La Coppa è del Barça!! Il Barcellona Borges completa un week-end assolutamente storico per la società sportiva catalana, conquistando, di fronte ai diciannovemila della Lanxess Arena, la Champions League di Handball nemmeno 24 ore dopo che la 'sezione' calcistica aveva trionfato a Wembley. Ed in maniera simile, denotando una superiorità abbastanza netta nei confronti dei loro avversari, per quanto pure questi fossero decisamente temibili. Se ieri era toccato al Manchester United di Sir Ferguson, oggi il 'malcapitato di turno' è il potente Renovalia Ciudad Real, che deve abbandonare i sogni di un veloce ritorno sul trono europeo, dove ora svetta la bandiera azulgrana. Per l'ottava volta. La 'Regina di Coppe' ha scritto una nuova pagina della sua storia.
Inizio veloce ed 'elettrico' con botta e risposta a suon di goal e difese piuttosto aggressive (ne fa le spese per primo Chema Rodríguez, il cui naso viene 'battezzato' da un irruento Laszlo Nagy), e con il pivot danese Jesper Nøddesbo a beffare più volte dalla linea la difesa nemica, troppo concentrata sui vari Nagy e Rutenka. Partita comunque equilibrata per una ventina di minuti circa, fino al 7-7, poi il Barcellona produce il primo allungo, grazie soprattutto al suo portierone Daniel Saric, autentica 'saracinesca umana', che oltre a fare il suo dovere tra i pali sin dall'avvio (ferma Jonas Källman lanciato in contropiede, neutralizza un rigore dello specialista Lazarov ecc. ecc...) si inventa addirittura un 'golazo' incredibile dalla propria porta (con la collaborazione di uno spaesato J.J. Hombrados, sostituto, oggi non sempre all'altezza, dell'infortunato Sterbik), mandando in visibilio i fans. NON quelli del Ciudad Real, ovviamente...
Se Abalo - oggi non nella sua migliore versione - e compagni avevano saputo reagire, con Rodríguez in veste di principale trascinatore, ai precedenti allunghi blaugrana, la magia estratta dal cilindro di Saric sposta l'inerzia del match tutta dalla parte del Barcellona. Quattro reti di fila, sigillate da un contrattacco di Cristian Ugalde, spianano la strada alla cavalcata catalana. La 'reazione' del Ciudad Real è affidata al povero García Parrondo, che prima cerca in tutti i modi di spiazzare Saric dai sette metri, ma non ci riesce, e poi, ormai 'ipnotizzato' dal portiere slavo, manda alle stelle un contropiede che avrebbe potuto riaprire i giochi. Si torna negli spogliatoi con la sensazione che i vincitori della Liga abbiano già una mano pure sulla Coppa.
Sensazione confermata nella ripresa: il più quattro (14-10) dell'intervallo cresce, a dispetto dei tentativi di rimonta del Ciudad Real (protagonisti soprattutto il combattivo polacco Mariusz Jurkewicz ed il macedone Lazarov) che però, oltre a trovare di fronte una difesa efficace e brava a metterli in difficoltà (complimenti pure ai vari Sorhaindo e Jernemyr), spesso vedono i loro tiri respinti al mittente dal 'solito' Saric. Che oggi para anche le mosche. E, tanto per non perdere l'abitudine, i contropiedi avversari: la sua nuova vittima è Virán Morros, oggi dalle polveri bagnate come molti suoi compagni. Nessuna sorpresa dunque che, a sette minuti dalla fine, il tabellone segni un eloquente 26-19 per il Barcellona Borges. In parole semplici: GAME OVER. Ma a dir la verità lo era da prima, dal massimo vantaggio già toccato sul 19 a 12 al minuto 39... Il mini-break seguente, che porterà il Ciudad Real sul 18-22 (min. 48) si sarebbe rivelato una mera illusione.
Gli ultimi istanti della partita, con molti degli uomini di Xavi Pascual che hanno ormai tolto il piede dall'acceleratore (Saric però non smette di esibirsi), servono giusto a rendere mano amara, agli uomini di Talant Dushebajev, una pillola comunque amarissima. Jesper Nøddesbo, il 'principe dei sei metri', anch'egli oggi fra i migliori dei suoi (e pensare che qualche tempo fa a Barcellona volevano mandarlo via ...), mette la ciliegina sulla torta con un goal all'ultimo secondo, che fissa il risultato sul 27-24 della sirena. Il cui suono scatena la festa dei vincitori.
Di tutti loro, compreso un visibilmente emozionato Iker Romero, che non poteva ambire ad una chiusura migliore della sua lunga esperienza in Catalogna. Il basco dal tiro devastante andrà al Füchse Berlino (contratto triennale) da campione d'Europa; nemmeno qualche piccolo screzio post-partita con Luc Abalo può cancellare la sua gioia.
Cliccare per ingrandire Differita dell'incontro questa sera, alle ore 21:30 circa, sul canale televisivo satellitare Eurosport 2.
Inizio veloce ed 'elettrico' con botta e risposta a suon di goal e difese piuttosto aggressive (ne fa le spese per primo Chema Rodríguez, il cui naso viene 'battezzato' da un irruento Laszlo Nagy), e con il pivot danese Jesper Nøddesbo a beffare più volte dalla linea la difesa nemica, troppo concentrata sui vari Nagy e Rutenka. Partita comunque equilibrata per una ventina di minuti circa, fino al 7-7, poi il Barcellona produce il primo allungo, grazie soprattutto al suo portierone Daniel Saric, autentica 'saracinesca umana', che oltre a fare il suo dovere tra i pali sin dall'avvio (ferma Jonas Källman lanciato in contropiede, neutralizza un rigore dello specialista Lazarov ecc. ecc...) si inventa addirittura un 'golazo' incredibile dalla propria porta (con la collaborazione di uno spaesato J.J. Hombrados, sostituto, oggi non sempre all'altezza, dell'infortunato Sterbik), mandando in visibilio i fans. NON quelli del Ciudad Real, ovviamente...
Se Abalo - oggi non nella sua migliore versione - e compagni avevano saputo reagire, con Rodríguez in veste di principale trascinatore, ai precedenti allunghi blaugrana, la magia estratta dal cilindro di Saric sposta l'inerzia del match tutta dalla parte del Barcellona. Quattro reti di fila, sigillate da un contrattacco di Cristian Ugalde, spianano la strada alla cavalcata catalana. La 'reazione' del Ciudad Real è affidata al povero García Parrondo, che prima cerca in tutti i modi di spiazzare Saric dai sette metri, ma non ci riesce, e poi, ormai 'ipnotizzato' dal portiere slavo, manda alle stelle un contropiede che avrebbe potuto riaprire i giochi. Si torna negli spogliatoi con la sensazione che i vincitori della Liga abbiano già una mano pure sulla Coppa.
Sensazione confermata nella ripresa: il più quattro (14-10) dell'intervallo cresce, a dispetto dei tentativi di rimonta del Ciudad Real (protagonisti soprattutto il combattivo polacco Mariusz Jurkewicz ed il macedone Lazarov) che però, oltre a trovare di fronte una difesa efficace e brava a metterli in difficoltà (complimenti pure ai vari Sorhaindo e Jernemyr), spesso vedono i loro tiri respinti al mittente dal 'solito' Saric. Che oggi para anche le mosche. E, tanto per non perdere l'abitudine, i contropiedi avversari: la sua nuova vittima è Virán Morros, oggi dalle polveri bagnate come molti suoi compagni. Nessuna sorpresa dunque che, a sette minuti dalla fine, il tabellone segni un eloquente 26-19 per il Barcellona Borges. In parole semplici: GAME OVER. Ma a dir la verità lo era da prima, dal massimo vantaggio già toccato sul 19 a 12 al minuto 39... Il mini-break seguente, che porterà il Ciudad Real sul 18-22 (min. 48) si sarebbe rivelato una mera illusione.
Gli ultimi istanti della partita, con molti degli uomini di Xavi Pascual che hanno ormai tolto il piede dall'acceleratore (Saric però non smette di esibirsi), servono giusto a rendere mano amara, agli uomini di Talant Dushebajev, una pillola comunque amarissima. Jesper Nøddesbo, il 'principe dei sei metri', anch'egli oggi fra i migliori dei suoi (e pensare che qualche tempo fa a Barcellona volevano mandarlo via ...), mette la ciliegina sulla torta con un goal all'ultimo secondo, che fissa il risultato sul 27-24 della sirena. Il cui suono scatena la festa dei vincitori.
Di tutti loro, compreso un visibilmente emozionato Iker Romero, che non poteva ambire ad una chiusura migliore della sua lunga esperienza in Catalogna. Il basco dal tiro devastante andrà al Füchse Berlino (contratto triennale) da campione d'Europa; nemmeno qualche piccolo screzio post-partita con Luc Abalo può cancellare la sua gioia.
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