Miracolo doveva essere e miracolo ... NON è stato. Il Viborg HK costretto a battere la Dinamo Volgograd con almeno otto reti di scarto per rimanere in quella Champions League vinta negli ultimi due anni fallisce l'obiettivo al termine di un'incredibile sfida dai due volti. Primo tempo in pratica regalato dalla danesi alle avversarie, che con una grande Lambevska dominano e arrivano fino al +4 (11-15), giungendo all'intervallo su un 12-15 che dovrebbe chiudere la porta alle speranze di Jakob Vestergaard e delle sue ragazze. Solo una immensa Grit Jurack evita il tracollo delle scandinave.
Ed è proprio la tedesca a trascinare le sue ad una straordinaria rimonta nella ripresa. Complici anche le parate di Louise Bager Due, il Viborg arriva sulla soglia di una delle più grandi imprese di sempre: 31-24 a poco più di cinque minuti dalla fine. Ma si ferma proprio lì, mentre le russe piazzano un mini-break decisivo, tanto che il 33-29 quando rimane un centinaio di secondi da giocare pare segnare il destino di entrambe le squadre. E così infatti è, nonostante un ultimo ruggito del leone ferito danese, la cui ferita questa volta risulta fatale. Il Viborg segna ancora tre reti, ma servono soltanto a concludere il match su un beffardo 36-29.
Nella seconda parte della gara odierna si è rivista la stessa squadra che aveva regnato sull'Europa per due stagioni. Peccato (per loro) che sia arrivata troppo tardi. L'impero danese è tramontato e, con il Randers già fuori dai giochi con un turno di anticipo, per la prima volta in otto anni nessuna squadra del cosiddetto 'miglior campionato del mondo' riesce a superare il primo turno. Un cattivo segno anche per la nazionale, in vista dell'imminente europeo casalingo. Ma ciò poco importa alla Dinamo, la quale festeggia una tutto sommato meritata qualificazione e continua il suo cammino in una competizione ora più che mai alla ricerca del successore alle regine senza più trono.
Ed è proprio la tedesca a trascinare le sue ad una straordinaria rimonta nella ripresa. Complici anche le parate di Louise Bager Due, il Viborg arriva sulla soglia di una delle più grandi imprese di sempre: 31-24 a poco più di cinque minuti dalla fine. Ma si ferma proprio lì, mentre le russe piazzano un mini-break decisivo, tanto che il 33-29 quando rimane un centinaio di secondi da giocare pare segnare il destino di entrambe le squadre. E così infatti è, nonostante un ultimo ruggito del leone ferito danese, la cui ferita questa volta risulta fatale. Il Viborg segna ancora tre reti, ma servono soltanto a concludere il match su un beffardo 36-29.
Nella seconda parte della gara odierna si è rivista la stessa squadra che aveva regnato sull'Europa per due stagioni. Peccato (per loro) che sia arrivata troppo tardi. L'impero danese è tramontato e, con il Randers già fuori dai giochi con un turno di anticipo, per la prima volta in otto anni nessuna squadra del cosiddetto 'miglior campionato del mondo' riesce a superare il primo turno. Un cattivo segno anche per la nazionale, in vista dell'imminente europeo casalingo. Ma ciò poco importa alla Dinamo, la quale festeggia una tutto sommato meritata qualificazione e continua il suo cammino in una competizione ora più che mai alla ricerca del successore alle regine senza più trono.
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