuna obiezione sulla scelta di Rantala dal lato norvegese. E' soprattutto grazie alle sue parate che il Larvik ha ancora qualche tenue speranza in vista della partita di ritorno.

Certo che, in barba alle solite dichiarazioni 'di circostanza' dello stesso allenatore del Viborg (del tipo 'sono contento per la vittoria, ma nulla é ancora deciso, rimaniamo con i piedi per terra ecc. ecc. ecc. ecc...), sembra molto, mooooolto difficile che il Larvik possa ribaltare la situazione tra i fiordi amici. La risposta definitiva arriverà sabato prossimo, a partire dalle ore 1445.

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