Sfida delle stelle come il canto del cigno per Heiner Brand? In quella che potrebbe essere la sua ultima volta sulla panchina della nazionale tedesca, il Baffo conduce la Germania, reduce da un Mondiale disastroso, alla vittoria (39-37) contro una 'selezione della Bundesliga', nell'All-Star Game organizzato da Stefan Kretzschmar e disputato sabato sera a Lipsia di fronte a 7.532 fans, che hanno riempito la locale Arena decretando un enorme successo di pubblico.
Pur privi di Christian Sprenger, di Pascal Hens - infortunato alla caviglia ma comunque in panchina per tutto il match - e del febbricitante Sebastian Preiss, i teutonici trovano ancora una volta un grandissimo Holger Glandorf, che con ben otto reti contribuisce in maniera decisiva al successo finale dei suoi. Soddisfacenti anche la prove di Patrick Wiencek e Tobias Reichmann, che non avevano partecipato alla debacle collettiva in terra di Svezia. Ed ha impressionato favorevolmente pure Jacob Heinl, giovane pivot del Flensburg-Handewitt.
Holger Glandorf, protagonista della partita, in azione.
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Nazionale di Germania superiore in particolare nei primi trenta minuti, conclusi sul 21-16, anche se a fare la differenza è un break che porta i 'padroni di casa' dall'otto pari del 14° minuto ad un più netto 14-8; maggiore spazio alle 'seconde linee' nella ripresa ma, a parte una vampata iniziale degli avversari al ritorno in campo, il vantaggio rimane ampio, giungendo fino al 33-26, poi trasformato in 37-30 con appena otto minuti da giocare.
Verso la fine del match si assiste al ritorno delle 'All-Stars' del campionato tedesco, sufficiente a rendere (forse ingannevolmente) meno squilibrato lo score finale, ma non certo a rimettere in discussione la vittoria del 58enne Brand - il cui destino professionale sarà deciso in settimana, magari già lunedì - e dei suoi ragazzi. L'ottimo pivot norvegese Bjarte Myrhol (Rhein-Neckar Löwen) va a segno cinque volte, ma a dispetto del suo pokerissimo è Robert Weber, austriaco del Magdeburgo, a venire scelto come MVP degli 'stranieri'.
Dopo la partita, tutti a firmare autografi in un'atmosfera che lo stesso 'Bad Boy' Oliver Roggisch non ha esitato a definire 'stupenda', compiacendosi del calore e dell'incitamento con cui i tifosi hanno accolto la nazionale e l'evento in generale.
Pur privi di Christian Sprenger, di Pascal Hens - infortunato alla caviglia ma comunque in panchina per tutto il match - e del febbricitante Sebastian Preiss, i teutonici trovano ancora una volta un grandissimo Holger Glandorf, che con ben otto reti contribuisce in maniera decisiva al successo finale dei suoi. Soddisfacenti anche la prove di Patrick Wiencek e Tobias Reichmann, che non avevano partecipato alla debacle collettiva in terra di Svezia. Ed ha impressionato favorevolmente pure Jacob Heinl, giovane pivot del Flensburg-Handewitt.
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Nazionale di Germania superiore in particolare nei primi trenta minuti, conclusi sul 21-16, anche se a fare la differenza è un break che porta i 'padroni di casa' dall'otto pari del 14° minuto ad un più netto 14-8; maggiore spazio alle 'seconde linee' nella ripresa ma, a parte una vampata iniziale degli avversari al ritorno in campo, il vantaggio rimane ampio, giungendo fino al 33-26, poi trasformato in 37-30 con appena otto minuti da giocare.
Verso la fine del match si assiste al ritorno delle 'All-Stars' del campionato tedesco, sufficiente a rendere (forse ingannevolmente) meno squilibrato lo score finale, ma non certo a rimettere in discussione la vittoria del 58enne Brand - il cui destino professionale sarà deciso in settimana, magari già lunedì - e dei suoi ragazzi. L'ottimo pivot norvegese Bjarte Myrhol (Rhein-Neckar Löwen) va a segno cinque volte, ma a dispetto del suo pokerissimo è Robert Weber, austriaco del Magdeburgo, a venire scelto come MVP degli 'stranieri'.
Dopo la partita, tutti a firmare autografi in un'atmosfera che lo stesso 'Bad Boy' Oliver Roggisch non ha esitato a definire 'stupenda', compiacendosi del calore e dell'incitamento con cui i tifosi hanno accolto la nazionale e l'evento in generale.
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